La piccola fonte: Dramma in quattro atti. Bracco Roberto

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La piccola fonte: Dramma in quattro atti - Bracco Roberto

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non ha udito) Sono… che cosa?

Valentino

      (passando subito alla sinistra di lui e riprendendoselo a braccetto) Siete un animale!

Don Fausto

      Mi pare che per dirmi questo potevate restare a destra.

Valentino

      (allontanandosi con lui) No! a sinistra, mio diletto amico! A sinistra! (Spariscono.)

Teresa

      (cercando di farsi sentire pur moderando la voce) Tornate presto, Valentino. Sono sulla corda.

La voce di Valentino

      Il tempo materiale ci vuole.

Teresa

      La zia è qui presso. E poi, un po' di sveltezza!

La voce di Valentino

      (che s'allontana) A sinistra, caro il mio bestione!

Teresa

      (tuttora pensosa per questo incidente, siede sul sedile di legno e sospira, preparandosi pazientemente ad agucchiare.)

      SCENA IV

TERESA e STEFANOStefano

      (facendo capolino dall'uscio che era chiuso) Teresa!

Teresa

      (con un lieve sussulto) Stefano?

Stefano

      Ho sentito un borbottìo… un vocìo…

Teresa

      Ah sì… era Valentino che parlava animatamente con un uomo…

Stefano

      Con chi parlava?

Teresa

      … Con un suo amico, credo.

Stefano

      Valentino potrebbe fare a meno di ricevere i suoi amici in casa mia. Sono quasi sempre degli straccioni. T'incarico di dirgli, senza mitigare, che io non voglio.

Teresa

      Glie lo dirò.

Stefano

      (s'avvicina a Teresa e con una certa vanità dissimulata le mette sotto il naso una busta aperta che ha tra mano.)

Teresa

      Che profumo!

Stefano

      È una lettera della principessa Heller.

Teresa

      Chi è la principessa Heller?

Stefano

      Tu non sai mai nulla di ciò che accade fuori del tuo guscio. La principessa Heller è una gran dama, che s'è stabilita a Napoli da qualche anno ed è già rinomatissima perchè ha il salone più fiorente, più elegante e più intellettuale.

Teresa

      Che potevo saperne, io? (Intenta al lavoro) Se qualche volta tu mi avessi parlato di lei…

Stefano

      Io, personalmente, non l'ho conosciuta che ieri, nello studio del pittore Ferrantino, che lei era andata a visitare.

Teresa

      (semplice) Ieri l'hai conosciuta e oggi ricevi una sua lettera?

Stefano

      Mi scrive per invitarmi a frequentare il suo salone.

Teresa

      (sincerissima) Mi fa piacere. Questo potrà giovarti molto.

Stefano

      (con una punta di risentimento) Ti prego di credere che gioverà molto a lei.

Teresa

      (mortificata) Io dicevo che potrà giovarti perchè… ti divertirai un poco, ti distrarrai…

Stefano

      (con buonumore) Non cercar di rimediare, sai, che è peggio. Hai fatta una gaffe e non parliamone altro. Tanto, ne fai per lo meno cinquanta al giorno: mi ci sono abituato.

Teresa

      (con rammarico) Poi finirai con l'esserne stufo.

Stefano

      Ma no, non temere. Come moglie, va bene. (Graziosamente) Mi sei sempre piaciuta così.

Teresa

      Davvero?

Stefano

      Davvero.

Teresa

      (ha un'espressione d'ingenua fierezza.)

Stefano

      (sedendole accanto con un'affettuosità lievemente sensuale) Dimmi un po', mogliettina: cosa lavori di bello?

Teresa

      Dei grembiuli.

Stefano

      Per la cameriera?

Teresa

      Per me.

Stefano

      Per te!?

Teresa

      Sì, perchè quando si è in faccende per la casa…

Stefano

      Ma questo è ciò che io non approvo. Abbiamo un segretario, una cameriera, un servo, un cocchiere, un cuoco…

Teresa

      Quanti più sono, meno c'è da fidarsi. E, anzi, proprio quel cuoco si dà un'importanza insopportabile! Stamane – per raccontarne una – io sono andata in cucina a controllare il peso della frutta comperata per la colezione, e lui…

Stefano

      (mettendole una mano sulla bocca) No, Teresa! Le gesta del cuoco poi no!

Teresa

      Me l'hai nominato tu, altrimenti non te ne avrei detto nulla. Ti parlo mai di qualche cosa se non cominci a parlarne tu?

Stefano

      (torturandole un po' il collo carezzosamente) Ma che sciocchina che sei!

Teresa

      (ridendo con bonarietà) E che posso farci io?

Stefano

      Non capisci nemmeno che in questo momento vorrei che tu smettessi di lavorare.

Teresa

      Subito, amor mio! (Ripone immediatamente nel cestino la stoffa, l'ago, le forbici.) Tu, intanto, hai lavorato finora.

Stefano

      Con qualche differenza, se non ti dispiace.

Teresa

      Hai lavorato bene?

Stefano

      Ahimè, no! Per ora, sono condannato a un lavoro di transazione che non mi piglia tutto. I bisogni quotidiani mi ci costringono per l'insufficienza del mio patrimonio assottigliato, e io ne soffro, ne soffro… Ma così non potrà durare a lungo. No, no! Io sento già che l'angusto involucro della vita pratica e gretta si sfascia sotto le pulsazioni violente della mia forza. E scriverò appunto il Poema della forza. Perdio! Sarà un'opera di battaglia contro gli esseri inferiori, contro i deboli, contro i vili, contro gl'inutili, contro gli sciocchi…

Teresa

      Anche contro di me?!

Stefano

      (interrompendo il suo volo lirico e sorridendo) Naturalmente!

Teresa

      E che me ne importa che scrivi contro di me? Sempre mio marito sei.

Stefano

      (celiando) E che vuol dire?

Teresa

      Vuol

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