Concludi Ciò Che Hai Iniziato. Kathryn Lively
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Gregory. Adesso il suo nome era Gabby Gregory. O forse dovrebbe farsi chiamare Randall-Gregory e usare il suo nome di battesimo, Gabrielle. Forse questo l'avrebbe fatta apparire matura e più professionale durante gli incontri con potenziali agenti che l’avrebbero aiutata nella transizione da ragazza ingenua della TV a un ruolo dietro la telecamera.
Nella mano sinistra teneva l’ultimo numero del giornale People, la cui copertina la ritraeva insieme agli altri cinque protagonisti di Wondermancer High, lo spettacolo televisivo che aveva costituito il suo lavoro e la sua casa negli ultimi sei anni. Nella mano destra, piegato dalla sua stretta, un certificato di matrimonio che affermava la sua unione con Dash Gregory. Era successo solo un’ora prima e se avvicinava il foglio, poteva sentire l'odore dell'inchiostro della stampante. Il suo pollice sfiorò la firma apposta con un pennarello nero dal celebrante, un sosia di Johnny Cash di mezza età con basette vere e la trippa. Dash aveva insistito dicendo che un falso Elvis sarebbe sembrato troppo cliché, e che il suo defunto padre, un fan di Cash, avrebbe apprezzato.
Gabby aveva ceduto facilmente. Si sarebbe sposata di fronte a una soubrette con un vestito luccicante con piume di struzzo pur di avere un matrimonio legittimo. Il sosia di Cash non aveva riconosciuto nessuno dei due, il che era positivo. Non faceva parte della fascia di pubblico del loro spettacolo e apparentemente non aveva nessun adolescente che lo costringesse a sedersi davanti al televisore ogni giovedì sera alle otto.
Poggiò il certificato di matrimonio sul comodino per evitare che si rovinasse ulteriormente, poi si concentrò sulla rivista. Buona fortuna, diplomati!, recitava il titolo, in riferimento al finale della serie che sarebbe andato in onda il mese successivo. La tristezza la sfiorò appena mentre ricordava l’emozione e l’angoscia che avevano pervaso il set mentre giravano le scene finali. Una sensazione molto più simile al sollievo. Aveva recitato la parte di Tula Truebend per sei stagioni e, per quanto ne sapesse il paese, la sua vita reale rispecchiava quella della studentessa etero e puritana che aspirava ai vertici del mondo magico. Con fatica. I suoi voti, abbastanza discreti da permetterle di continuare a recitare, non l'avrebbero fatta ammettere ad Harvard. Non aveva intenzione di andare all’università, comunque.
Ora, con la serie alle spalle, non vedeva l'ora di intraprendere una carriera come sceneggiatrice e produttrice, per creare piuttosto che ripetere a pappagallo. Primo punto all’ordine del giorno: sviluppare un progetto per Dash.
Dei sei attori principali dello spettacolo sul paranormale - creato per sfruttare al meglio il successo della serie di Harry Potter - il suo nuovo marito era quello che soffriva la maggior parte degli stereotipi. Mentre lei interpretava la secchiona, un ruolo carino per cominciare, lui era l’archetipo del nerd. Occhiali, bacchetta perennemente piegata, risata sciocca e zero senso della moda. I responsabili del programma avevano ignorato tutte le richieste di far crescere Freddie Grodin verso la fine dello spettacolo, lasciando che “Grody” rimanesse un nerd amato ma goffo e inetto agli occhi dei fan di Wondermancer High.
Si era messa in testa che Dash avrebbe avuto una lunga carriera da attore, non interpretando variazioni dello stesso ruolo. Comunque, perché diavolo ci stava mettendo così tanto tempo? Era andato a prendere l'acqua... si era perso?
La maniglia della porta della loro stanza sussultò e sbatté, spaventandola. D'istinto, si strinse di più al petto la lunga vestaglia che indossava. Quando erano rimasti allo scoperto in Fremont Street, mentre percorrevano a piedi il tragitto dalla cappella all’hotel, si era preoccupata di una possibile scoperta da parte di fan e paparazzi. Invece la gente li aveva superati, noncurante. Si rese conto che poteva succedere solo in una città come quella.
“Finalmente”, mormorò Dash entrando nella stanza. “Odio queste dannate chiavi magnetiche. Funzionano una volta sì e dieci no.” Un sacchetto di plastica, pieno di bottiglie e merendine, gli pendeva dall'avambraccio, e indossava il suo berretto preferito dei Dodgers abbassato sul viso. Gabby sorrise vedendolo, soprattutto perché Dash non aveva in realtà bisogno di indossarlo per nascondere la sua identità. Senza gli occhiali attaccati col nastro adesivo e i capelli pettinati all’indietro che il mondo vedeva portare a Grody ogni settimana, Dash nel ruolo di se stesso non assomigliava per nulla al personaggio che interpretava. Era invidiosa della sua possibilità di vagare liberamente.
No, Dash era stupendo con i suoi occhi blu chiaro e un accenno di barba ispida che adombrava la sua mascella forte. Si tolse il berretto e arruffò i capelli corti, aumentando ancor più il suo aspetto adorabilmente trasandato.
“Sono contenta che tu sia tornato”, gli disse, e gli si avvicinò per un abbraccio. “Non mi piace stare qui da sola.”
“Hey.” Le prese la rivista e la mise accanto al certificato di matrimonio, poi la avvolse tra le sue braccia. Lui si sentì al sicuro, al caldo. “Va tutto bene. Non ti avevo detto che sarebbe andato tutto bene? È ufficiale, siamo sposati e nessuno può farci del male.”
“Continuo a pensare che qualcuno ci abbia visto al piano di sotto.” Nella mente di lei fiorivano visioni di fotografi che pedinavano ogni piano dell’hotel, travestiti da addetti al servizio in camera. Fan che tiravano fuori i telefoni o correvano verso il telefono pubblico più vicino per dirlo agli amici, o peggio, annunciarlo al mondo tramite le loro pagine di MySpace e quel nuovo sito, Twitter. Indovina... abbiamo visto Tula e Grody a Las Vegas! Perché sono qui, a prenotare la stessa stanza d'albergo? Ooooh!
Gli amici lo dicono ad altri amici. Qualcuno conosce un ragazzo all'Enquirer. Chiama il suo contatto a Las Vegas. Qualcuno chiama i genitori di lei... tra tre secondi la squadra d’assalto darà un calcio alla loro porta...
“Gabby, stai tremando.”
“Voglio solo essere sposata per una notte senza che il mondo lo sappia.”
Dash ridacchiò. Vibrava affianco al suo corpo, facendole sentire la presenza di lui. La vestaglia si aprì e il suo seno, nascosto da uno strato trasparente di raso e pizzo, si strinse contro il corpo di lui quando la tirò a sé. I suoi capezzoli si indurirono, anticipando il suo tocco.
Non avevano scoperto così tanto del corpo dell’altro durante l'anno in cui si erano frequentati di nascosto. Si erano baciati, molto, e si erano divertiti a palparsi coi vestiti addosso tra una scena e l’altra. Lei aveva riservato tutto per stasera.
“Va tutto bene, Gabby”, la rassicurò. “Potremmo percorrere l'intera Las Vegas Strip stasera e nessuno ci noterebbe. C’è abbastanza da fare a Las Vegas per distrarre le persone. Infatti,” lui si allontanò e lei piagnucolò, “ho pensato che potremmo restare una notte in più.”
“Ma domani partiamo per New York.” Un estraneo avrebbe potuto giudicare il loro matrimonio improvvisato, ma avevano pianificato tutto per questa settimana. Matrimonio a Las Vegas, poi a Manhattan per acquistare un appartamento. Audizioni teatrali e televisive per Dash mentre lei avrebbe incontrato gli agenti per discutere delle idee per dei progetti.
“Lo so, ma ti meriti una vera luna di miele, per quanto breve. Non siamo mica al verde che dobbiamo tornare subito al lavoro.”
“Lo so.” Supponendo che Wondermancer High godesse di lunga vita con le repliche, non avrebbero dovuto lavorare di nuovo entrambi se avessero pianificato bene le spese. Lei però voleva lavorare e intendeva prendere le distanze da Tula Truebend.
Lui si sedette sul bordo del letto e si tolse le scarpe. La polo bianca che aveva indossato per la cerimonia fu la seconda a essere