Uno Scandaloso Conte In Meno. Dawn Brower

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Uno Scandaloso Conte In Meno - Dawn Brower

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UNO SCANDALOSO CONTE IN MENO SERIE INTELLETTUALI CONTRO LIBERTINI VOLUME SESTO DAWN BROWER TRADUZIONE DI PATRIZIA BARRERA

      Questo è un romanzo di fantasia. Nomi, caratteri, luoghi ed eventi sono il frutto della creatività dell’autrice o sono utilizzati in modo fittizio e non hanno alcun legame con la realtà. Ogni riferimento a luoghi, organizzazioni o persone, vive o morte, realmente esistiti è puramente casuale

      Uno Scandaloso Conte In Meno © 2019 Dawn Brower

      Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione digitale o cartacea di questo libro o parte di esso senza l’ espressa autorizzazione dell’ autrice, fatto salvo per stralci di paragrafo ai fini di eventuali recensioni.

      pubblicato da Tektime

      RINGRAZIAMENTI

Grazie a tutti coloro che mi hanno aiutata a realizzare questo libro. Elisabeth, sei sempre la numero uno. La migliore di sempre. Un ringraziamento speciale va al mio Editore, Victoria Miller. Sei stata uno stimolo costante a migliorarmi e senza il tuo aiuto io non sarei dove sono adesso.

      Questo volume è per tutti i miei lettori in attesa della storia di Shelby. Spero che questo libro soddisfi le vostre aspettative.

      CAPITOLO PRIMO

      Londra, 1824

      Era un caldo pomeriggio di primavera inoltrata. L’estate era ormai alle porte, e la maggior parte dell’aristocrazia stava per trasferirsi nelle tenute in campagna. Una cosa che Lady Kaitlin Evans avrebbe desiderato evitare. Abitava con suo zio, il Conte di Coventry, ma amava la vita in città. Per questo odiava ritirarsi in campagna. Suo fratello Colin era ancora al College e sua cugina Marian si era sposata da meno di un anno: quindi era sola.

      Era felice per Marian. Lei si era pazzamente innamorata del Conte di Harrington. Stavano bene insieme e questo era ciò che contava, ma un intero anno senza sua cugina era pesante. Kaitlin aveva un disperato bisogno di un modo per ingannare le sue giornate. Purtroppo, non era capace di socializzare e non aveva molti amici. In pratica ne aveva solo due : sua cugina Marian e Lady Samantha Cain…

      Samantha doveva arrivare di lì a poco per andare a prendere insieme un the da Marian. Si vedevano un paio di volte alla settimana, ma sarebbe stato ancora per poco, perché anche il marito di sua cugina aveva intenzione di passare l’estate in campagna. Ne avrebbe approfittato per controllare i suoi tenutari e far ristrutturare alcuni annessi. Kaitlin avrebbe sentito molto la mancanza di sua cugina. Già era sola e a breve avrebbe perso anche la compagnia di una delle poche persone con cui si trovava bene.

      “Perché quest’aria malinconica, mia cara? “ chiese il Conte di Coventry entrando nel salotto. Kaitlin si sforzò di sorridere. Cercò di fare del suo meglio per sembrare serena, mentre nel cuore si sentiva morire.

      “Ero solo persa nei miei pensieri.” disse. Poi si alzò e andò ad abbracciare lo zio, ritirandosi subito. Dopo quella brutta malattia era quasi sempre a casa, adesso. Alcune giornate erano ancora difficili, ma tutto sommato lo zio sembrava in via di guarigione. O forse, era ciò che lei sperava.

      “Come vi sentite, oggi?” chiese, con affetto.

      “Oh, non preoccupatevi per me. Sto abbastanza bene.” rispose l’uomo. Ma si vedeva che era una pietosa bugia. La sua andatura era più strascinata del solito e l’uomo tendeva ad appoggiarsi sul bastone molto più di prima. A volte, quando lo guardava, Kaitlin pensava di essersi ingannata, ma in realtà era lo zio ad aver sviluppato una certa abilità a mascherare i suoi problemi. Il Conte di Coventry era un uomo orgoglioso e rifuggiva da qualsiasi segno di debolezza. Kaitlin faceva quindi finta di credergli: era il minimo che potesse fare per lui.

      “Splendido! – esclamò – Allora spero che non vi dispiacerà se mi assenterò questo pomeriggio!”

      “Andate da Marian per un the? – chiese l’uomo – Se è così, porgetele i miei saluti e se vedete quella canaglia di suo marito ricordategli che avrei piacere di vederli, prima che partano per la campagna!”

      “Sarà un piacere per me portargli il vostro messaggio!” esclamò Lady Samantha Cain, entrando in salotto. I suoi capelli bruni era raccolti in un elaborato chignon e gli occhi blu scintillavano di malizia. Indossava un grazioso abitino di mussola blu e un cappellino con nastri blu in coordinato.

      Kaitlin invidiava molto la sua amica. Aveva un carattere vivace e non aveva paura di nulla. Talvolta, avrebbe desiderato essere come lei, ma questa sembrava un’impresa impossibile. Samantha era libera di fare ciò che voleva, di dire tutto quello che le passava per la testa e non teneva in minimo conto ciò che gli altri potevano pensare di lei. E nessuno osava trattarla come una persona da poco. Kaitlin invece faticava a mettere due parole insieme, quando si trovava con gli altri, e quindi era quasi sempre sola. Anche per questo, quando andava a una festa, nessuno le chiedeva di ballare e finiva a fare da tappezzeria per tutta la sera. Le uniche persone con cui aveva a che fare erano la sua famiglia e Samantha. Per come gli altri la tenevano in considerazione , poteva anche trasformarsi in una statua di marmo! Comunque, a lei piaceva starsene per i fatti suoi: ciò le evitava di essere derisa dagli altri. Questo era il motivo per cui Samatha si sentiva quasi in obbligo di sollevarla anche dalle incombenze più lievi: era il suo modo di dimostrare a Kaitlin che le era vicina.

      “Non credo di avere bisogno del tuo aiuto per una cosa così banale – disse a Samantha – Sarò sicuramente capace di riferire il messaggio a Lord Harrington.”

      Samantha sollevò un sopracciglio con aria interrogativa. “Ancora così formale con lui? Ormai, dopo il matrimonio con Marian, è vostro cugino acquisito! E sicuramente avrete già il suo permesso di chiamarlo per nome!”

      Kaitlin arrossì violentemente: odiava sentirsi tanto in imbarazzo. “Certamente! Ma comunque, non la trovo una cosa corretta!” disse.

      Samantha scosse la testa. “E’ corretto, invece, perché avete già licenza dalla sua famiglia. Smettetela di crearvi problemi inutili!”

      “Ha ragione! – intervenne il Conte – Jonas non lo considererebbe un atto di civetteria! E’ troppo preso da Marian per strani fraintendimenti.” Strinse le labbra. “Il ragazzo ha corso un po’ la cavallina in passato… ma ora sembra che abbia messo la testa a posto!”

      Kaitlin sospirò. “Comunque, non mi sentirei a mio agio.”

      “Va bene, fate come volete! – intervenne Samantha – Ma vi prego di rilassarvi un po’ e di non crearvi tanti problemi! Imparate a prendere la vita con più leggerezza!”

      Per Samantha era facile, ma non per Kaitlin. Dopo la morte dei suoi genitori era andata a vivere con l‘anziano zio e, da allora, aveva perso ogni capacità di godersi la vita. Era cresciuta troppo in fretta; rimanere orfana l’aveva cambiata, e in peggio. Piuttosto che insistere su qualcosa che l’amica conosceva già alla perfezione, si rivolse allo zio.

      “Abbiate cura di voi, mentre sarò via. Tornerò per ora di cena.”

      “Divertitevi, cara.” rispose lui, con affetto.

      Kaitlin afferrò il suo cappellino e se lo sistemò sui fini capelli dorati. Era bianco, con nastri di un rosa tenue che ben si accordavano al suo abito. Poi si voltò verso Samantha, sorridendo: “Allora, andiamo?”

      “Sicuro! – esclamò l’amica di rimando – E’ una settimana che non sto nella pelle! Credo che Marian debba dirci qualcosa!”

      “Come?

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