Una donna. Bracco Roberto
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Il cuscino! Quale cuscino?
Come! Non l'avevi veduto? Non lo avevi ammirato? Già, hai ragione, io l'ho fatto di nascosto perchè non ero certa di riuscire. Ma sono riuscita!.. Era di raso azzurro, sai, chiaro chiaro: una tinta deliziosa; e sull'azzurro spiccavano i rami verde cupo e i fiori di velluto d'un rosa pallidissimo. Modestia a parte, un gusto sopraffino. Pareva un quadro… un quadro tuo! Che bellezza! Che bellezza!
Molte spese, però.
Oh! non molte… (Facendo il conto) Un trentacinque lire: non più.
E le Suore te l'hanno venduto per…
(imbarazzata come una bambina)… Per qualche cosa di meno. Ma guarda: per la prima volta bisogna transigere. Tutto sta a mettersi in carreggiata… Vedrai, vedrai che quattrini!
Sì, sì, vedrò. E che altro hai fatto?
Ero tutta contenta d'aver lucrato… – via lasciamene l'illusione – d'aver lucrato una bella sommetta, e mi sono messa in giro, perchè ho pensato: «profittiamo del buon quarto d'ora.» Avevo stabilito di non ritornare a casa se non avessi conchiuso sul serio qualche affaruccio. Ma… il quarto d'ora era già passato! Sta' a sentire. Sapevo che alla Ville de Londres era disponibile il posto di direttrice… Dirigere una sartoria!.. L'idea mi sorrideva. Vi sono andata. Ma il signor Angeloni, il proprietario, mi ha subito riconosciuta e mi ha detto: se volete ordinare degli abiti sono a vostra disposizione, ma che io mi permetta di dare a voi cento lire al mese è addirittura inverosimile. Poi sono andata da Madame Richard. Nella sua casa, veramente, non sapevo che fosse disponibile nessun posto… Pure ci sono andata con non so quale speranza nel cuore. Madame Richard, da quella donna d'esperienza che è, s'è meravigliata meno del signor Angeloni… Senonchè, m'ha detto che avrebbe potuto offrirmi l'ufficio di essayeuse… Cinquanta lire al mese per mettermi addosso la roba altrui e star lì come un attaccapanni a girarmi e a rigirarmi avanti alle contesse e alle principesse armate di lorgnettes e di malignità!.. Capirai:… non ne varrebbe la pena e sarebbe superiore alle mie forze… Finalmente, mi sono recata all'Agenzia dei Fratelli Morandi. Uh! per far loro intendere che io chiedevo e non offrivo un'occupazione di governante, c'è voluto un bel po'. Hanno preso nota del mio nome e della mia abitazione, e quando ho voltato le spalle… m'è parso di sentire che sghignazzassero, burlandosi di me… (Con malinconia) Forse anch'essi m'avevano riconosciuta. (Pausa)Ero stanca… Ho fatto delle spesucce e sono montata in un tram. Uno sfaccendato m'importunava; sono discesa: lo sfaccendato è disceso anche lui e m'ha seguita: ed io, per liberarmene, ho presa la prima carrozzella che mi è capitata dinanzi…: una carrozzella sciancata ch'era un piacere a starci dentro…; e sono arrivata qui, tutta scombussolata, con le ossa rotte, senza aver conchiuso niente! Mah! (Sospira.) Lasciamo fare alla provvidenza… (Sorride tristamente.) E se quella lì non ne vuol sapere, rimedieremo altrimenti… Perchè, tanto, è meglio morire che vivere assai male!..
(con rammarico affettuoso) Questo è poco confortante per me che sono la ragione vera dei tuoi sagrifizii…
(scotendosi e fingendosi rianimata ed allegra) Su! su! Non farmi quella faccia da sepolcro! Se ho avuto un momento di tristezza, perdonami. E non parlarmi più di sacrifizii. Del resto, ne hai fatti e ne fai tanti tu per me.
Io! Io!.. Che faccio io per te? Che cosa posso fare? Che cosa so fare? (Quasi parlando tra sè)Sì, dipingo! Oh! il gran pittore che sono! A stento riesco a guadagnare quanto basta per non lasciar morire d'inedia quella povera mamma mia, acciaccata e sola com'è…
Hai soccorso pure me, tante volte! Sei stato così delicatamente generoso…
(con ironia contro sè medesimo) Ma sì! Generosissimo!
E quando sarai tranquillo di spirito, guadagnerai anche di più. Farai dei bei quadretti… Anzi dei quadrettoni, e io sarò la tua modella… Ho già un nomignolo di modella! Cosuccia… Ero predestinata… Ma bada che allora vorrò essere pagata… (Scherzando amorosamente) E tu mi pagherai! Oh! se mi pagherai!..
Non t'illudere, Clelia mia. Credimi, sarò sempre un imbrattatore di tele: qui dentro (toccandosi la fronte) non c'è niente!
(energicamente) E quest'è la tua sventura! Chi non comincia col credersi per lo meno un genio, non sarà mai apprezzato da nessuno. (Indi, eccitandosi in una falsa allegria) Ma che importa?.. Sei un genio per me, e basta! Non ti apprezzano gli altri? Peggio per loro! Non ti festeggiano? Ti festeggio io! Adesso, per esempio, ti offro un banchetto. E che banchetto! Ho qui (disfacendo i cartocci)della galantina eccellente… un po' di tartufi in boîte… e perfino dei sospiri di Van Bol… Non mi sgridare: era tanto tempo che non mangiavo dolci! Ne ho presi per me, per te e anche… per la tua mamma. T'offro, come vedi, un banchetto luculliano. Vino, poco; ma buono… cioè, così così: una mezza bottiglia di Capri bianco. Ti piace?
(sempre più rattristandosi) Ho già fatto colazione a casa. Grazie. Mangia tu, cara Clelia, che devi avere appetito.
Appetito?.. Fame! Fame! Altrochè appetito! (Va aggiustando graziosamente la piccola mensa.)Dunque, non vuoi accettare? Auff! fai lo schizzinoso… Vedi… mi mortifichi… (Mette in mezzo alla tavola dei fiori.) Benissimo! (A un tratto)Ah!.. ho dimenticato la cosa più importante: il pane. Ma non è nulla. Ora ordino a uno dei miei servitori che me ne comperi. (Va alla finestra.)
Che fai?
Chiamo uno dei miei dodici servitori: il portinaio. (Chiamando) Don Saverio! Don Saverio! (Pausa.) Fatemi il piacere di comperarmi quattro soldi di pane. (A Mario) Ho fame, io! (Al portinaio)Ma, badate: voglio di quei panini neri… Andate giù, alla Panetteria Francese… (Pausa. Poi, rispondendo al portinaio) Sì, sì, laggiù… (Pausa.) Ah! ho capito: non avete i soldi. Ebbene, venite qua, salite, chè ve li darò io. (A Mario, celiando) Quest'uomo non ha mai il becco d'un quattrino!
Un genio incompreso anche lui!..
(gira intorno, impaziente, andando in cerca di qualche cosa) Diamine… diamine…
Che cerchi?
Nulla (Si fruga nelle tasche.) Non trovo il portamonete, ecco. (Continua a frugare.)
Sicchè?..
(desolata) Ehi… me l'avranno rubato nel tram… Ma no! Se ho pagato il cocchiere della carrozzella… Ah! comprendo: siccome ho pagato prima di scendere, così certamente l'ho lasciato nella carrozzella… Che testa, mio Dio, che testa! (Si scorge in lei uno sconforto tetro.)
Mario…