Corsa Contro la Follia . Блейк Пирс

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Corsa Contro la Follia  - Блейк Пирс Un Mistero di Riley Paige

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esclamò, abbracciando Jilly.

      Riley notò che il colore della pelle della robusta guatemalteca era solo lievemente più scuro dell’incarnato olivastro di Jilly.

      “Vente!” Gabriela disse, prendendo l’adolescente per la mano. “Andiamo di sopra. Ti mostro la tua stanza!”

      Ma Jilly ritrasse la mano e restò lì, tremante. Lacrime cominciarono a scivolarle lungo il viso. Si sedette sulle scale e pianse. April si sedette accanto a lei, e le mise un braccio intorno alle spalle.

      “Jilly, che cosa c’è?” April chiese.

      Jilly scosse tristemente la testa.

      “Non lo so” singhiozzò. “E’ solo che … non lo so. E’ davvero troppo.”

      April sorrise dolcemente e le accarezzò gentilmente la schiena.

      “Lo so, lo so” disse. “Vieni di sopra. Ti sentirai subito a casa.”

      Jilly si alzò obbediente e seguì April di sopra. Riley fu contenta del modo gentile in cui sua figlia stava gestendo la situazione. Naturalmente, April aveva sempre detto che voleva una sorella minore. Ma lei stessa aveva vissuto degli anni difficili ed era stata gravemente traumatizzata da criminali, intenzionati a ferire Riley.

      Forse, Riley pensò speranzosa, April riuscirà a comprendere Jilly meglio di me.

      Gabriela osservò le due ragazze con simpatia.

      “¡Pobrecita!” la donna esclamò. “Spero che possa star bene.”

      Gabriela tornò di sotto, lasciando da soli Riley e Ryan. Quest’ultimo restò a guardare in cima alle scale, sembrando in qualche modo confuso.

      Spero che non lui non ci stia ripensando, Riley pensò. Mi servirà il suo sostegno.

      Erano accadute molte cose tra lei e Ryan. Negli ultimi anni del loro matrimonio, lui le era stato infedele e un padre assente. Si erano separati per poi giungere al divorzio. Ma Ryan era apparso un uomo nuovo ultimamente, e stavano trascorrendo cautamente più tempo insieme.

      Avevano parlato della sfida di portare Jilly nelle loro vite. Ryan era sembrato entusiasta dell’idea.

      “Sei ancora d’ACCORDO?” Riley gli chiese.

      Ryan la guardò e disse: “Sì. Ad ogni modo, immagino che sarà dura.”

      Riley annuì. Poi, ci fu una strana pausa.

      “Farei meglio ad andare ora” Ryan disse.

      Riley si sentì sollevata. Lo baciò lievemente, e poi l’uomo indossò la giacca e se ne andò. Riley si servì da bere, e si sedette da sola in soggiorno.

      In che cosa ci ho messi? si chiese.

      Sperava che tutte le sue buone intenzioni non portassero di nuovo allo sgretolarsi della sua famiglia.

      CAPITOLO DUE

      Il mattino seguente, Riley si svegliò con il cuore colmo di apprensione.

      Quello sarebbe stato il primo giorno della vita di Jilly in casa sua. C‘erano molte cose da fare, e Riley si augurava che non ci fosse alcun problema all’orizzonte.

      La sera precedente aveva capito che il passaggio di Jilly alla sua nuova vita avrebbe comportato enormi sforzi per tutti loro.

      Ma April aveva dato una grossa mano, aiutando Jilly a sentirsi a proprio agio.

      Insieme avevano cercato degli abiti per la ragazza per il giorno dopo, senza neppure prendere in considerazione i miseri vestiti che aveva portato con sé in un sacchetto della spesa: Riley ed April le avevano comprato abiti nuovi.

      Infine Jilly ed April erano andate a dormire.

      Riley aveva fatto lo stesso, ma il suo sonno si era rivelato agitato e irrequieto.

      Si era alzata e vestita rapidamente, per poi andare in cucina, dove April stava aiutando Gabriela a preparare la colazione.

      “Dov’è Jilly?” Riley chiese.

      “Non si è ancora alzata” April rispose.

      La preoccupazione di Riley aumentò.

      Quasi di corsa, andò fino ai piedi delle scale e gridò: “Jilly, è ora di alzarsi.”

      Non ottenne alcuna risposta. Fu presa dal panico. Jilly era scappata nel cuore della notte?

      “Jilly, mi hai sentito?” gridò di nuovo. “Devo iscriverti a scuola stamattina.”

      “Arrivo” Jilly le rispose, gridando.

      Riley sospirò di sollievo. Il tono di Jilly era scontroso, ma almeno era lì e si stava dimostrando collaborativa.

      Negli ultimi anni, Riley aveva imparato a riconoscere il tono scontroso di April. Ora la figlia sembrava aver superato quella fase, salva qualche ricaduta ogni tanto.

      Riley si sorprese a chiedersi se fosse davvero adatta a crescere un’altra adolescente.

      Proprio in quell’istante, qualcuno bussò alla porta. Quando aprì, Riley si trovò dinnanzi il suo vicino di casa, Blaine Hildreth.

      Fu sorpresa nel vederlo, ma per nulla dispiaciuta. Aveva un paio di anni meno di lei, era un uomo affascinante e bello, proprietario di un ristorante esclusivo in città.

      In realtà tra loro vi era un’inequivocabile attrazione reciproca, che complicava di molto la possibilità di riavvicinarsi a Ryan. Ma - cosa che contava ancora di più - Blaine era un meraviglioso vicino e le loro figlie erano ottime amiche.

      “Ciao, Riley” le disse. “Spero che non sia troppo presto.”

      “Affatto” lei rispose. “Che cosa c’è?”

      Blaine alzò le spalle con un sorriso piuttosto triste.

      “Ho solo pensato di passare a salutarti” l’uomo disse.

      Riley spalancò la bocca per la sorpresa.

      “Che cosa intendi?” gli chiese.

      Lui esitò, e prima che potesse rispondere, Riley vide un grosso furgone parcheggiato di fronte alla casa del vicino. Degli operai stavano trasportando dei mobili fuori dalla casa di Blaine all’interno del furgone.

      Riley spalancò di nuovo la bocca.

      “Stai traslocando?” chiese.

      “Mi è sembrata una buona idea” Blaine rispose.

      Riley quasi chiese: “Perché?”

      Ma era facile immaginare il motivo. Essere il vicino di casa di Riley si era dimostrato pericoloso e terrificante, sia per Blaine sia per sua figlia, Crystal. La benda che era ancora sul suo viso era una testimonianza inequivocabile. Blaine era rimasto

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