Insieme Per Trinity. Bella Settarra
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Читать онлайн книгу Insieme Per Trinity - Bella Settarra страница 4
Aveva notato che Jarrod aveva ascoltato attentamente Frank quando gli aveva detto che avrebbe avuto bisogno di una mano, quel giorno, e aveva immaginato che l'uomo non si riferisse solo all'aiuto fisico. Il pover'uomo era impallidito quando aveva spiegato loro che sua nipote aveva da poco perso la propria casa per colpa di un tubo del gas esploso proprio fuori dal suo condominio. La sorella di Sylvia, la madre di Trinity, era morta qualche anno prima e il padre non si faceva vedere da un bel po'. Frank e Sylvia erano molto preoccupati per la nipote e avevano insistito affinché stesse da loro per un po' di tempo. Erano determinati a prendersi cura di lei, che lo volesse o no. Era abbastanza indipendente, a quanto pareva, quindi era stata un po' reticente ad accettare la loro proposta.
Era difficile immaginare Trinity come autosufficiente e capace di adattarsi a tutto. Il suo viso era sottile e pallido, e la sua figura minuta la faceva sembrare fragile e debole. Indossava un paio di jeans e una maglietta bianca, mentre ai piedi calzava delle Converse. Se non fosse stato per i capelli rosa, avrebbe tranquillamente potuto mimetizzarsi nella folla. Tuttavia, la sua passione per il rosa acceso gli fece pensare che in Trinity Ellis ci fosse più di quanto suggerisse il suo aspetto fisico.
Mentre la caffettiera gorgogliava, Cordell si voltò per guardare Frank, che sembrava perso nei propri pensieri, mentre stava seduto al bancone fissando il vuoto. “Quanto tempo resterà qui?” chiese.
Frank sussultò, come se fosse appena stato trascinato fuori da un luogo lontano mille miglia. “Fino a quando riusciamo a farla restare,” mormorò, a bassa voce.
Jarrod si accigliò. “Hai detto che lavora da casa. Ha qualcosa per cui dovrebbe tornare in Nebraska?”
“Non lo so. Suppongo dipenda da questo suo fidanzato,” replicò Frank. “Se è una cosa seria, potrebbe voler tornare da lui il prima possibile.” Strinse le labbra, pensieroso. “Dipende da come si sentirà stando lontana da lui.”
Cordell sentì un sussulto allo stomaco al pensiero che il suo ragazzo l'avesse abbandonata in un momento come quello. “Non può essere un granché se non sta con lei quando ha bisogno di lui,” mormorò.
“Non è forse vero?” intervenne Jarrod con un sogghigno.
“Andiamo, ragazzi. Non conosciamo l'intera storia. Non saltiamo subito alle conclusioni, va bene? Potrebbe avere una valida ragione per non essere qui con lei.” Frank sollevò una mano per calmarli mentre si alzava.
“Non riesco a pensare a niente che possa essere considerato una valida ragione per non stare con la tua fidanzata quando ha bisogno di te,” protestò Jarrod. “Qualsiasi ragazzo degno di questo nome farebbe i salti mortali pur di stare con Trinity in un momento come questo. Quella ragazza ha bisogno di conforto, di essere accudita. Chiunque sia questo fidanzato, vorrei prenderlo a pugni per averla lasciata da sola. Non merita una ragazza come Trinity. Non mi interessa quali scuse abbia, non sono valide. Che razza di uomo lascia sola la sua fidanzata subito dopo che la sua casa è andata a fuoco?”
Un rumore improvviso fuori dalla porta li fece voltare tutti.
“Uno che è morto,” replicò Trinity.
Capitolo Due
Trinity deglutì mentre l'atmosfera pesante minacciava di soffocarla. Tutti la stavano fissando e lei riusciva a sentire la loro vergogna e il loro orrore. Era tentata di correre fuori da quella casa e liberare le lacrime che le bruciavano la gola, singhiozzando e imprecando per quanto crudele era stato il destino con lei, ma non lo fece. Trinity era forte. Doveva esserlo. Inoltre, zia Sylvia era proprio dietro di lei.
“È già pronto quel caffè?” chiese, costringendo le gambe a muoversi mentre si dirigeva verso il bancone. Zia Sylvia le posò una mano sulla schiena. Trinity sapeva che l'anziana signora probabilmente stava cercando di aiutarla, ma il contatto fisico era l'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento.
Cordell la guardava a bocca aperta, il suo bel viso era teso e a disagio. I folti baffi che gli coprivano il labbro superiore si contrassero mentre chiudeva rapidamente la bocca e sembrava faticare a trovare le parole giuste da dire. “Sì, certo.” Si voltò verso la caffettiera e cominciò a versare il caffè. “Mi dispiace davvero per…”
“Va tutto bene,” lo interruppe lei, alzando una mano per impedirgli di scusarsi. Sapeva che sarebbe crollata se lui fosse stato gentile con lei. “Ci sono dei biscotti in quel barattolo?” Fece un cenno verso il contenitore sul bancone e Cordell lo afferrò rapidamente per passarglielo.
“Trinity, dolcezza, non lo sapevamo. Voglio dire, hai detto che il tuo appartamento è stato distrutto da quell'esplosione, ma non che…” Lo zio Frank sembrava devastato e Trinity non poté fare a meno di sentirsi dispiaciuta per lui.
“Va tutto bene, davvero,” disse con la massima disinvoltura che riuscì a tirare fuori, prendendo un biscotto con le gocce di cioccolato. “Era nell'appartamento quando è andato in fiamme.” Il nodo che le si era formato in gola minacciava di soffocarla, e sapeva che mangiare qualcosa in quel momento era una pessima idea. Tuttavia, non avrebbe pianto davanti a tutti. In nessun modo. Tirò su col naso, salendo sullo sgabello accanto a suo zio. Le sue gambe penzolavano, non raggiungendo del tutto la stecca orizzontale più in basso, figuriamoci il pavimento.
“Perché non ce lo hai detto?” Zia Sylvia circondò le spalle di Trinity con le braccia, soffocandola con il suo profumo alla lavanda.
Trinity sapeva che sua zia aveva buone intenzioni, ma la sua gentilezza rischiava di sciogliere la corazza che stava cercando con tanta veemenza di mantenere intatta.
“Va tutto bene,” ripeté, schiarendosi la gola mentre cercava gentilmente di spingere via le braccia di sua zia. “Non dovete preoccuparvi per me.”
Notò l'espressione ferita negli occhi di sua zia, e rapidamente distolse lo sguardo. Sfortunatamente, i suoi occhi caddero automaticamente sul bel ragazzo che stava preparando il caffè e che la stava guardando con un leggero cipiglio. Trinity non aveva davvero bisogno anche della disapprovazione di Cordell.
“Sono rimasti alcuni biscotti in quel barattolo?” Jarrod era seduto dall'altra parte del bancone e si chinò per raggiungere il contenitore che si trovava proprio di fronte a Trinity.
Grata per la distrazione, lei allungò rapidamente la mano per passargliela, proprio mentre lui faceva lo stesso. I loro corpi quasi si toccarono e Trinity fu improvvisamente circondata dall'odore fresco della sua acqua di colonia e dal calore del suo corpo. Chiudendo gli occhi per assaporare il momento, fu sorpresa di sentirsi improvvisamente in pace, nonostante la tensione e l'imbarazzo dell'intera situazione. Fece un respiro profondo, lasciando che il suo odore la riempisse e le raggiungesse l'anima.
Una risatina le fece aprire velocemente gli occhi e si ritrovò a fissare Jarrod. L'uomo aveva i capelli scuri e un sorriso che gli allargava le labbra, donandogli un aspetto rilassato e quasi fanciullesco. Le piccole rughe ai lati degli occhi marrone scuro indicavano che fosse abituato a ridere. Trinity arrossì e il suo stomaco si strinse dal desiderio di avvicinarsi ancora di più a quell'uomo che aveva appena conosciuto.
Fece per togliere la mano dalla sua, ma Jarrod glielo impedì. Anche se le piaceva molto la sensazione delle loro dita intrecciate, era un po' sorpresa dalla sua riluttanza a liberarla. Lo guardò