La Notte dei Prodi . Морган Райс
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Читать онлайн книгу La Notte dei Prodi - Морган Райс страница 7
Le stava scorrendo nelle vene, lo sentiva. Era quella cosa speciale con la quale era nata, che sua madre le aveva passato. Era il potere che scorreva in ogni cosa, come un fiume che strisciava sottoterra. Era lo stesso potere di cui aveva sempre avuto difficolta a fidarsi. Era la parte più profonda di se stessa, quella di cui ancora non si fidava completamente. Era la parte di cui aveva più paura, più che di un nemico. Avrebbe voluto chiamare sua madre, desiderando disperatamente il suo aiuto. Eppure sapeva che non la poteva raggiungere lì, in quella terra di Marda. Era completamente sola. Forse questo, il suo essere totalmente da sola, il fatto di non dipendere da nessun altro, era l’ultimo tassello dell’allenamento.
Kyra chiuse gli occhi, sapendo che doveva agire adesso o mai più. Sentiva di essere diventata più grande di se stessa, più grande di quel mondo che vedeva davanti a sé. Si sforzò di concentrarsi sull’energia interiore e poi su quella attorno a lei.
Lentamente si concentrò. Sentì l’energia della tela, del ragno, li poteva sentire scorrere in lei. Permise loro, lentamente, di divenire parte di lei. Smise di combatterci contro. Si concesse invece di diventare un tutt’uno con essi.
Kyra si sentì rallentare, sentì che il tempo rallentava. Si sintonizzò sul minimo dettaglio, udì ogni cosa, percepì ogni cosa attorno a sé.
Improvvisamente sentì un lampo di energia e capì, per la prima volta, che tutto l’universo era uno. Sentì cadere le pareti che lo separavano da lei, sentì che le barriere tra mondo interno ed esterno si dissolvevano. Sentì che la stessa distinzione tra i due mondi era falsa.
Subito sentì una spinta di energia, come se dentro di lei fosse stata alzata una diga. Le sue mani ardevano come se fossero in fiamme.
Kyra aprì gli occhi e vide il ragno, ora così vicino, che la guardava e si preparava a morderla. Si girò e vide il suo bastone a pochi metri, incastrato nella tela. Si allungò, senza più dubitare di sé. Richiamò il bastone e subito quello volò in aria finendole dritto in mano. Lo strinse.
Kyra usò il suo potere, sapendo di essere più forte di ciò che vedeva davanti a sé e fidandosi di se stessa. Subito sollevò il braccio che teneva il bastone e quello si liberò dalla tela.
Ruotò e non appena il ragno fu sul punto di chiudere le fauci su di lei, allungò il braccio e gli piantò il bastone in bocca.
Il ragno lanciò un tremendo grido e Kyra gli spinse il bastone in profondità nella bocca, girandolo di lato. La bestia cercò di chiudere la mandibola, ma non ci riuscì, dato che il bastone gliela teneva aperta.
Ma poi, con stupore di Kyra, chiuse la bocca e spezzò l’antico bastone a metà. Ruppe ciò che non poteva essere rotto, frantumandolo tra i denti come uno stuzzicadenti. Quella bestia era più potente di quanto avesse immaginato.
Il ragno si preparò ad attaccarla e subito il tempo rallentò. Kyra sentì che ogni cosa veniva messa a fuoco. Sentì dentro di sé che poteva liberarsi, che poteva essere più veloce del ragno e del tempo.
Scattò in avanti liberandosi e rotolò nella tela. Quando le fauci del ragno si abbassarono, lacerarono la tela invece di colpire lei.
Mentre Kyra si concentrava, sentì per la prima volta una debole vibrazione nell’aria, sentì qualcosa che la chiamava. Si voltò e fissò quello che, dalla parte opposta della tela, era l’oggetto per cui aveva compiuto quel viaggio a Marda: il Bastone della Verità. Si trovava lì, conficcato in un blocco di granito, etereo, scintillante sotto il cielo notturno.
Kyra sentì un’intensa connessione con il bastone, sentì un formicolio alle mani mentre allungava la destra. Lanciò il grido di battaglia più forte della sua vita e capì che quel bastone le avrebbe obbedito.
Improvvisamente sentì che la terra tremava sotto di lei. Capì che stava tirando l’arma fuori dal cuore stesso della terra, e per un glorioso momento non ebbe più dubbi su se stessa, sui suoi poteri o sull’universo.
Seguì un forte rumore di roccia che sfrega contro altra roccia, e vide con ammirazione che il bastone si alzava lentamente liberandosi dal granito. Poi volò in aria e la sua impugnatura nera e decorata di gioielli si posò nella sua mano. Lei lo afferrò e si sentì viva. Era come stringere un bastone, come tenere una cosa viva.
Senza esitare Kyra si girò e lo calò proprio mentre il ragno le piombava addosso. Il bastone improvvisamente si trasformò in una lama e tagliò a metà l’enorme tela.
Il ragno, stridendo, cadde a terra, chiaramente sorpreso.
Kyra si girò e tagliò di nuovo la tela, liberandosi completamente e atterrando in piedi. Teneva il bastone con entrambe le mani sollevato sopra la testa, aspettando che il ragno attaccasse. Lo affrontò coraggiosamente, facendosi avanti e colpendolo con il Bastone della Verità, usando tutta la sua forza. Sentì che il bastone tagliava il corpo spesso del ragno. La bestia lanciò uno stridio orrendo mentre veniva tagliato a metà.
Denso sangue nero sgorgò dalla bestia, mentre cadeva ai suoi piedi morta.
Kyra rimase lì con il bastone in mano, le braccia tremanti, sentendo un’ondata di energia mai provata prima. Sentì di essere cambiata in quel momento. Sentì di essere diventata più potente, che non sarebbe mai più stata la stessa. Sentì tutte le porte che aveva aperto e che ora ogni cosa era possibile.
In alto il cielo si rannuvolò e tuonò, illuminato da un lampo. Luce scarlatta si fece strada tra le nuvole, striandole come se stessero eruttando lava. Seguì un tremendo ruggito e Kyra fu felicissima di vedere Theon che sfrecciava tra le nubi. Capì che la barriera era stata abbassata quando aveva stretto il bastone. Per la prima volta capiva che era lei la predestinata a cambiare ogni cosa.
Theon atterrò ai suoi piedi e senza aspettare un solo secondo lei si issò sulla sua schiena ed entrambi si levarono in aria. I tuoni rombavano tutt’attorno a loro mentre volavano in cielo, diretti verso sud, lontano da Marda e verso Escalon. Kyra sapeva di essere scesa ai livelli più profondi e di aver vinto. Aveva superato la prova finale.
E ora, con il Bastone della Verità in mano, aveva una guerra da scatenare.
CAPITOLO SEI
Mentre navigavano via, Lorna guardava l’isola di Knosso che ancora ardeva e scompariva all’orizzonte. Aveva il cuore spezzato. Stava sulla prua della nave, le mani strette attorno al corrimano, Merk al suo fianco e la flotta delle Isole Perdute dietro di lei. Si sentiva tutti gli occhi addosso. Quell’isola adorata, casa dei Sorveglianti e dei coraggiosi guerrieri di Knosso, non esisteva più. Completamente in fiamme, il suo glorioso forte distrutto, anche gli amati guerrieri che vi avevano tenuto guardia per migliaia di anni erano ora tutti morti, uccisi dall’ondata di troll e finiti dal branco di draghi.
Lorna sentì del movimento e si voltò a guardare. Vide Alec che le si avvicinava, il ragazzo che aveva ucciso i draghi, che aveva finalmente fatto calare il silenzio sulla Baia della Morte. Se ne stava lì, frastornato quanto lei, con la spada in mano. Provava gratitudine nei suoi confronti, e nei confronti dell’arma che aveva in mano. La osservò, la Spada Incompleta, un oggetto bellissimo, e poté sentire l’intensa energia che ne proveniva. Ricordò la morte dei draghi e capì che quel ragazzo teneva in mano il destino di Escalon.
Lorna era grata di essere viva. Sapeva che lei e Merk avrebbero incontrato una morte fatale nella Baia della Morte se non fossero arrivati quegli uomini delle Isole Perdute. Eppure provava anche un’ondata di senso di colpa per coloro che non erano sopravvissuti. La cosa che le faceva più male era di non averlo previsto. Per tutta la sua vita aveva