Il giuoco delle parti. Luigi Pirandello

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Il giuoco delle parti - Luigi  Pirandello

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C’è qualche cosa di nuovo?

      Guido No… ch’io sappia…

      Leone E allora perché m’ha fatto salire?

      Guido Stavo per licenziarmi, quando è entrata la cameriera ad annunziare che tu… non so, avevi sonato dal cortile.

      Leone Come faccio ogni sera.

      Guido Già, ma… pare che voglia che tu salga…

      Leone L’ha detto?

      Guido Sì sì, l’ha detto.

      Leone Stizzita?

      Guido Un po’, sì, perché… credo che… non so, dev’esser nei patti stabiliti tra voi due, quando elegantissimamente…

      Leone Lascia star l’eleganza!

      Guido Voglio dire, senza scandali…

      Leone Scandali? E perché?

      Guido Senza procedure legali…

      Leone Inutili!

      Guido Senza liti, insomma, vi siete separati.

      Leone E che liti volevi che avvenissero con me? Ho dato sempre ragione a tutti.

      Guido Già. È difatti una tua invidiabile prerogativa, questa. Forse però… lasciamelo dire, eccedi un po’…

      Leone Ti pare che ecceda?

      Guido Sì, perché, vedi? tante volte tu…

      Lo guarda e s’impunta.

      Leone Io?

      Guido Tu sconcerti.

      Leone Oh bella! Io sconcerto? Chi sconcerto?

      Guido Sconcerti, perché… far tutto, sempre, a modo degli altri… come vogliono gli altri… Scommetto che se tua moglie ti diceva: “Litighiamo!

      Leone Io le rispondevo: “Litighiamo!”

      Guido Tua moglie ti disse: “Separiamoci!

      Leone E io le risposi: “Separiamoci!”

      Guido Vedi? Se tua moglie ti avesse allora gridato. “Ma così non possiamo litigare!

      Leone Io le avrei risposto: “E allora, cara, non litighiamo!”

      Guido E non comprendi che tutto questo, per forza, sconcerta? Perché, fare come se tu non ci fossi… capirai, per quanto uno faccia, poi, a un certo punto, si… si resta come trattenuti… impacciati… perché… perché è inutile… tu poi ci sei!

      Leone Già.

      Pausa.

      Ci sono.

      Pausa. Con altro tono:

      Non dovrei esserci?

      Guido No, Dio mio, non dico questo!

      Leone Ma sì, caro! Non dovrei esserci. T’assicuro però che mi sforzo, quanto più posso, d’esserci il meno possibile, e non solo per gli altri, ma anche per me stesso. La colpa è del fatto, caro mio! Sono nato. E quando un fatto è fatto, resta là, come una prigione per te. Io ci sono. Ne dovrebbero tener conto gli altri, almeno per quel poco, di cui non posso fare a meno, dico d’esserci. L’ho sposata; o, per esser più giusti, mi son lasciato sposare. Fatto, anche questo: prigione! Che vuoi farci? Quasi subito dopo, lei si mise a sbuffare, a smaniare, a contorcersi rabbiosamente per evadere… e io… t’assicuro, Guido, che ne ho molto sofferto… S’è trovata poi questa soluzione Le ho lasciato qua tutto, portandomi via soltanto i miei libri e le mie stoviglie di cucina (cose, come sai, per me inseparabili). Ma capisco che è inutile: nominalmente, la parte assegnatami da un fatto che non si può distruggere, resta: sono il marito. Anche di questo, forse, si dovrebbe tenere un po’ di conto. Mah! Sai come sono i ciechi, mio caro?

      Guido I ciechi?

      Leone Non sono mai accanto alle cose. Di’ a un cieco, che vada cercando a tasto una cosa: L’hai costì accanto! le si volta subito contro. E così è quella benedetta donna! Mai accanto; sempre contro!

      Pausa; guarda verso la vetrata; poi:

      Pare che non voglia venire…

      Cava l’orologio dal taschino; vede che la mezz’ora non è ancora passata: lo ripone.

      Non sai, se avesse in mente di dirmi qualche cosa?

      Guido No… niente, mi pare…

      Leone E allora, il gusto di…

      Compie la frase in un gesto che significa: “noi due”.

      Guido (non comprendendo) Come dici?

      Leone Sì, il gusto di tener noi due così, uno di fronte all’altro…

      Guido Forse suppone che io —

      Leone – te ne sii già andato?

      Fa segno di no col dito.

      Entrerebbe.

      Guido (facendo atto d’andarsene) Ah, ma allora…

      Leone (subito trattenendolo) No, ti prego. Vado via io a momenti. Se sai che non aveva nulla da dirmi…

      Pausa. Alzandosi.

      Ah, triste cosa, caro mio, quando uno ha capito il giuoco!

      Guido Che giuoco?

      Leone Mah… anche questo qua. Tutto il giuoco! Quello della vita.

      Guido Tu l’hai capito?

      Leone Da un pezzo. E anche il rimedio per salvarsi.

      Guido Se tu me l’insegnassi!

      Leone Eh, caro. Non è rimedio per te. Per salvarsi, bisogna sapersi difendere. Ma è una certa difesa… dirò, disperata, che tu forse non puoi neanche intendere.

      Guido Come sarebbe, disperata? Accanita?

      Leone No, no, disperata, caro, nel senso d’una vera e propria disperazione, ma pur tuttavia senza neanche un’ombra d’amarezza per questo.

      Guido E che difesa, allora,

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