Bugie Di Famiglia. Dawn Brower

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Bugie Di Famiglia - Dawn Brower

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loro, che non prevedevano certo quella spesa extra. Tuttavia, Cooper stava prendendosi la laurea telematica di Economia e Commercio: come poteva aspettarsi, la sua famiglia, che fosse in grado di gestire un’attività di quel tipo se non aveva la minima cognizione in materia?

      I suoi genitori avevano eccessiva fiducia in lui, e gli avevano lasciato tutto in mano. Anche l’amico si trovava in una situazione simile, ma lui non aveva alcuna intenzione di studiare e aggiornarsi.

      Ben si avvicinò al bancone e lo salutò:” Ehi, Coop, che ne diresti di fare un giro in barca con me?” gli chiese.

      Cooper scosse il capo: “Mi piacerebbe, Ben, ma ho troppo da fare, qui. E’ il giorno libero di Olivia, e quindi devo gestire tutto da solo. Forse domani. Sai che mio padre non viene più tanto in albergo.”

      Benjamin fece una faccia delusa: “Cavolo, mi dispiace proprio! Ci saremmo divertiti! Ho lavorato molto, negli ultimi giorni, e avevo bisogno di rilassarmi un po’! E ora che ho del tempo libero, ecco che il mio migliore amico mi dà buca!”

      La famiglia di Ben era proprietaria di una grande impresa edile, giù in città. Non passava giorno che non ricevevano nuove commissioni, indipendentemente dal periodo dell’anno, perché anche in periferia erano molto richiesti. Avevano così tanti incarichi, che a stento riuscivano a mantenere il ritmo! Per fortuna, la Anderson Construction aveva anche parecchi dipendenti, e così si riusciva ancora a soddisfare tutte le richieste.

      Ben era il più giovane dei cinque fratelli, ognuno dei quali aveva ricevuto un incarico in azienda. Ed essendo ancora “il piccolo di famiglia” poteva prendersela più comoda degli altri.

      Lui e Cooper erano amici d’infanzia. Si conoscevano così bene, ormai, che la personalità dominante di Ben non faceva più presa sull’altro. Avete presente “Mister Perfettino?” Beh, eccolo là. Per questo, Ben trovava sempre il modo di liberarsi dagli impegni e Cooper no. Erano entrambi molto giovani, e avrebbero dovuto godersi di più la loro giovinezza. Chissà perché, Ben si sentiva sempre molto stanco, nel periodo estivo, e lamentava la voglia di riposarsi! Forse perché era il periodo più impegnativo dell’anno?

      Cooper era di pasta diversa. Era una persona più responsabile e, soprattutto, non aveva i dipendenti di Ben per farsi sostituire. Anche a lui avrebbe fatto piacere una bella gita sul lago con Ben, ma purtroppo non poteva. Malgrado l’amico facesse quella faccia, non poteva semplicemente chiudere la porta dell’albergo e andarsene. E comunque…forse non avrebbe lasciato lo stesso l’albergo. Non ora, che c’era Ametista Keane! Il suo pensiero già lo ossessionava, e sperava che prima o poi lei gli avrebbe chiesto di accompagnarla da qualche parte. E allora, doveva essere pronto!

      “Mi dispiace, Ben, ti ripeto che non posso.” Sorrise all’amico. “Lo sai che mi piacerebbe tanto, ma purtroppo sono legato qui.”

      “Quand’è che sei invecchiato e sei diventato tuo padre?” esclamò l’altro, con aria un po’ infastidita.

      “Subito dopo le scuole, se non te ne sei accorto!” rispose Cooper, a metà tra l’ironico e il caustico. Non è che non sopportasse quello stile di vita: però avrebbe voluto poter scegliere con calma e guardarsi intorno.

      Ben scosse la testa, con un moto di stizza: “Abbiamo ventun’ anni e abbiamo solo respirato l’aria di questa città. Stavo pensando di andarmene in giro per un po’!”

      “No, dai! La vita non sarebbe la stessa, senza di te!” stava dicendo Cooper, ma un rumore improvviso attirò la sua attenzione.

      Ametista stava scendendo le scale, recando in mano una pochette. I suoi bellissimi riccioli neri erano raccolti in una coda spettinata ad arte, con capelli ribelli che le incorniciavano il viso o le ricadevano sulla nuca. Portava degli occhiali da sole e indossava solo un top verde come i suoi occhi e un short bianco come la neve. Quando vide i due ragazzi sorrise, e quella bella bocca lasciò estasiato Ben, così com’era successo la prima volta con Cooper. Lei non lo sapeva, ma ormai i due erano morti e stecchiti ai suoi piedi!

      Cooper si raddrizzò tutto, dietro al bancone, e si affrettò a chiederle :

      “Salve, vai a farti un giro nei dintorni?”

      “Oh sì, non vedo l’ora di conoscere tutti i segreti di questo posto!” esclamò lei, eccitata.

      “Coop sorrise: “ Tutto qui? Allora ci rivediamo tra cinque minuti! Non è vero, Ben?”

      Ben aveva l’aria imbambolata e , conoscendolo, Cooper, giurò che non aveva mai visto una femmina così bella, prima d’ora! Sentì il forte impulso di dargli una botta in testa… sì sì, doveva proprio farlo!

      “Cosa?” farfugliò quello, senza levare gli occhi di dosso ad Ametista.

      Cooper scosse il capo, assolutamente incredulo. Non appena Ametista fosse uscita , avrebbe scambiato quattro chiacchiere con quel bellimbusto! Che si levasse dalla testa l’idea di mettergli i bastoni tra le ruote con Ametista! Quello era il suo terreno di caccia, migliore amico o no! Avrebbe voluto sbattere un pugno sul tavolo e dargli la sveglia! Quella ragazza gli piaceva davvero, e non avrebbe tollerato alcuna intromissione da parte di Ben! Era ora che l’amico scendesse dalle nuvole e tornasse sulla terra. Si rivolse a lui, scandendo bene le parole..

      “Le ho detto che avrebbe impiegato cinque minuti per scoprire i grandi misteri di questa città!”

      Finalmente Ben tornò tra loro e si grattò la testa, ancora frastornato:

      “ I misteri della città? Quali misteri? Sei caduto e hai battuto la testa?”

      Ametista sorrise: “ Dai ragazzi, ci sono segreti dappertutto, anche in piccole città come questa! Basta solo andarli a cercare!”

      “Ma come fai a saperlo, se è la prima volta che vieni qui?” chiese Ben, con intenzione.

      Lei scosse le spalle: “Infatti non lo so. Almeno, non ancora. Per ora ho conosciuto solo te e Cooper, e credo possiamo essere amici.. anche se non so ancora il tuo nome!” E aspettò che Cooper glielo presentasse

      Cooper non aveva molta voglia di presentarla a Ben. Anche se era il suo migliore amico, rimaneva sempre e comunque un po’ stronzo. Non aspettava altro che Ametista uscisse per parlare con lui e chiarire bene le cose, nei riguardi della ragazza. Anzi, prima si fossero chiariti, meglio era. A volte Ben era così insistente che ti faceva venir voglia di strozzarlo! Rassegnato, capì che non poteva essere maleducato, come avrebbe voluto.

      “Ametista, ti presento Ben Anderson, il mio migliore amico. Lei è Ametista Keane. E’ arrivata oggi in città.”

      Ben le sorrise, finalmente tornato in sé. Le strinse la mano con vigore: “ Lieto di conoscerti! Dove stai andando, di preciso? Vuoi che ti faccia da guida? Sono un buon Cicerone, dopo tutto è la mia città!” esclamò .

      Cooper dovette farsi forza per non strozzarlo subito: sentiva il suo impulso omicida crescere rapidamente. Strinse i denti e, nel contempo, si afferrò forte al bancone. Sperò che Ametista non gli dicesse dove aveva programmato di andare.

      “Ti ringrazio per l’offerta, ma preferisco girare da sola! Quando arrivo in un posto nuovo, mi piace scoprirlo piano piano per i fatti miei…Magari un’altra volta: prima o poi avrò certo bisogno di una guida turistica!” rise Ametista.

      Ben le sorrise sensualmente di rimando. Sulla faccia si potevano leggere, chiare, le sue reali intenzioni. S’inchinò con fare teatrale alla ragazza: “Quando vuoi, sarò sempre disponibile per te! Chiedi e ti sarà dato! Appena ti va, fammi un fischio!” esclamò, sornione.

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