Il giuoco delle parti. Luigi Pirandello

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Il giuoco delle parti - Luigi  Pirandello

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di quest’uomo!

      Guido Non lo vedi mai!

      Silia Ma c’è! c’è! E l’incubo non mi passerà mai, finché so ch’egli c’è! Ah Dio, morisse!

      Guido Scusa, non seguita a venire, sì e no, la sera, per una mezz’oretta soltanto?

      Silia Non viene neanche più! Mentre è nei patti che deve venire, deve venire da me ogni sera, per mezz’ora. Ogni sera!

      Guido E viene difatti. Non sale. Ti fa domandare dalla cameriera se non c’è nulla di nuovo…

      Silia Nossignore. Deve salire, deve salire. E deve stare qua, mezz’ora, ogni sera, com’è nei patti.

      Guido Scusa… se dici…

      Silia Che cosa? Ti sembra un’altra contraddizione?

      Guido Hai detto che per te è un incubo!

      Silia Ma io dico che ci sia, che viva, questo è l’incubo per me! Non è mica il suo corpo… Che io lo veda, anzi, è meglio. E apposta lui non si fa più vedere, perché lo sa. Mi si presenta… è lì seduto… come un altro… non più brutto, né più bello d’un altro; gli vedo gli occhi, come li ha… che non mi sono mai piaciuti (Dio! odiosi… acuti come due aghi e vani nello stesso tempo), sento il suono della sua voce che mi dà ai nervi… e posso anche godere del fastidio che gli ho cagionato, d’esser salito per nulla.

      Guido Non credo.

      Silia Che cosa non credi?

      Guido Che sia capace di provar fastidio.

      Silia Ah, lo sai dire? Ma è questo! Io rimango per ore e ore schiacciata dal pensiero che un uomo come quello può esistere, quasi fuori della vita e come un incubo sulla vita degli altri. Guarda tutti dall’alto, lui, vestito da cuoco, da cuoco, signori miei! Guarda e capisce tutto, punto per punto, ogni mossa, ogni gesto, facendoti prevedere con lo sguardo l’atto che or ora farai, così che tu, sapendolo, non provi più nessun gusto a farlo. M’ha paralizzata, quest’uomo! Io non ho più in me che un pensiero che farnetica di continuo! come levarmelo davanti; come liberarne, non me soltanto, ma tutti.

      Guido Oh va’!

      Silia Ti giuro!

      Si sente picchiare alla comune.

      Scena seconda

      Clara, detti.

      Clara Permesso?

      Silia Avanti.

      Clara (presentandosi sull’uscio) Il signore ha sonato dal cortile.

      Silia Ah, eccolo!

      Clara (seguitando) Vuol sapere se non c’è nulla di nuovo.

      Silia Sì. Digli che salga! Digli che salga!

      Clara Subito.

      Esce.

      Guido Ma perché, scusa, giusto questa sera che ci sono io?

      Silia Appunto per questo!

      Guido No!

      Silia Sì! Per punirti d’esser venuto! E te lo lascio qua… Io mi ritiro…

      S’avvia per l’uscio a destra.

      Guido (correndo a trattenerla) No… per carità. Sei pazza?… Ma che dirà?

      Silia Che vuoi che dica?

      Guido No… senti… È tardi…

      Silia Tanto meglio!

      Guido Ma no! no, Silia! Tu vuoi proprio cimentarlo… È una pazzia!

      Silia (svincolandosi) Non voglio vederlo!

      Guido Ma nemmeno io, scusa!

      Silia Lo riceverai tu.

      Guido Ah no, grazie! Non mi faccio trovare nemmeno io, sai!

      Silia si ritira per l’uscio a destra, e contemporaneamente Guido scappa nel salotto da pranzo. richiudendo la vetrata.

      Scena terza

      Leone Gala, poi Guido Venanzi, infine Silia.

      Leone (dietro l’uscio a sinistra) Permesso?

      Aprendo l’uscio e sporgendo il capo:

      Per me…

      S’interrompe, vedendo che non c’è nessuno.

      Ah…

      Guarda intorno.

      bene bene…

      Cancella subito dal viso la sorpresa; cava dal taschino l’orologio; lo guarda; si reca verso la mensola del camino; apre il vetro del quadrante dell’orologio di bronzo e aggiusta le lancette fino a far scoccare dalla soneria due tocchi; si rimette nel taschino l’orologio e va a sedere placido, impassibile, in attesa che passi la mezz’ora del patto.

      Dopo una breve pausa si ode dall’interno del salotto da pranzo, attraverso la vetrata, un bisbiglio confuso. E’ Silia che spinge di là Guido a entrare nel salotto. Leone non si volta nemmeno a guardare verso la vetrata. Poco dopo, una banda di questa si apre, e Guido vien fuori.

      Guido Oh, Leone… Ero qua, a bere un bicchierino di “chartreuse”.

      Leone Alle dieci e mezzo?

      Guido Già… difatti… ma stavo per andare…

      Leone Non dico per questo. Verde o gialla, la “Chartreuse”?

      Guido Ma… non ricordo… verde, mi pare…

      Leone Verso le due, tu sognerai di schiacciare tra i denti una lucertola.

      Guido (con una smorfia di ribrezzo) No… ih! che dici?

      Leone Positivo. Effetto dei liquori bevuti a una cert’ora dopo il pasto

      Pausa.

      Silia?

      Guido (impacciato) Mah… era di là, con me.

      Leone E dov’è adesso?

      Guido

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