Un Regno D’acciaio . Морган Райс
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This is a work of fiction. Names, characters, businesses, organizations, places, events, and incidents either are the product of the author’s imagination or are used fictionally. Any resemblance to actual persons, living or dead, is entirely coincidental.
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INDICE
“Esiste un luogo dove una volta si coltivava il cibo, ma ora è stato trasformato e assomiglia al fuoco. Qui un tempo i sassi erano zaffiri e la polvere era fatta d’oro.”
“Il cavallo ride in faccia alla paura, non teme nulla; non si inibisce di fronte alla spada. Non sa rimanere fermo quando suona la tromba. Alla prima nota già sbuffa: ‘Evviva!’”
-- Il Libro di Giobbe
CAPITOLO UNO
Reece stava lì, con il pugnale in mano ancora conficcato nel petto di Tiro, immobile in quel momento di shock. Tutto il mondo ruotava attorno a lui a rallentatore, tutta la sua vita gli vorticava confusa in mente. Aveva appena ucciso il suo peggior nemico, l’uomo responsabile della morte di Selese. Per quel gesto Reece provava un profondissimo senso di soddisfazione, di vendetta saziata. Finalmente era stato rettificato un grosso torto.
Ma allo stesso tempo Reece si sentiva ora insensibile al mondo, aveva la strana sensazione di dover dare ora il benvenuto alla propria morte, preparandosi alla rovina personale che sarebbe presto conseguita. La stanza era piena degli uomini di Tiro, tutti lì, anche essi scioccati testimoni dell’accaduto. Reece era pronto a morire e non aveva rimpianti. Era felice che gli fosse stata concessa almeno la possibilità di uccidere quell’uomo, che addirittura aveva osato pensare che si sarebbe realmente scusato con lui.
Reece sapeva che la morte era inevitabile: c’erano troppe persone contro di lui in quella stanza e gli unici dalla sua parte là dentro erano Mati e Srog. Srog, ferito, era legato con delle funi, tenuto prigioniero; Mati si trovava accanto a lui, sotto l’attenta sorveglianza dei soldati. Sarebbero stati di scarso aiuto contro quell’esercito degli abitanti delle Isole Superiori, così leali a Tiro.
Ma prima di morire Reece voleva completare la sua vendetta e uccidere quanti più di quegli uomini avesse potuto.
Tiro si accasciò ai suoi piedi, morto, e Reece non esitò un solo istante: estrasse il pugnale e subito si voltò tagliando la gola al generale di Tiro che si trovava vicino a lui. Con lo stesso movimento poi ruotò e colpì un altro generale al cuore.
Mentre tutti nella stanza, scioccati, iniziavano a reagire, Reece