Corsa Contro la Follia . Блейк Пирс
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Читать онлайн книгу Corsa Contro la Follia - Блейк Пирс страница 4
Jilly non rispose, il che fece sentire Riley a disagio. Ricordò la prima volta che aveva visto Jilly. La ragazza era scappata da un padre violento. Nell’assoluta disperazione, aveva deciso di diventare una prostituta. Era andata ad una fermata per camion, che era nota per essere un luogo di prostituzione, “lot lizard-prostitute dei camionisti” le chiamavano, perché erano particolarmente squattrinate.
Riley era andata lì ad indagare su una serie di omicidi di prostitute. Aveva incontrato per caso Jilly, all’interno di un camion, che aspettava di vendersi al camionista, una volta che fosse tornato.
Riley era riuscita ad affidare la ragazza ai Servizi di Protezioni dei Minori, ed era rimasta in contatto con lei. La sorella di Garrett l’aveva adottata, ma alla fine Jilly era fuggita di nuovo.
Era stato allora che Riley aveva deciso di portare con sé Jilly.
Ma ora, stava cominciando a chiedersi se non avesse commesso un errore.
Aveva già la sua figlia quindicenne April di cui occuparsi.
April da sola si era rivelata impegnativa. Avevano vissuto insieme delle esperienze traumatiche, dopo la rottura del matrimonio di Riley.
E che cosa sapeva davvero di Jilly? Riley aveva idea di quanto la ragazza fosse profondamente segnata? Era minimamente preparata ad affrontare le sfide che Jilly poteva presentare? E, sebbene April avesse approvato l’idea che la madre la portasse a casa, come sarebbe andata a finire tra le due adolescenti?
Improvvisamente, Jilly ruppe il silenzio.
“Dove dormirò?”
Riley si sentì sollevata nel sentire la sua voce.
“Avrai la tua stanza” le rispose.”E’ piccola, ma penso che andrà bene per te.”
Jilly ritornò silenziosa per un altro istante.
Poi, chiese: “Era la stanza di qualcun altro?”
Ora Jilly sembrava preoccupata.
“Non da quando ci vivo io” Riley disse. “Ho provato ad utilizzarla come ufficio, ma era troppo grande. Allora ho spostato il mio ufficio nella mia camera da letto. Io ed April ti abbiamo comprato un letto e un comò, ma, quando avremo il tempo, potrai appenderci dei poster e un mettere un copriletto che ti piace.”
“La mia stanza” Jilly disse.
A Riley parve più ansiosa che felice.
“Dove dorme April?” Jilly domandò.
Riley avrebbe voluto più di ogni altra cosa poter dire a Jilly di aspettare di arrivare casa e allora avrebbe potuto vedere da sola. Ma la ragazza sembrava aver bisogno di essere rassicurata in quel momento.
“April ha la sua stanza” Riley disse. “Tu ed April condividerete un bagno, comunque. Io ho il mio.”
“Chi pulisce? Chi cucina?” Jilly chiese. Poi, aggiunse con ansia: “Non sono molto brava a cucinare.”
“E’ la nostra governante Gabriela ad occuparsi di tutto ciò. E’ del Guatemala. Vive con noi, nel suo appartamento di sotto. La conoscerai presto. Si occuperà di te, quando sarò via.”
Ci fu di nuovo silenzio.
Poi, Jilly chiese: “Gabriela mi picchierà?”
Riley rimase scioccata dalla domanda.
“No. Certo che no. Perché pensi una cosa del genere?”
Jilly non rispose. Riley si sforzò di capire.
Provò a dirsi che non doveva esserne sorpresa. Ricordò ciò che Jilly le aveva detto quando l’aveva trovata in quel camion, e le aveva detto che doveva andare a casa.
“Non tornerò a casa. Mio padre mi picchierà se ci torno.”
I servizi sociali di Phoenix avevano levato la ragazza alla custodia paterna.
Riley sapeva che la madre di Jilly era sparita molto tempo prima. C’era un fratello da qualche parte, ma nessuno riceveva notizie da lui da molto tempo ormai.
Fu straziante per Riley capire che non era strano che Jilly potesse aspettarsi un trattamento simile nella sua nuova casa. Sembrava che la povera ragazza non riuscisse quasi ad immaginare qualcosa di meglio nella vita.
“Nessuno ti picchierà, Jilly” Riley disse, con la voce tremante, dovuta all’emozione. “Non succederà più. Ci prenderemo cura di te. Capisci?”
Ancora una volta, Jilly non rispose. Riley si augurò di poter dire semplicemente che lei comprendesse e che credesse a ciò che Riley stava dicendo. La ragazza cambiò argomento.
“Mi piace la tua auto” disse. “Posso imparare a guidare?”
“Certo, quando sarai più grande” Riley rispose. “Per ora, faremo in modo che ti abitui alla tua nuova vita.”
*
Nevicava leggermente, quando Riley parcheggiò l’auto di fronte alla sua casa, e lei e Jilly uscirono dal veicolo. Il viso di Jilly si contrasse un po’, appena i fiocchi di neve le sfiorarono la pelle. Non sembrava apprezzare questa nuova sensazione. E tremava forte per il freddo.
Dobbiamo subito darle dei vestiti più caldi, pensò Riley.
A metà strada tra l’auto e la porta di casa, Jilly si bloccò. Stette a guardare la casa.
“Non posso farlo” Jilly disse.
“Perché no?”
Jilly non disse nulla per un momento. Sembrava un animale spaventato. Riley sospettava che il pensiero di vivere in un posto così bello la sopraffacesse.
“Darò fastidio ad April, non è vero?” la ragazza esclamò. “Voglio dire, è il suo bagno.”
Sembrava che stesse cercando delle scuse, aggrappandosi a ragioni per cui questa nuova situazione non avrebbe funzionato.
“Non darai nessun fastidio ad April” Riley disse. “Ora, vieni dentro.”
Riley aprì la porta. Ad attendere, all’interno c’erano April e l’ex-marito di Riley, Ryan. I loro volti erano sorridenti ed accoglienti.
April corse subito verso Jilly e l’avvolse in un grande abbraccio.
“Io sono April” disse. “Sono così contenta che tu sia venuta. Ti piacerà davvero qui.”
Riley fu stupita dalla differenza tra le due ragazze. Aveva sempre considerato April piuttosto magra e allampanata. Ma sembrava robusta rispetto a Jilly, che appariva magrissima, al confronto. Riley immaginava che Jilly avesse patito la fame di tanto in tanto in vita sua.
Ci sono tante cose che ancora non so, pensò Riley.
Jilly sorrise nervosamente, mentre Ryan si presentò e l’abbracciò.
Improvvisamente,