Un Lamento Funebre per Principi . Морган Райс
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Читать онлайн книгу Un Lamento Funebre per Principi - Морган Райс страница 13
Poi Kate vide la leggera vibrazione sulle palpebre di Sofia, un movimento minimo delle mani contro le coperte. Fissò sua sorella, osando sperare.
Sofia aprì gli occhi e la fissò, e Kate non poté trattenersi. Si lanciò in avanti, abbracciando sua sorella e tenendola stretta a sé.
“Sei viva. Sofia, sei viva.”
“Sono viva,” la rassicurò Sofia, tenendosi a Kate che la stava aiutando a mettersi a sedere. Anche il gatto della foresta parve contento, e andò a leccare entrambi i loro volti con una lingua che sembrava la raspa di un fabbro.
“Piano, Sienne,” disse Sofia. “Sto bene.”
“Sienne?” chiese Kate. “Si chiama così?”
Vide Sofia annuire. “L’ho trovato lungo la strada verso Monthys. È una storia lunga.”
Kate aveva il sospetto che ci fossero molte storie da raccontare. Si ritrasse da Sofia, aspettando di sentire tutto, e Sofia si lasciò ricadere sul letto.
“Sofia!”
“Va tutto bene,” disse. “Sto bene. Almeno credo. Sono solo stanca. Potrei anche bere qualcosa.”
Kate le passò una borraccia, e la guardò bere profondamente. Chiamò i marinai, e con sua sorpresa il Capitano Borkar in persona arrivò di corsa.
“Di cosa avete bisogno, mia signora?” chiese, poi fissò Sofia. Con stupore di Kate, l’uomo si inginocchiò. “Vostra altezza, siete sveglia. Eravamo tutti così preoccupati per voi. Dovete avere una fame. Prendo subito qualcosa da mangiare!”
Partì di corsa, e Kate poté percepire la gioia che trapelava da lui come fosse fumo. Però aveva un’altra preoccupazione.
“Vostra altezza?” disse, fissando Sofia. “I marinai mi hanno trattata in modo strano da quando hanno capito che sono tua sorella, ma questo? Mi stai dicendo che appartieni a una famiglia reale?”
Sembrava un gioco pericoloso da fare, fingere di essere regale. Sofia stava forse facendo leva sul suo fidanzamento con Sebastian, fingendo di appartenere a una famiglia reale straniera, o c’era dell’altro?
“Niente di tutto questo,” disse Sofia. “Non sto fingendo nulla.” Prese il braccio di Kate. “Kate, ho scoperto chi sono i nostri genitori!”
Quella era una cosa su cui Sofia non avrebbe scherzato. Kate la fissò, quasi incapace di credere alle implicazioni. Si sedette sul bordo del letto, desiderosa di capire tutto.
“Racconta,” disse, incapace di contenere lo shock. “Pensi veramente… pensi che i nostri genitori fossero dei reali?”
Sofia fece per mettersi a sedere. Quando la vide fare fatica, Kate la aiutò.
“I nostri genitori si chiamavano Alfred e Christina Danse,” disse Sofia. “Vivevano, noi vivevamo, in una proprietà a Monthys. La nostra famiglia era quella dei re e delle regine prima che la famiglia della vedova li mettesse da parte. La persona che mi ha spiegato questo ha detto che avevano una sorta di… connessione con la terra. Non solo la governavano: ne erano parte.”
Kate rimase immobile al sentire quelle parole. Aveva sentito quella connessione. Aveva sentito il paese che si dipanava davanti a lei. Aveva raggiunto il potere contenuto in esso. Era stato in quel modo che aveva potuto guarire Sofia.
“E questo è reale?” disse. “Non è una specie di storia? Non sto diventando matta?”
“Non me lo inventerei mai,” la rassicurò Sofia. “Non lo farei a te, Kate.”
“Hai detto che i nostri genitori erano queste persone,” disse Kate. “Sono… sono morti?”
Fece del suo meglio per nascondere il dolore che le scorreva dentro a quel pensiero. Poteva ricordare l’incendio. Poteva ricordare di essere scappata. Non poteva ricordare cosa fosse successo ai suoi genitori.
“Non lo so,” disse Sofia. “Pare che nessuno sappia cosa sia loro successo dopo quel fatto. Tutto questo… il piano era di andare da nostro zio, Lars Skyddar, e sperare che lui sappia qualcosa.”
“Lars Skyddar?” Kate aveva sentito quel nome. Lord Cranston aveva parlato delle terre di Ishjemme, e di come fossero riusciti a tenere a bada gli invasori usando una combinazione di tattiche astute e difese naturali che venivano dai loro fiordi ghiacciati. “È nostro zio?”
Era troppo da concepire. Tutto d’un colpo Kate era passata dal non avere alcuna famiglia oltre a sua sorella, ad avere una famiglia che aveva dato re e regine, che governava in almeno una terra lontana. Era troppo, e troppo in fretta.
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