Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 6. Edward Gibbon
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Читать онлайн книгу Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 6 - Edward Gibbon страница 2
Ma Ruffino sperimentò ben presto, che un prudente Ministro dovrebbe assicurarsi costantemente del reale suo schiavo per mezzo della forte, quantunque invisibile, catena dell'abitudine; e che il merito, e molto più facilmente il favore dell'assente si cancella in breve tempo dalla mente d'un capriccioso e debol Sovrano. Mentre il Prefetto soddisfaceva in Antiochia la sua vendetta, una segreta cospirazione degli eunuchi favoriti, diretta da Eutropio gran Ciamberlano, rovinava i fondamenti del suo potere nel palazzo di Costantinopoli. Scuoprirono essi, che Arcadio non era inclinato ad amare la figlia di Ruffino, che senza suo consenso gli si era destinata per moglie, e pensarono di sostituire in luogo di lei la bella Eudossia, figlia di Bautone13, Generale de' Franchi al servizio di Roma, la quale, dopo la morte del padre, era stata educata nella famiglia de' figli di Promoto. Il giovane Imperatore, di cui si era diligentemente guardata la castità dalla pia cura d'Arsenio suo tutore14, prestò ardentemente orecchio alle artificiose e lusinghiere descrizioni delle grazie d'Eudossia; ne vide con impaziente ardore il ritratto; e conobbe la necessità di nascondere i suoi amorosi disegni ad un Ministro, che era sì altamente interessato ad opporsi all'esecuzione della sua felicità. Poco dopo il ritorno di Ruffino, fu annunciata la prossima cerimonia delle nozze reali al popolo di Costantinopoli che preparavasi a celebrare con false e finte acclamazioni la fortuna della figlia di esso. Uscì dalle porte del palazzo nella matrimonial pompa uno splendido corteggio di eunuchi e di uffiziali, che portavano alto il diadema, le vesti, ed i preziosi ornamenti della futura Imperatrice. Passò la solenne processione per le contrade della città, che erano adornate di ghirlande, e piene di spettatori; ma quando giunse alla casa dei figli di Promoto, il principal eunuco v'entrò rispettosamente, vestì la bella Eudossia degli abiti Imperiali, e la condusse in trionfo al palazzo e al letto d'Arcadio15. La segretezza e la felicità, con cui era stata condotta questa cospirazione contro Ruffino, impresse un indelebile nota di ridicolo sopra il carattere d'un ministro, che s'era lasciato ingannare in un posto, in cui le arti dell'inganno e della dissimulazione formano il merito più segnalato. Ei risguardò, con isdegno e con timore, la vittoria d'un ambizioso Eunuco, il quale s'era segretamente conciliato il favore del suo Sovrano; e la disgrazia della propria figlia, l'interesse della quale era inseparabilmente connesso col proprio, ferì la tenerezza o almeno la vanità di Ruffino. Nel momento, in cui si lusingava di divenire il padre d'una serie di Re, una fanciulla straniera, che era stata educata in casa degl'implacabili suoi nemici, fu introdotta nel talamo Imperiale; ed Eudossia dimostrò ben tosto una superiorità di senso e di spirito, che accrebbe l'ascendente, cui la sua bellezza dovè acquistare sull'animo d'un appassionato e giovane marito. L'Imperatore in breve fu indotto ad odiare, a temere, e a distruggere il potente suddito, che aveva ingiuriato; e la coscienza del delitto privò Ruffino d'ogni speranza di salute o di conforto nel ritiro d'una vita privata. Ma egli aveva sempre in mano mezzi più efficaci di difendere la propria dignità, e forse d'opprimere i suoi nemici. Il Prefetto esercitava tuttora un'autorità senza contrasto sul governo civile e militare dell'Oriente; ed impiegar potea i suoi tesori (se si fosse potuto risolvere a farne uso) a procacciar gl'istrumenti più propri per eseguire i più neri disegni, che l'orgoglio, l'ambizione e la vendetta suggerir potessero a un disperato Ministro. Sembra, che il carattere di Ruffino giustifichi le accuse, ch'ei cospirasse contro la persona del suo Sovrano per occupare il trono vacante, e che avesse invitato secretamente gli Unni ed i Goti ad invadere la Province dell'Impero, e ad accrescere la pubblica confusione. L'astuto Prefetto, che consumato avea la sua vita negl'intrighi del Palazzo, con armi uguali affrontò le artificiose misure dell'Eunuco Eutropio; ma fu sorpreso il timido spirito di Ruffino dall'ostile approssimazione d'un rivale più formidabile, del grande Stilicone, generale o piuttosto padrone dell'Impero dell'Occidente16.
10
Montesquieu (
11
… Fluctibus auri
Expleri ille calar nequit
· · · · · · · · · · · · · ·
Congestae cumulantur opes, orbisque rapinas
Accipit una domus…
Questo carattere (Claudian.
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… Caetera segnis;
Ad facinus velox; penitus regione remotas
Impiger ire vias…
Quest'allusione di Claudiano (in Rufin., I. 241.) parimente si spiega dalla circostanziata narrazione di Zosimo, lib. V. p. 288.
13
Zosimo (l. IV. 243.) loda il valore, la prudenza, e l'integrità di Bautone Franco. Vedi Tillemont,
14
Arsenio fuggì dal palazzo di Costantinopoli, e passò cinquantacinque anni in rigida penitenza ne' monasteri dell'Egitto. Vedi Tillemont,
15
Quest'istoria (Zosimo l. V. p. 290) prova, che tuttavia s'usavano senz'idolatria i riti matrimoniali dell'antichità dai Cristiani orientali; e la sposa era condotta
16
Zosimo (l. V p. 290), Orosio.(l. VII. c. 37) e la cronica di Marcellino, Claudiano (