Caduto Dal Cielo. Susana Torres
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Lesse l’oggetto della mail e per alcuni secondi pensò che fosse troppo per iniziare una conversazione, tuttavia, non le interessava.
La risposta di Mar al messaggio di Juan fu:
- Grazie per aver risposto tanto velocemente Signor Duarte, se desidera che l’intervista venga fatta a casa sua, per me non è un problema, non ho bisogno di stare comoda, però apprezzo la sua premura. In quando a richieste aggiuntive, mi piacerebbe stabilire i parametri dell’intervista, di cosa vuole si parli e di cosa no. Se c’è qualche argomento che vuole che non venga toccato, ecc… Se non ha nessun argomento o limite che non voglia che si superi, allora rimane solamente sapere quando incontrarci per iniziare l’intervista.
Aspetto una sua risposta.
A cui Juan le risponde:
- Limiti? Non so se c’è qualcosa che una rivista di affari non debba sapere, o che altro potrebbe chiedermi. Però fino a che non sia sfacciata con le sue domande, sarò disposto a rispondere senza lamentela alcuna. D’altra parte, per quel che riguarda il giorno dell’intervista, questa settimana in special modo non ho niente da fare. Ho deciso di prendermi un po’ di tempo da solo con mio figlio, come del resto faccio sempre, ad essere onesti, credo che sarebbe l’ideale per parlare con calma ed aiutarla con il suo lavoro. Potrebbe essere domani o dopodomani, se non ha problemi ad uscire a lavorare di domenica. Per quel che mi riguarda, no.
In questo caso, rimane solo che mi indichi se è d’accordo e le manderò l’indirizzo di casa mia, o qualcuno che la venga a prendere in caso non abbia una macchina. In ogni caso, sarebbe perfetto se mi rispondesse in quanto legga questo messaggio.
Mar lesse il messaggio, si alzò, si mise il pigiama, preparò il letto per mettersi a dormire e si diresse al pc per rispondergli.
- Buonasera Sig. Duarte,
Ho appena letto il suo messaggio adesso che sono arrivata a casa, per favore, scusi il ritardo. Non ho nessun problema ad iniziare domani, però mi piacerebbe farla la domenica, per godermi il sabato. Si grazie, mi invii l’indirizzo, sarò lì presto.
A presto Sig. Duarte. Buona notte.
Capitolo II
Il sabato cominciò come qualsiasi altro giorno, Mar si svegliò, vide che il Sig. Duarte aveva mandato l’indirizzo di casa sua insieme al suo numero di telefono cellulare affinché la avvisasse quando fosse stata vicino o se si perdesse con le sue indicazioni.
Lei fece la sua colazione e decise di usare il tempo per preparare le domande da fare durante l’intervista. Tra le altre cose, indagò sul mercato finanziario per essere al corrente del bilancio delle imprese del Sig. Duarte, sulle imprese di cui faceva parte, la sua storia con loro.
Mar aveva intenzione di conoscere l’uomo attraverso il suo lavoro, supponeva che la chiave del suo successo fosse nascosta in alcune delle sue decisioni finanziarie. Era così che manteneva vivo l’amore per quello che faceva e quello che le piaceva; indagare era il suo, unire i puntini; analizzare, capire e scrivere.
Poco a poco, all’inizio della sua carriera, si rese conto che il suo talento valeva denaro, che non l’avrebbero presa in considerazione per un giornale di pettegolezzi o un notiziario qualsiasi che perdesse il suo tempo passando le notizie di ieri. Lei voleva apparire sul momento, ora, questo era il suo obiettivo.
Ebbe bisogno di tempo per ambientarsi tra gli articoli dell’ufficio, già non viveva in un mondo in cui veniva rifiutata per il fatto di essere donna, anzi, venne ricevuta a porte aperte, una novellina la cui unica conoscenza del tema era che i numeri si abbassavano e si alzavano, che molti avevano soldi a sufficienza per per comprare e distruggere una rivista qualsiasi. Carne fresca, erano decisi ad assumerla perchè un esperto poteva costargli di più.
E la sua vita con gli affari di borsa cominciò così. All’inizio si incaricò di trovare e parlare di diversi principianti che si erano fatti strada nel mondo della finanza, che avevano raggiunto il loro primo milione, che fu investito adeguatamente. A volte, loro stessi conoscevano la caduta del proprio impero, e allo stesso modo in cui tutte le strade portavano a Roma, qualsiasi cosa decidessero li avrebbe condotti a un solo posto, la bancarotta; lei era d’accordo con questa analogia.
D’altra parte, lentamente si rese conto della grandezza di coloro che continuavano a lavorare per la loro impresa. Molti, figli di genitori benestanti cresciuti in quel mondo, alcuni, persone intelligenti che capivano i numeri come nessun altro individuo comune potrebbe mai farlo. Altri, che sapevano manipolarli e approfittarsi delle debolezze di chiunque.
Mar, come molti, vedeva il mondo degli affari come un luogo miserabile di persone con vestito, lei non voleva nè numeri nè operazioni (anche se tecnicamente adesso era di quello che viveva), non voleva prendere misure per costruire case, non voleva imparare a cucinare per ristoranti importanti, prendersi cura o salvare malati. Il suo erano le parole, le indagini, seguire i fatti ed arrivare a una conclusione.
Provò in piccoli giornali che non la portarono subito dove voleva, quindi preferì iniziare a lavorare per qualcosa che potesse essere letto sia in internet che su carta senza che fosse uno qualunque. Ottenne un impiego in una rivista, quello che lei considerava un colpo di fortuna. E già che stava lì, crebbe a suo modo.
Si fece le ossa con diversi articoli, ricevette premi importanti, parlò del successo, del fallimento, scalò posizioni e si fece un suo nome. Conobbe l’amore, per poi scoprire che per lei non fu mai essenziale. Non si immaginava come una donna sposata perchè si innamorò del suo lavoro, l’unico grande amore che realmente conosceva.
Dopo la sua indagine esaustiva sul curriculum delle imprese e delle compagnie di cui faceva parte il Signor Duarte, vide come le sue decisioni riflettevano una personalità intuitiva, feroce e decisa. Un uomo che sapeva fare il suo lavoro sotto pressione, prendere decisioni difficili, senza andare a perdere con nessuna di esse.
Le parve interessante, molti si ritagliano un posto nel mondo del denaro e dei bilanci, molti si vedono importanti, persone buone. Allo stesso tempo, altri commettono frodi, solamente pochi sono geni, la gran maggioranza confessa, perde o mente al processo, però di questi pochi, a volte possono continuare, essere visti come impresari di intelletto, non essere consumati dal veleno del denaro e dei suoi numeri.
Per lei, il Signor Duarte non era diverso, sicuramente custodiva qualche segreto per vincere, magari si trattava solo di talento innato o una di queste capacità con la quale si risolvono i numeri nella testa. Mar, sapeva come gli impresari ambivano a posti alti, come CEO, come politici, burocrati, dominavano imprese riconosciute del marketing, degli alimenti, di qualsiasi ambito.
Dopo la sua analisi, si rese conto le sembrava aiutasse quelle imprese con cui aveva una partnership a continuare, che lui le aveva tenute a galla, e rese quello che erano oggi. Una volta raggiunto il suo obiettivo, si fermava, non disponeva di grandi somme, nè gli furono additati disastri o perdite immense.
Mar, dedusse le sue riposte. Come è arrivato dove è adesso? A cosa pensa quando prende una decisione difficile? Vorrebbe lasciarsi alle spalle il mondo dell’amministrazione di impresa o continuare senza che gli importi? Si considera un uomo di affari o è solo un titolo per Lei? Tra le altre cose, aveva la sua lista di domande, aveva fatto colazione e tuttavia non arrivava l’ora del pranzo. Lei sapeva quello che diceva, si prendeva cura di farlo molto bene. Allo stesso modo di quegli impresari importanti, sapeva destreggiarsi e aveva la sua chiave del successo.
Juan, come qualsiasi genitore, cominciò la giornata preparandosi mentalmente per servire suo figlio. Senza lamentarsi e allegro, gli preparò la colazione,