Lo Spirito Del Fuoco. Matteo Vittorio Allorio

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Lo Spirito Del Fuoco - Matteo Vittorio Allorio

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style="font-size:15px;">      Cosa voleva da lui quel possente sconosciuto?

      Tutta quella gentilezza, fin troppo assurda per un luogo aspro come quello.

      Stretto nelle possenti e muscolose braccia, Jack non riuscì a muoversi. Impotente, si ritrovò in pochi secondi dietro al grosso banco seduto su uno sgabello intagliato nel legno.

      Riparata da un rudimentale gazebo a punta ricoperto da enormi teli dagli scuri colori, la bancarella presentò una protezione inaspettata e gradevole dalla confusione della strada.

      Seduto, lo guardò attentamente da sotto la rete del cappuccio. Con due spalle possenti e un fisico muscoloso, gli sembrò un vero e proprio guerriero e i lunghi e lisci capelli brizzolati, stretti in una coda spartana, ne marcarono ancor di più i duri tratti.

      Le basette, lunghe fino alle spalle, gli accarezzavano il collo, sul quale, minacciose, alcune vene pulsavano così energicamente che gli fu possibile vederle a occhio nudo.

      Vestito con un semplice pantalone nero e una maglietta bianca dalle maniche strappate, l’individuo emanava forza da ogni poro. I grossi stivali di cuoio e le lunghe collane arricchirono di dettagli la figura a cui Jack lo aveva associato.

      Ma a renderlo decisamente più minaccioso erano i simboli che gli ricoprivano la fronte e i polsi.

      Per quanto affascinanti, erano l’etichetta con la quale Gult aveva avuto a che fare fin dalla nascita. Ovunque andasse, ancor prima di presentarsi o di conoscere qualcuno, le sue origini lo anticipavano creando così negli altri molteplici e svariate reazioni.

      Nel ripensare al loro significato, il terrestre s'incupì provando a immaginare le difficoltà provate dal suo salvatore.

      La vita di un incrociato umano doveva essere tutt’altro che facile.

      Vendeva mantelli, numerosissimi mantelli dalle diverse tonalità. Alcuni erano rivestiti da splendide pellicce mentre altri, così fini da sembrare quasi finti.

      Jack iniziò a far scorrere lo sguardo da un angolo all’altro della bancarella rapito dalle pregiate stoffe con le quali erano stati prodotti quegli indumenti.

      «Mantello da ricognizione degli astri, li adoro!», commentò il mercante guardandolo stupito.

      Subito non se ne era accorto ma ora che la situazione si era calmata lo aveva riconosciuto. I mantelli dei vari ordini, quelli usati dai guerrieri, erano i suoi preferiti.

      «Dall’aspetto malconcio che ha devi aver girato in lungo e in largo nonostante la tua giovane età.», continuò sgranando gli occhi.

      Quello, un modello difficile da trovare anche per lui.

      «O più semplicemente lo hai comprato già ridotto così, o ancor più facile…», si fermò un istante.

      «L’hai rubato», concluse serio.

      Jack, ammutolito, si girò di scatto.

      Oltre a quell'accusa, lo avevano colto alla sprovvista le parole riguardanti la sua età.

      Aveva fatto trasparire un altro indizio sulla sua identità e l'ansia d'esser scoperto aumentò decisamente.

      «Scherzo straniero, scherzo!», gli sorrise l'uomo passandosi le mani tra i lunghi capelli color fumo, vedendo il ragazzo irrigidirsi.

      Solo nel guardare velocemente il suo mantello, il mercante si era fatto un’idea di chi si potesse celare sotto il cappuccio. Come un detective cerca ed esamina le prove, anche per Gult era lo stesso quando si trattava del suo lavoro. Era il terzo di una lunga generazione di venditori, tutti specializzati nella creazione, nella ricerca e nella vendita di mantelli di ogni tipo. Dai più lussuosi a quelli trasandati, da Gult il sarto potevi esser certo di trovare il mantello più adatto e dall’ottima, quasi ineguagliabile, qualità.

      Tutti disposti in ordine perfetto, ricoprivano l’intera bancarella e altri ancora scendevano sopra le loro teste, appesi in modo da essere più visibili agli occhi dei clienti.

      «Mio nonno ne fece uno anche per re Notem», continuò il venditore nel vedere il giovane fissarli con attenzione.

      Jack, non sapendo chi fosse questo re, annuì con il capo cercando comunque di rimanere con il viso il più coperto possibile.

      Aspettandosi una reazione di meraviglia dopo aver detto quelle parole, Gult si stupì dell’indifferenza del ragazzo.

      Jack non aveva mai visto così tanti mantelli in vita sua. Dalla bellezza indiscussa e dalle lavorazioni accurate, sembravano quelli usati nei film fantasy, che da sempre, oltre ai polizieschi, lo appassionavano.

      «Sono bellissimi», si limitò cercando di camuffare la voce, rendendola più roca e pesante.

      Gult inchinò il capo soddisfatto del complimento.

      «Per quanto magnifico, il tuo mantello ha sicuramente visto giornate migliori. Oggi mi sento di buon umore…», s’interruppe e aprì le braccia verso la bancarella.

      «Scegli quello che vuoi, estivo, invernale, rosso, nero, sceglilo come più ti aggrada».

      Il mercante aveva ragione. Quello che indossava puzzava ed era sgualcito in diversi punti.

      Si stupì della gentilezza mostrata da quell’incrociato dal fisico scolpito e dall’aria burbera. Non si conoscevano, eppure, oltre ad avergli salvato la vita, gli stava donando uno tra i suoi mantelli.

      Jack, indeciso sul da farsi, alzò le spalle senza parole.

      «Tranquillo ragazzo, non te lo faccio mica pagare.»

      «Non posso, ti ringrazio…». Le parole di Santos continuavano a ripetersi nella sua mente.

      Non osava neanche immaginare la reazione dell’astro una volta scoperto quel che era successo. Il carro con le provviste era andato distrutto e lui ora si trovava a parlare con un mercante sconosciuto che, per quanto bravo e gentile, rimaneva pur sempre un estraneo potenzialmente pericoloso.

      «Suvvia straniero, non fare il difficile. Sarebbe una grande offesa per me questo tuo rifiuto!» continuò Gult dandogli una pacca sulla spalla con la sua gigantesca e pesante mano.

      Non avendo altra scelta, Jack si fece coraggio e iniziò a esaminare l’intera bancarella. Accettare il dono forse era l’unico modo per non incuriosire ancor di più l'individuo.

      Chi, sano di mente, avrebbe rinunciato a un’offerta così allettante?

      Nel profondo però non stava più nella pelle consapevole della straordinaria bellezza dei capi che gli si presentavano davanti.

      Cercò di mantenere la calma regolando il respiro ormai fuori controllo. Dopo alcuni secondi di concentrazione, spostò lo sguardo su un lungo mantello nero ricoperto, sul collo e nel cappuccio, da una folta pelliccia marrone. La stoffa era di ottima qualità. Decise comunque di guardarli tutti, non voleva perdersene neanche uno. Era in imbarazzo e nello stesso tempo in estasi. Li avrebbe guardati tutti solo per ammirarli scegliendo comunque il meno bello. Non poteva approfittarne. Il dono offertogli era un segno di gentilezza e con lo stesso gesto, lui avrebbe ricambiato quel mercante privandolo del mantello meno caro così da non arrecargli un mancato e sicuro guadagno. Nel voltarsi per guardare l’angolo destro della bancarella, fu subito rapito dal mantello appeso sopra la sua testa. Ne restò folgorato. Anch’esso nero, presentava splendide

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