Lo Scricciolo. Kristy McCaffrey
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Читать онлайн книгу Lo Scricciolo - Kristy McCaffrey страница 14
Con il cuore che martellava nel petto, Molly annuì e si schiarì la gola, ritrovando finalmente la voce. «Sono contenta di rivedervi, signore.» Sembrava avesse ingoiato un rospo.
Jonathan la lasciò andare. «Devi essere affamata» disse. «Andiamo a fare tutti colazione; continueremo dopo.»
Molly lanciò un’occhiata a Claire, notando che anche l’amica indossava un abito, color crema, e aveva legato i capelli biondi con un nastro. Stava benissimo, mentre lei si sentiva una trasandata bambola di pezza.
Si stavano spostando verso la sala da pranzo, quando Logan si avvicinò e la strinse in un veloce abbraccio, cui il suo corpo rigido rispose in maniera impacciata.
«Ieri sera non sapevo che fossi tu» si scusò lui con voce e occhi colmi di calore. «Immagino che dirti “è un piacere rivederti” sia decisamente riduttivo.»
Lei spinse il busto indietro, iniziando a rilassarsi.
«Io, invece, ti ho riconosciuto subito» disse. «Con Matt vi somigliate troppo.» Apparso all’improvviso, questi riempì lo spazio tra loro, costringendo Logan a sciogliere l’abbraccio e a farsi da parte.
Senza respiro di fronte all’intensità del suo sguardo, Molly azzardò finalmente un’occhiata al suo indirizzo. Era infastidito, si accorse con sorpresa. Doveva essere per via del suo aspetto.
«Già, ma tra i due il bello sono io» scherzò Logan strappandole una risatina spontanea, del tutto irrefrenabile. La sua affabilità e la simpatia erano le stesse di sempre.
In silenzio, Matt lo invitò a precederli verso la sala da pranzo e mettendole una mano sulla schiena la guidò lungo il corridoio. A quel contatto il sorriso di Molly svanì.
Il suo aspetto non l’aveva mai neanche sfiorata durante i giorni e le notti – quelle interminabili settimane – in cui aveva contemplato il ritorno a casa. Certo, aveva sperato di vederlo ma immaginandolo così come lo ricordava lei. L’uomo che la toccava adesso era tutt’altra storia, come pure la reazione del proprio corpo.
Una parte di lei voleva girarsi e avvicinarglisi, tanto da sentirsi circondata dal suo profumo – sapone e sole uniti a un più vago odore maschile – e ammantarsi della sua forza. L’altra voleva scappare via senza mai voltarsi indietro. Non aveva esperienza in fatto di uomini, ma sapeva per certo che questo crescente desiderarlo non le avrebbe procurato altro che sofferenze.
Solo la rinuncia a qualsiasi legame affettivo aveva reso la sopravvivenza degli ultimi dieci anni sopportabile… quasi. Niente, e nessuno, era mai rimasto una costante nella sua vita.
Ed essendo cambiate così tante cose, era chiaro che presto avrebbe dovuto riprendere il proprio cammino. Aveva pensato che il Texas fosse il punto d’arrivo, ma la sua casa non era più lì. I suoi genitori erano morti, il ranch era abbandonato e le sorelle vivevano altrove. Non le restava altro che occuparsi di Davis Walker.
«Il bello saresti tu solo a confronto con un armadillo» ribatté Matt mentre entravano nella sala da pranzo.
Estrasse una sedia per Molly e fece cenno a Claire di sederle accanto, quindi lui e Logan si accomodarono di fronte. Jonathan prese posto davanti all’ampia finestra – con la luce del sole che riempiva la stanza e prometteva un nuovo giorno – e Susanna sedette all’altro capo. Sulla grande tavola di legno scuro, con il bordo arricchito da elaborati intagli, erano disposti con cura scintillanti piatti bianchi e argenteria lustra. Le sedie ben assortite erano larghe e robuste. Un tavolo lungo era addossato a una delle restanti pareti, mentre su quella opposta grandeggiava un’alta credenza a vetri colma di bicchieri e stoviglie da tavola. Molly si sentì ansiosa. Mangiare non era mai stata una faccenda tanto complicata per lei. La sera prima con Claire e Susanna avevano consumato la cena in cucina, il che le era andato perfettamente a genio.
«A me gli armadilli sono sempre piaciuti» rispondeva intanto Logan in tono affabile.
«Claire» intervenne Molly, colpita da un pensiero improvviso «ti hanno già presentato Logan?»
«Sì» rispose l’amica, lanciando uno sguardo distaccato al fratello di Matt. «Proprio prima che arrivassi tu.»
Per tutta risposta, lui le sorrise e strizzò un occhio.
Era raro che Claire mostrasse delle reazioni, eppure le sue guance si erano colorate, notò Molly.
«Hai dormito bene?» chiese a bassa voce, avvicinandosi a quella che era diventata la sua compagna di viaggio e che sospettava sarebbe rimasta nella sua vita solo per poco, come tutte le persone che aveva conosciuto.
«Sì, grazie.»
L’imbarazzo che l’amica provava, nel trovarsi in quel posto sconosciuto tra gente estranea, doveva essere almeno il doppio del suo.
«Io continuo a dimenticare che sei mancino...» iniziando a mangiare, i gomiti di Matt e Logan si erano scontrati, e il secondo sembrava approfittarne «… ma tu fingi di non ricordare che sono più grande di te» sbottò Matt esasperato, schivando l’ennesima gomitata.
«Posso sempre batterti» si vantò Logan con la bocca piena di uova strapazzate. «Quando e come vuoi. Decidi tu.»
«E proprio quando pensi che siano ormai uomini, adulti e maturi, i tuoi figli ti ricordano che sono ancora dei ragazzi» disse Susanna sporgendosi verso Molly e Claire. «Che ne dite di scambiarvi di posto, voi due?» aggiunse a voce più alta.
Fu Matt a spostarsi e sedere proprio di fronte a Molly. Sentendo il suo sguardo su di sé, lei sollevò gli occhi e… quasi lasciò cadere la forchetta.
«C’è una cosa che ho sempre voluto sapere» disse Logan «e adesso che sei qui magari saprai darmi una risposta. Chi fu a rubarmi i vestiti quell’estate che eravamo tutti al ranch di tuo padre e dopo un pomeriggio passato a domare cavalli andammo a fare una nuotata nello stagno della tenuta?»
Molly tossì, ingoiando le uova a fatica. «Ecco, io…» esitò «credo sia stata Emma.»
«Emma?» ripeté Logan, stupito. «La piccola Emma di sette, otto anni?»
«Mia sorella minore» spiegò lei rivolta a Claire.
«E la creaturina più dolce che esistesse» aggiunse Matt. «Mi chiedo chi le abbia suggerito di rubarti i vestiti.» Il suo sguardo era puntato su Molly.
«Non puoi dare la colpa a me» si difese lei. «Fu un’idea sua. Anche se, forse, Joey o Cale le diedero un piccolo aiuto.»
Susanna rise. «E poi?»
«Alla fine, la signora Hart s’impietosì e mi lanciò un lenzuolo» rispose Logan.
Molly si schiarì la gola. «Adesso che ci penso, però, forse Emma lo fece per un’altra ragione. Avevamo sentito dire entrambe che… che avevi un segno in un certo posto del corpo. Una voglia? Penso che Emma fosse un po’ troppo curiosa.»
Susanna sorrise. «Sì, ce l’ha sin dalla nascita. Ne ha una anche Matthew» aggiunse in tono discorsivo.
Molly vide i visi dei due fratelli incendiarsi e, sebbene non provasse interesse per la voglia di Logan, non poté fare a meno di chiedersi, arrossendo quanto loro, come fosse quella di Matt e in quale