Le avventure del Principe Amir – 1. Il Diaspro rosso. Roberto Borzellino

Чтение книги онлайн.

Читать онлайн книгу Le avventure del Principe Amir – 1. Il Diaspro rosso - Roberto Borzellino страница 5

Le avventure del Principe Amir – 1. Il Diaspro rosso - Roberto Borzellino

Скачать книгу

style="font-size:15px;">      «Nostro figlio… Adeela… nostro figlio… ricordati che non è solo mio figlio», la interruppe gentilmente il re. «Forse dimentichi che lui ha esattamente il tuo carattere… è come te da giovane… ma con l’avanzare dell’età cominci a non ricordare… mia splendida regina…».

      Mohammed non finì di concludere la frase che un grande sorriso illuminò il rubicondo viso dell’amatissima moglie che scoppiò in una sonora e coinvolgente risata. Come al solito il re era riuscito, con una semplice ma efficace battuta, a calmare gli animi.

      «Stai tranquilla mio splendore, vado a cercarlo personalmente, sono sicuro che lo troverò nascosto in uno dei suoi posti segreti…».

      «Oh… bene… adesso mi abbandoni anche tu… questa cena sta diventando una tipica serata da famiglia di Astagatt», lo riprese Adeela, alzando lo sguardo verso il soffitto.

      «Su amore mio… non essere arrabbiata!! Farò prestissimo. Prometto. Vedrai che, tra pochi minuti, io e tuo figlio Amir faremo ritorno da te e, tutti insieme, consumeremo questa splendida cena».

      Mohammed si considerava un padre orgoglioso e premuroso. Quando gli impegni del reame glielo consentivano si fermava a parlare con Amir e, insieme, discutevano di tutto, di qualunque argomento.

      Amir non era l’unico figlio della coppia reale. Infatti, il principe ereditario aveva un fratello minore, più piccolo di circa due anni, al quale avevano dato il nome di Akhmed, in onore del nonno materno che, alla veneranda età di 84 anni ancora governava, con piglio giovanile ma autoritario, la vicina isola di Cora.

      Akhmed, fin dai primi vagiti, dimostrò di avere un carattere forte e determinato. Al momento dell’allattamento agitava vorticosamente le piccole manine e i piedini, in segno di ribellione e respingeva perentoriamente, con calci e pugni, tutte le nutrici che gli si avvicinavano. Desiderava bere il latte solo dal seno della madre, la regina Adeela, che amorevolmente si dedicava alle cure del figlioletto, coccolandolo dolcemente finché non lo vedeva addormentato con un sorriso di soddisfazione stampato sul suo viso già paffutello.

      I due fratelli crebbero rapidamente ma con caratteri completamente diversi l’uno dall’altro. Così dolce, gentile e premuroso Amir, tanto più arrogante, chiuso ed introverso Akhmed.

      Anche nell’aspetto i due principini erano moto diversi.

      Il più grande dei fratelli era longilineo e già alto per quelli della sua stessa età. Aveva un bel visino sul quale spiccavano due bellissimi occhi azzurri e una tumultuosa capigliatura di splendidi ricci neri. Akhmed, invece, cresceva grassottello, con le lentiggini, il naso grosso e i capelli rossi. Inoltre, per distinguersi dal fratello più grande al quale non desiderava affatto assomigliare, si faceva appositamente tagliare i capelli cortissimi dal barbiere di corte, con vivo disappunto dei suoi genitori.

      Solo un particolare fisico sembrava accumunare i due fratelli: il colore dei loro occhi che erano di un grigio-azzurro intenso, cosa che li distingueva da tutti gli altri bimbi dell’isola di Astagatt.

      Akhmed, al contrario di Amir, non aveva nessuna passione per l’arte o la cultura in generale. La sua unica occupazione, durante l’infanzia e parte della sua giovinezza, era stata quella di giocare con i soldatini di piombo, ad altezza naturale, fatti realizzati dal sovrano, appositamente per lui, dai migliori artigiani dell’isola. Raramente si poteva notare Akhmed leggere qualche libro, se non quelli che parlavano di navi, di battaglie o di avventurose attraversate degli oceani. Il mare e la navigazione erano le uniche passioni che univano i due fratelli, ma per tutto il resto erano completamente agli antipodi, come l’acqua con il fuoco.

      In diverse occasioni aveva apertamente manifestato la sua gelosia per il fratello maggiore, che detestava, a suo dire, anche per i suoi modi sempre troppo cortesi e gentili verso i sudditi del regno.

      Per Akhmed, invece, bisognava mantenere le debite distanze dal popolo e governare con il metodo «del bastone e della carota».

      A volte Akhmed, a causa del suo cattivo comportamento verso la servitù di corte, veniva punito dal re e confinato nella sua stanza. In quelle occasioni era solito ripetere a voce alta: «Un giorno tutto questo cambierà. Io sono un principe e nessuno può dirmi cosa devo fare e cosa devo dire. Prima o poi ucciderò quell’imbecille di mio fratello Amir e tutti dovranno temere la mia ira. Mi ricorderò di tutti quelli che oggi mi procurano dolore e, quando sarò sul trono di Astagatt, la mia vendetta sarà implacabile».

      La regina Adeela, benché restasse colpita dal feroce odio provato dal figlio minore nei confronti del fratello, non ne stigmatizzava le parole. Anzi, accarezzandogli la testa rasata cercava, con pazienza e dolci parole, di riportarlo alla calma. Gli sussurrava che, un giorno non lontano sarebbe diventato il potente sultano dell’isola di Cora. Era quello il suo destino, già scritto nelle stelle, in qualità di unico discendente maschio designato a succedere a suo nonno Akhmed Al Kebir.

      Amir, che amava il fratello più piccolo e gli perdonava tutte le provocazioni e gli scherzi stupidi che era costretto a subire, solo in un’occasione perse il suo proverbiale autocontrollo e si arrabbiò moltissimo con Akhmed. Questi gli rubò la preziosa e amatissima collezione di vecchi libri di storia e trascorse un’intera settimana prima che si decidesse a restituirla al fratello. Fu solo grazie all’intervento, duro e deciso, della regina Adeela, che la questione tra i fratelli fu risolta senza indugio.

      Amir, alla consegna dei suoi preziosi libri di storia, riacquistò immediatamente la calma ed il sorriso. Porse amichevolmente la mano verso il fratello, in segno di pace, invitandolo a trascorrere con lui un’intera giornata in cui avrebbero solo pensato a giocare ai soldatini. Ma Akhmed rifiutò sdegnosamente l’offerta e fuggì, arrabbiatissimo, nella sua stanza, tra le lacrime, meditando eterna vendetta.

      GLOSSARIO 2

      Avverbio/ Наречие = avv.

      Verbo / Глагол = v.

      Modo di dire / фигура речи = m.d.

      Aggettivo / прилагательное = agg.

      Sostantivo = s. m.

      (существительное мужского рода)

      Sostantivo = s. f.

      (существительное женского рода)

      affamato di cultura (m.d.) = grande desiderio di cultura

      одержим культурой, просвещением

      precettore (s.m.) = maestro

      дежурный наставник

      intrufolarsi (v.) = entrare di nascosto

      проникать

      nascondiglio

Скачать книгу