Il perfetto amore: Dialogo in tre atti. Bracco Roberto
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Questo è vero. (Con un sospiro) Mah!.. (Poi, leggendo in un tono di tristezza:) «Egli si uccise con un colpo di rivoltella dopo qualche mese di manicomio». (A Ugo:) Di manicomio?!
«Di matrimonio». Io ricordo di avere scritto: «matrimonio».
(legge con la medesima intonazione malinconica ed enfatica:) «Egli si uccise con un colpo di rivoltella dopo qualche mese di matrimonio perchè era… un areostatico».
Ma che areostatico! «Un nevrastenico».
No: questo è inesatto.
Effettivamente, doveva essere non un nevrastenico, ma addirittura un pazzo se preferì un colpo di rivoltella a una moglie come lei.
Per sua norma, mio marito fu il più saggio degli uomini!
Mi affretto a crederlo, perchè riconosco una incontestabile competenza nella donna che lo ha amato e che certamente lo ama tuttora.
Anche questo è fantastico. Come fa a sapere che lo amo tuttora?
Ne dubiterei soltanto se egli fosse vivo.
(con severità) Lei si permette delle insinuazioni!
Ma no… Non si adombri. Legga ciò che segue. Nel mio taccuino è consacrata la sua fedeltà coniugale. Sarà soddisfatta di me.
Vediamo. (Legge con facilità:) «Per quanto riguarda la causa del suicidio, risulta nettamente esclusa l'ipotesi che egli abbia avuto dei dispiaceri da sua moglie…»
Ecco: ora ci ha fatto l'occhio.
(continuando:) «La quale…»
(spiegando) La quale moglie del marito suicida…
(legge velocemente:) «… avendo dato prova di serietà e di rettitudine fin da quando, adolescente, rimase orfana e sola, era andata a nozze con la reputazione di possedere tutte le qualità per renderlo felice».
Ha capito?
Sì, questo è carino. La ringrazio. (Voltando la paginetta) E che altro c'è?
Più nulla. Punto e basta. (Fa per riprendere il taccuino.)
(guardando la paginetta seguente) No, no!.. Qui ce n'è dell'altro! C'è un numero.
Non guardi, non guardi. Un numero scritto a casaccio.
È l'età che mi ha attribuita: venticinque anni. (Rendendogli il taccuino) Rinnovo i ringraziamenti. È stato generoso.
Glieli ho forse aumentati?
È stato generoso, perchè me ne ha tolti.
Quanti ne ha, in sostanza?
Io crederei di averne ventotto.
Il che significa che ne ha trenta.
Ah, no. Adesso esagera!
Me ne duole per lei se non li ha.
Perchè?
Perchè una vedova che non ha ancora trent'anni è una vedova immatura. Troppo giovane. Non può avere l'esperienza necessaria per apprezzare abbastanza lo stato vedovile!
È una bella seccatura, sa, lo stato vedovile!
È lo stato ideale. Suol dirsi che la carriera della donna è il matrimonio. Lo ammetto. Ma il matrimonio è poi anche il suo domicilio coatto. Ebbene, la vedova è una donna che ha compiuta la sua carriera e che dal domicilio coatto se l'è svignata. Conti giusti con la società e indipendenza definitiva. Io mi riferisco, s'intende, ai costumi dei nostri paesi. Altrove, è diverso. Altrove, la donna non ha nessuna ragione di aspettare la morte dell'uomo. Essa, per avere la sua indipendenza, fa una cosa un po' più allegra: non se lo piglia per marito.
Lei sta per regalarmi una seconda apologia delle americanine. È un vero tic il suo!
Cioè… cioè… cioè… Non vorrei essere frainteso. Io adoro la fanciulla americana per tutti i vantaggi che la sua indipendenza offre a noialtri uomini; ma sono troppo buongustaio per non preferire alla fanciulla americana la vedovella italiana. Perchè, veda, la vedovella italiana, per noi, è come la fanciulla americana… con quel tanto di più che nella fanciulla americana dev'essere… quel tanto di meno.
(con disgusto) «Quel tanto di meno, quel tanto di più»… Lei ostenta un materialismo stucchevole!
Non so quello che intenda per materialismo; ma, senza dubbio, io non vivo nelle nuvole. Mi ci troverei a disagio.
Io, invece, ci vivo e mi ci trovo divinamente!
Ciò mi dispiace non poco, perchè non avrò modo di pervenire fino a lei.
In areoplano.
Batterei il récord del capitombolo. Non mi conviene.
Allora, si rassegnerà a guardarmi col canocchiale.
Il canocchiale è come la speranza: ci mostra vicine le cose che sono lontane. Sicchè, guarderò e spererò.
Che cosa?!
Non so… Che lei, un giorno o l'altro, caschi…
(tagliandogli la frase, con vivo risentimento) Signore!
… dalle nuvole.
Non le hanno detto qual è la mia divisa?
No, non me l'hanno detto. Nei miei appunti, difatti, non c'è.
Glielo dico io. (Con un accento lirico:) «Verso la via più alta».
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