Sangue Che Crea Dipendenza. Amy Blankenship
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Читать онлайн книгу Sangue Che Crea Dipendenza - Amy Blankenship страница 3
Tasuki non osò muoversi finché il mostro dei suoi incubi non lasciò il tempio. Scivolò a terra rilasciando il respiro che non si era accorto di aver trattenuto, e rotolò sulla schiena per guardare le stelle. Cosa diavolo stava succedendo? Era abituato alle creature paranormali che avevano invaso Los Angeles, ma questa era diversa... era arrivata troppo vicino a casa sua.
Conoscendo già la risposta, allungò una mano e si diede un pizzico sul braccio. Okay... era la prova che non stava sognando. Jade aveva ragione... erano più che semplici sogni. Non aveva mai affrontato qualcosa di così spaventoso in vita sua. Fece dei respiri profondi e aspettò di calmarsi, prima di rimettersi lentamente in piedi e correre verso il confine tra le due proprietà.
Quando raggiunse il proprio cortile, Tasuki corse verso l’ingresso e quasi sfondò la porta mentre armeggiava con la maniglia. Chiudendola, riattivò l’allarme e si allontanò all’istante. Andò a sedersi sul divano e si avvolse nella coperta, assicurandosi di tenere il dito sul grilletto della pistola... non che gli sarebbe servito granché.
Fece una smorfia ricordando Toya che si estraeva il proiettile con la punta di un pugnale dall’aria pericolosa. Guardò il ritratto appeso sopra il camino e provò una sensazione di dejà vu. Nel dipinto, Kyoko toccava le mani della statua nello stesso modo in cui le aveva toccate il tipo alto e oscuro poco prima.
Capitolo 2
Jade sentiva svanire la beatitudine del sonno, ma si sentiva così bene da non voler ancora affrontare la realtà. Sentiva il corpo caldo premuto contro il suo e quasi gemette. Ripensandoci... forse svegliarsi non era stata una cattiva idea.
Aprì lentamente gli occhi e vide un petto nudo, abbronzato e muscoloso. A giudicare dal battito costante che sentiva nell’orecchio, Titus stava ancora dormendo e sarebbe stato crudele scacciarlo o spingerlo giù dal letto solo perché i loro corpi si stavano toccando. Non era ancora guarito del tutto, perciò decise di essere tollerante... per questa volta.
Probabilmente era stata lei a rannicchiarsi accanto a lui durante la notte, visto che aveva l’abitudine di abbracciare parecchi cuscini quando dormiva. Non fu sorpresa di trovarsi con una gamba e un braccio addosso a lui. Era decisamente un buon sostituto dei suoi soliti cuscini.
Spostò un po’ la gamba e sospirò tra sé quando sentì il proprio interno coscia sfiorare la durezza nei suoi pantaloni. Anche se odiava ammetterlo, quell’uomo era possente anche mentre dormiva. Jade sentì quella durezza strofinare contro il proprio inguine e si sforzò per non piegare di più la gamba, moriva dalla voglia di farlo. In realtà, moriva dalla voglia di fare sesso con lui.
Jade inalò lentamente il suo odore inebriante e chiuse gli occhi, gustando quel maschio che avrebbe potuto soddisfare così facilmente il suo doloroso calore pulsante. Lei era una tipa testarda e, finora, era stato abbastanza facile resistere all’impellente desiderio sessuale provocatole dalle iniezioni di ormoni.
Sentì una sensazione calda scendere verso il basso e i suoi muscoli addominali si contrassero. Prima di riuscire a fermarsi, il suo corpo la tradì facendole inarcare i fianchi. La sensazione era così incredibile che, invece di tirarsi indietro, Jade rimase lì, sentendo il bisogno di quel contatto pressante.
Pensò all’ironia della sorte. Titus pensava che l’odore del suo calore lo avrebbe fatto impazzire. Beh, aveva una notizia per lui... in quel momento, lei non era l’unica ad aver bisogno dello spray per mascherare gli odori. Si accigliò, sapendo di non essere mai stata attratta dall’odore di un maschio umano, e che non lo sarebbe mai stata... o sì?
Ciò era la conferma della sua teoria secondo cui sarebbe stato molto meglio svegliarsi accanto ad un umano, così adesso avrebbe avuto un termine di paragone.
Più si premeva contro il corpo di Titus, più la sua mente correva veloce, poi si mosse di nuovo e i suoi pensieri si bloccarono. Si rese conto che si stava strofinando contro la sua durezza per soddisfare il proprio desiderio. Jade fece una smorfia, imprecando perché prima si era vantata della propria testardaggine e adesso si stava smentendo.
Nel preciso istante in cui si svegliò dal suo profondo sonno ristoratore, Titus afferrò quel corpo sinuoso e rotolò finché non vi si trovò sopra. Bloccò i polsi di Jade sul materasso e si premette più forte contro la sua calda umidità. La guardò negli occhi e capì che aveva bisogno di lui. Aveva gli occhi lucidi e vispi, le sue guance erano arrossate e quella bocca imbronciata era leggermente aperta per il respiro veloce. Come diavolo aveva fatto a dormire, con lei che gli stava accanto in quel modo?
Jade lo guardò, sbalordita dalla velocità con cui si era appena mosso per dominarla. Voleva saggiare quella velocità e quella forza rude, solo una volta. Voleva sentire la differenza tra la passione di un umano e la rude sessualità di quel lupo. Gli si strofinò addosso sapendo che era troppo tardi per tirarsi indietro, e non era colpa di Titus... era colpa sua.
Titus gemette e ringhiò allo stesso tempo, sentendosi eccitare all’istante in maniera dolorosa. Sapeva che lei aveva superato le sue barriere ma, anche se era contento che i suoi pregiudizi fossero crollati, voleva sentirle dire che aveva bisogno di lui, così dopo non avrebbe potuto rinfacciarglielo.
Chinandosi quasi fino a sfiorarle le labbra, le chiese “Cosa vuoi da me, Jade?”.
Sentire la sua voce roca e profonda la fece avvampare ancora di più. Jade si sollevò e rabbrividì. Aveva quasi oltrepassato il limite della razionalità, ma si calmò e lo guardò dritto negli occhi. Aveva ancora abbastanza autoconservazione per capire di essere pericolosamente vicina all’oltrepassare più di un limite.
Con voce quasi terrorizzata, rispose alla sua domanda “Sostieni di essere un uomo d’onore, allora voglio la tua parola di alfa che non mi marchierai e mi permetterai di continuare ad essere libera. Puoi accettarlo e farmi vedere che vuol dire stare con un lupo, così mi tolgo il pensiero?”.
Titus si sentì trafiggere dalle sue parole disperate e la guardò. “Se gli ormoni non ti avessero dato alla testa tu non mi avresti mai voluto, perché sono un alfa.” la accusò. Non gli piaceva l’idea di aiutarla a ‘togliersi il pensiero’. “Non ti preoccupare... non ho intenzione di marchiarti. Non sei l’unica ad avere dei principi morali.”.
Jade trattenne il respiro, sentendo l’accenno di rabbia nella sua voce. Riaffondò nel materasso per creare distanza. Incapace di guardarlo negli occhi, posò lo sguardo sulle sue labbra perfette. “Affare fatto, allora. Una volta lasciato questo letto, niente vincoli.” gli ripeté, augurandosi di avere la forza di alzarsi se lui avesse rifiutato quelle condizioni.
“Se vuoi solo una botta e via così sarà... vedrai la differenza tra stare con un umano e stare con un lupo.” ribatté Titus, e non gli importava che le proprie parole fossero sembrate una minaccia.
Jade aprì la bocca per rispondergli a tono ma lui la bloccò, fiondando le proprie labbra sensuali sulle sue, in un bacio infuocato. A quel punto, non aveva più motivi per recriminare... stava per ottenere quello che voleva. Si allungò verso di lui e gemette per quel bacio impetuoso. Se stava per accadere davvero, allora voleva prendere tutto quello che poteva.
Titus aveva deciso la stessa cosa. Se quella era l’unica volta che aveva il permesso di toccarla, allora avrebbe fatto in modo che lei se lo ricordasse per sempre. Liberandole le mani, intensificò il bacio mentre si strofinava su di lei. Afferrando la camicia da notte, le abbassò una spallina per scoprirle un seno.
Terminò