Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2. Edward Gibbon

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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 2 - Edward Gibbon

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l. I p. 42. Pollione (Stor. Aug. p. 207) gli accorda alcune virtù, e dice che fu, come Pertinace, ucciso dagli sfrenati soldati. Secondo Dexippo, egli morì di malattia.

17

Teoclio (come vien citato nella Stor. Aug. p. 211) afferma che in un giorno egli uccise con le sue proprie mani quarantotto Sarmati, ed in diverse susseguenti battaglie novecento cinquanta. Questo eroico valore fu ammirato dai soldati, e celebrato nelle rozze loro canzoni, l'intercalare delle quali era mille, mille, mille, occidit.

18

Acolio (appresso la Stor. Aug. p. 213) descrive la cerimonia della adozione come fu celebrata in Bisanzio alla presenza dell'Imperatore e de' suoi principali Ministri.

19

Stor. Aug. p. 211. Questa laconica lettera è veramente lavoro di un soldato; è piena di frasi e di voci militari, alcune delle quali non possono intendersi senza difficoltà. Ferramenta Samiata sono bene spiegati da Salmasio. La prima di queste voci significa ogni arme offensiva, ed è opposta ad Arma, arme difensiva. L'ultimo significa bene affilate e bene appuntate.

20

Zosimo l. I. p. 45.

21

Dexippo (nell'Excerpta Legat. p. 12) riferisce tutto il trattato sotto il nome dei Vandali. Aureliano maritò una delle Dame Gote al suo Generale Borioso, ch'era capace di bevere coi Goti e scoprire i loro segreti. Stor. Aug. p. 147.

22

Stor. Aug. p. 222. Eutrop. IX. 15. Sesto Rufo. c. 9 Lattanzio de mortibus Persecutorum, c. 9.

23

I Valacchi conservano ancora molte tracce della lingua Latina, e si sono sempre gloriati di discendere dai Romani. Sono circondati dai Barbari, ma non mescolati con essi. Vedi una Memoria del Sig. D'Anville sulla Dacia antica nell'Accademia delle iscrizioni, tom. XXX.

24

Vedi il primo Capitolo di Giornandes. I Vandali però (c. 22) conservarono una certa indipendenza tra i fiumi Marisia e Crissia (Maros e Keres) che sboccano nel Tibisco.

25

Dexippo, p. 7, 22. Zosimo l. I. p. 43. Vopisco in Aureliano nella Stor. Aug. Per quanto questi Storici differiscano nei nomi (Alemanni, Jutungi e Marcomanni) egli è evidente che indicano la stessa nazione e la stessa guerra, ma conviene usar molta cura nel conciliarli e spiegarli.

26

Cantoclaro, con la solita sua accuratezza, preferisce di tradurre trecentomila: la sua versione ripugna ugualmente al senso e alla grammatica.

27

Possiamo osservare come un esempio di cattivo gusto, che Dexippo applica all'infanteria leggera degli Alemanni i termini tecnici, propri solamente della Greca falange.

28

In Dexippo si legge adesso Rhodanus. Il Sig. di Valois molto giudiziosamente cambia la parola in Eridanus.

29

L'Imperatore Claudio era certamente in quel numero; ma non sappiamo fin dove si estendesse questo segno di rispetto: se fino a Cesare ed Augusto, deve aver prodotto un superbo formidabile spettacolo quella lunga serie di padroni del mondo.

30

Vopisco nella Stor. Aug. p. 210.

31

Dexippo mette in lor bocca una prolissa orazione, degna di un Greco sofista.

32

Stor. Aug. p. 215.

33

Dexippo p. 12.

34

Vittore Juniore in Aureliano.

35

Vopisco nelle Stor. Aug. p. 216.

36

Il piccol fiume o piuttosto torrente del Metauro, vicino a Fano, è divenuto immortale per uno Storico, quale è Livio, ed un poeta, quale è Orazio.

37

Se ne fa menzione in una iscrizione trovata in Pesaro. Vedi Gruter. CCLXXVI. 3.

38

Alcun penserebbe, dic'egli, che voi foste radunati in una Chiesa Cristiana, e non nel tempio di tutti gli Dei.

39

Vopisco nella Stor. Aug. p. 215, 216 fa una lunga descrizione di queste cerimonie, estratta dai Registri del Senato.

40

Plinio Stor. nat. III. 5. Per confermare la nostra idea, è da osservarsi, che per lungo tempo il monte Celio fu un bosco di quercie, ed il monte Viminale fu coperto di salci; che nel quarto secolo l'Aventino era un disabitato e solitario ritiro; che fino al tempo di Augusto l'Esquilino rimase un insalubre cimitero; e che le numerose ineguaglianze, osservate dagli antichi nel Quirinale, provano sufficientemente, che non era coperto di fabbriche. Dei Sette Colli, il Capitolino ed il Palatino solamente, con la valli adiacenti, furono la primiera abitazione del popolo Romano. Ma questo soggetto richiederebbe una dissertazione.

41

Exspatiantia tecta multas addidere urbes, è l'espressione di Plinio.

42

Stor. Aug. p. 222. Lipsio, ed Isacco Vossio hanno di buona voglia adottata questa misura.

43

Ved. Nardini Roma antica, l. I. c. 8.

44

Tacito Stor. IV. 23.

45

Intorno alla muraglia di Aureliano, vedi Vopisco nella Stor. Aug. p. 216, 222. Zosimo, l. I. p. 43. Eutrop. IX 15. Aurel. Vittore in Aureliano, Vittore Juniore in Aureliano, Euseb. Hieronym. e Idazio in Chronic.

46

Il suo competitore fu Lolliano o Eliano, se veramente questi due nomi indicano la stessa persona. Ved. Tillemont, tom. III. p. 1177.

47

Il carattere che fa di questo Principe Giulio Ateriano (appresso la Stor. Aug. p. 187) merita di esser trascritto, giacchè sembra bello ed imparziale: «Victorino qui post Junium Posthumium Gallias rexit, neminem existimo praeferendum; non in virtute Traianum; non Antoninum in clementia; non in gravitate Nervam; non in gubernando aerario Vespasianum, non in censura totius vitae ac severitate militari Pertinacum vel Severum. Sed omnia haec libido et cupiditas voluptatis mulierariae sic perdidit, ut nemo audeat virtute ejus in litteras mittere, quem constat omnium judicio meruisse puniri».

48

Egli rapì la moglie di Attiziano, attuario, o agente dell'esercito. Stor. Aug. p. 186. Aurel. Vittore in Aureliano.

49

Pollione assegna ad essa un articolo fra i trenta Tiranni. Stor. Aug. p. 206.

50

Pollione nella Stor. Aug. p. 196. Vopisco nella Stor. Aug. p. 220. I due Vittori nelle vite di Gallieno e di Aureliano; Eutropio, IX. 13. Euseb. in Chron. Di tutti questi Scrittori solamente i due ultimi (ma con gran probabilità) pongono la caduta di Tetrico innanzi a quella di Zenobia. Il Sig. di Boze (nell'Accademia delle Iscrizioni tom. XXX) non vorrebbe, e Tillemont (tom. III. p. 1189) non ardisce seguitarli. Io sono stato più sincero dell'uno, e più ardito dell'altro.

51

Vittore Juniore in Aurel. Eumenio nomina queste truppe Batavicae; alcuni critici senza alcuna ragione vorrebbero cambiar quella voce in Bagaudicae.

52

Eumen. in vel. Panegir. IV. 8.

53

Vopisco nella Stor. Aug. p. 246. Autun non fu ristaurata fino al regno di Diocleziano: Ved. Eumenio de restaurandis scholis.

54

Quasi tutto quel che si dice dei costumi di Odenato e di Zenobia, è preso dalle loro vite nella Stor. Aug. di Trebellio Pollione. Vedi p. 192, 198.

55

Essa non riceveva mai gli abbracciamenti del suo marito che per l'oggetto di aver prole. Se le sue speranze restavan deluse, reiterava il tentativo nel susseguente mese.

56

Stor. Aug. p. 192, 193. Zosimo l. I. p. 36. Zonara, l. XII. p. 633. L'ultimo è chiaro e probabile; sono gli altri confusi e inconsistenti. Il testo di Sincello, se non è coretto, è assolutamente inintelligibile.

57

Odenato e Zenobia spesso gli mandavano doni di gemme e gioielli, scelte tra le spoglie del nemico, ed esso li riceveva

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