Enrico IV. Luigi Pirandello

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Enrico IV - Luigi  Pirandello

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compone una fiera testa di walkiria. Questa truccatura assume un rilievo che contrasta e conturba profondamente nella bocca, bellissima e dolorosa. Vedova da molti anni, ha per amico il barone Tito Belcredi, che né lei né altri han mai preso sul serio, almeno in apparenza. Quel che Tito Belcredi è poi in fondo per lei, lo sa bene lui solo, che perciò può ridere, se la sua amica ha bisogno di fingere di non saperlo; ridere sempre per rispondere alle risa che a suo carico le beffe della marchesa suscitano negli altri. Smilzo, precocemente grigio, un po’ più giovane di lei, ha una curiosa testa d’uccello. Sarebbe vivacissimo, se la sua duttile agilità (che lo fa spadaccino temutissimo) non fosse come inguainata in una sonnolenta pigrizia d’arabo, che si rivela nella strana voce un po’ nasale e strascicata. Frida, la figliuola della marchesa, ha 19 anni. Intristita nell’ombra in cui la madre imperiosa e troppo vistosa la tiene, è anche offesa, in quest’ombra, dalla facile maldicenza che quella provoca, non tanto più a suo danno, ma a danno di lei. È però già per fortuna fidanzata al marchese Carlo Di Nolli: giovine rigido, molto indulgente verso gli altri, ma chiuso e fermo in quel poco che crede di poter essere e valere nel mondo; per quanto forse, in fondo, non lo sappia bene neanche lui stesso. È, a ogni modo, costernato dalle tante responsabilità che crede gravino su lui; così che gli altri sì, gli altri possano parlare, beati loro, e divertirsi; lui no, non perché non vorrebbe, ma perché proprio non può. Veste di strettissimo lutto per la recente morte della madre. Il dottor Dionisio Genoni ha una bella faccia svergognata e rubiconda da satiro; con occhi fuoruscenti, corta barbettina arguta, lucida come d’argento: belle maniere, quasi calvo. Entrano costernati, quasi paurosi, guardando la sala con curiosità (tranne il Di Nolli); e parlano dapprima a bassa voce.

      Belcredi Ah, magnifico! magnifico!

      Dottore Interessantissimo! Anche nelle cose il delirio che torna così appunto! Magnifico, sì sì, magnifico.

      D. Matilde (che ha cercato con gli occhi in giro il suo ritratto, scoprendolo e accostandosi). Ah, eccolo là! Mirandolo a giusta distanza, mentre insorgono in lei sentimenti diversi. Sì sì…Oh, guarda…Dio mio… chiama la figlia: Frida, Frida…Guarda…

      Frida Ah, il tuo ritratto!

      D. Matilde Ma no! Guarda! Non sono io: sei tu, là!

      Di Nolli Sì, è vero? Ve lo dicevo io.

      D. Matilde Ma non avrei mai creduto tanto! Scotendosi come per un brivido alla schiena: Dio, che senso! Poi, guardando la figliola: Ma come, Frida? Se la stringe accanto, cingendole con un braccio la vita. Vieni! Non ti vedi in me, tu, là?

      Frida Mah! Io, veramente…

      D. Matilde Non ti sembra? Ma come non ti sembra? Voltandosi al Belcredi: Guardate voi, Tito! Ditelo voi!

      Belcredi (senza guardare). Ah, no, io non guardo! Per me, a priori, no!

      D. Matilde Che stupido! Crede di farmi un complimento! Rivolgendosi al dottor Genoni: Dica, dica lei Dottore!

      Dottore (fa per accostarsi).

      Belcredi (con le spalle voltate, fingendo di richiamarlo di nascosto). Ps! No, dottore! Per carità, non si presti!

      Dottore (smarrito e sorridente). E perché non mi dovrei prestare?

      D. Matilde Ma non gli dia retta! Venga! È insoffribile!

      Frida Fa di professione lo scemo, non lo sa?

      Belcredi (al Dottore, vedendolo andare). Si guardi i piedi, si guardi i piedi, dottore! i piedi!

      Dottore (c.s.). I piedi? Perché?

      Belcredi Ha le scarpe di ferro.

      Dottore Io?

      Belcredi Sissignore. E va incontro a quattro piedini di vetro.

      Dottore (ridendo forte). Ma no! Mi pare che – dopo tutto – non ci sia da stupirsi che una figlia somigli alla madre…

      Belcredi Patatràc! Ecco fatto!

      D. Matilde (esageratamente adirata, venendo incontro al Belcredi). Perché patatràc? Che cos’è? Che cos’ha detto?

      Dottore (candidamente). Non è forse cosi?

      Belcredi (rispondendo alla marchesa). Ha detto che non c’è da stupirsi; mentre voi ne siete tanto stupita. E perché, allora, scusate, se la cosa è per voi adesso così naturale?

      D. Matilde (ancora più adirata). Sciocco! Sciocco! Appunto perché è così naturale! Perché non c’è mica mia figlia, là. Indica la tela. Quello è il mio ritratto! E trovarci mia figlia, invece che me, m’ha stupito; e il mio stupore, vi prego di credere, è stato sincero, e vi proibisco di metterlo in dubbio! Dopo questa violenta sfuriata, un momento di silenzio impacciato in tutti.

      Frida (piano, seccata). Dio mio, sempre così…Per ogni nonnulla, una discussione.

      Belcredi (piano anche lui, quasi con la coda tra le gambe, in tono di scusa). Non ho messo in dubbio nulla, io. Ho notato che tu, fin da principio non hai condiviso lo stupore di tua madre; o, se di qualche cosa ti sei stupita, è stato perché le sembrasse tanta la rassomiglianza tra te e quel ritratto.

      D. Matilde Sfido! Perché lei non può conoscersi in me com’ero alla sua età; mentre io, là, posso bene riconoscermi in lei com’è adesso.

      Dottore Giustissimo! Perché un ritratto è lì sempre fisso in un attimo; lontano e senza ricordi per la marchesina; mentre tutto ciò che esso può ricordare alla signora Marchesa: mosse, gesti, sguardi, sorrisi, tante cose che lì non ci sono…

      D. Matilde Ecco, appunto!

      Dottore (seguitando, rivolto a lei). Lei, naturalmente, può rivederle vive, ora, in sua figlia.

      D. Matilde Ma lui deve guastarmi sempre ogni minimo abbandono al sentimento più spontaneo, cosi, per il gusto di farmi stizzire.

      Dottore (abbagliato dai lumi che ha dato, ripiglia con un tono professionale, rivolto al Belcredi). La rassomiglianza, caro barone, nasce spesso da cose imponderabili! E così difatti si spiega che…

      Belcredi (Per interrompere la lezione). Che qualcuno può trovare anche qualche rassomiglianza tra me e lei, caro professore!

      Di Nolli Lasciamo andare, lasciamo andare, vi prego. Accenna ai due usci a destra per avvertire che di là c’è qualcuno che può sentire. Ci siamo svagati troppo, venendo.. .

      Frida Sfido! Quando c’è lui… accenna al Belcredi.

      Donna Matilde (subito). Volevo bene perciò che non venisse!

      Belcredi Ma se avete fatto tanto ridere alle mie spalle! Che ingratitudine!

      Di Nolli

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