Quasi perduta. Блейк Пирс

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Quasi perduta - Блейк Пирс

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faceva sembrare il messaggio più una minaccia che un avvertimento. Decise che sicuramente chi lo aveva inviato aveva sbagliato numero, e quando se ne era accorto, aveva deciso di bloccarla.

      Sentendosi leggermente meglio, la ragazza si alzò dal letto e andò a svegliare i bambini.

      Dylan era già in piedi - Cassie intuì che fosse uscito in bici. Sperando che lui non vedesse la cosa come un’intrusione, entrò in camera, rifece il letto e raccolse i vestiti sparsi in giro.

      Sulle mensole vi erano una miriade di libri, tra cui alcuni sul ciclismo. In cima alla libreria c’era una vasca con due pesci rossi, e su un tavolo vicino alla finestra vi era la gabbietta di un coniglio. Un coniglietto grigio stava mangiando lattuga per colazione e Cassie lo osservò felice per qualche minuto.

      Quando uscì dalla stanza, bussò alla porta di Madison.

      “Dammi dieci minuti”, rispose la ragazzina ancora mezza addormentata. Cassie perciò si diresse in cucina per iniziare a preparare la colazione.

      Una volta entrata, vide che Ryan aveva lasciato un fascio di banconote sotto la saliera, con un messaggio scritto a mano. “Sono andato al lavoro. Esci coi ragazzi e divertitevi! Io torno stasera”.

      Cassie mise le prime fette di pane nel tostapane con motivo floreale, e riempì il bollitore. Mentre stava preparando il caffè, Madison entrò, avvolta in un accappatoio rosa e in preda a qualche sbadiglio.

      “Buongiorno”, la salutò Cassie.

      “Buongiorno, sono felice tu sia qui. Tutti gli altri qui dentro si svegliano sempre prestissimo”, si lamentò.

      “Vuoi del caffè? Tè? Succo?”

      “Del tè, grazie”.

      “Un toast?”

      Madison scosse la testa. “Non ho fame per ora, grazie”.

      “Cosa ti andrebbe di fare oggi? Vostro padre ha detto di andare da qualche parte”, disse Cassie, mentre versava a Madison del tè, come lei aveva chiesto, con un po’ di latte e di zucchero.

      “Andiamo in paese!”, disse Madison. “È divertente nel fine settimana, ci sono un sacco di cose da fare”.

      “Buona idea. Sai quando torna Dylan?”

      “Di solito esce per un’oretta”. Madison avvolse la tazza con le mani e soffiò sul liquido bollente.

      Cassie fu sorpresa da quanto sembrassero indipendenti i bambini. Di certo, non erano abituati ad essere superprotetti. Ritenne che il villaggio fosse abbastanza piccolo e sicuro, da poterlo considerare come un’estensione della propria casa.

      Dylan fu di ritorno poco dopo, e per le nove furono tutti vestiti, e pronti per uscire. Cassie diede per scontato che avrebbero preso la macchina, ma Dylan le fece cambiare idea.

      “Si fa fatica a trovare parcheggio nel fine settimana. Di solito andiamo a piedi - sono solo un paio di chilometri - e prendiamo poi l’autobus per tornare. Ne passa uno ogni due ore, perciò bisogna solo tenere l’orario sotto controllo”.

      La passeggiata verso il villaggio non sarebbe potuta essere più panoramica. Cassie fu affascinata dalla vista, che si alternava continuamente tra il mare e le pittoresche case lungo la strada. Sentì le campane di una chiesa, da un punto indefinito in lontananza. L’aria era fresca e frizzante, e poter inspirare l’odore del mare era piacere puro.

      Madison camminava davanti al gruppo, indicando tutte le case delle persone che conosceva, che sembrava essere quasi chiunque.

      Alcune delle persone che passarono loro accanto salutarono con un cenno della mano, e una donna fermò il suo Range Rover per offrire loro un passaggio.

      “No, grazie, Sig.ra O’Donoghue, camminiamo volentieri”, urlò Madison. “Però potremmo avere bisogno di lei sulla strada del ritorno!”

      “Vi cercherò!” promise la donna con un sorriso, prima di ripartire. Madison spiegò che la signora e il marito vivevano più nell’entroterra, e possedevano una piccola fattoria organica.

      “C’è un negozio in paese che vende i loro prodotti, e qualche volta hanno anche dei dolcetti crudi di cioccolato e burro, fatti in casa”, disse Madison.

      “Ci andiamo di sicuro, allora”, promise Cassie.

      “I suoi figli sono fortunati. Vanno in collegio a Cornwall. Vorrei poterlo fare anche io”, disse Madison.

      Cassie aggrottò la fronte, chiedendosi perché Madison volesse trascorrere anche solo un minuto lontano da quella vita perfetta. A meno che il divorzio non l’avesse fatta sentire insicura e volesse circondarsi di una comunità più grande.

      “Sei felice nella scuola dove vai ora?” chiese, per sicurezza.

      “Sì, è stupenda, a parte per il fatto di dover studiare”, rispose Madison.

      Cassie fu sollevata per il fatto che non paressero esserci altri problemi, come degli atti di bullismo.

      I negozi erano pittoreschi, proprio come sperava. C’erano alcuni negozi che vendevano attrezzatura da pesca, abiti caldi e materiale sportivo. Ricordandosi di come fossero fredde le sue mani la sera prima, quando stava bevendo con Ryan, Cassie provò un bellissimo paio di guanti, ma decise che fosse meglio aspettare e comprarne uno più economico, vista la scarsità delle sue finanze e la mancanza di denaro disponibile.

      L’odore di pane appena sfornato li attirò dall’altra parte della strada e dentro una pasticceria. Dopo alcune discussioni coi bambini, Cassie acquistò una pagnotta lievitata e una torta di noci da portare a casa.

      L’unico lato negativo della mattinata fu il negozio di dolci.

      Quando Madison marciò piena di aspettativa verso la porta, si fermò, con espressione avvilita.

      Il negozio era chiuso, e c’era un appunto scritto a mano attaccato al vetro della porta, che diceva: “Cari clienti, siamo fuori città per un compleanno in famiglia! Saremo di ritorno martedì per servirvi i vostri dolci preferiti”.

      Madison sospirò tristemente.

      “Di solito quando vanno via c’è la figlia a gestire il negozio. Questa volta devono essere andati tutti a quella stupida festa”.

      “Suppongo di sì. Non importa. Possiamo tornarci la settimana prossima”.

      “Ma manca tantissimo”. Con la testa bassa, Madison si girò e Cassie si morse il labbro nervosamente. Voleva che quell’uscita avesse successo a tutti i costi. Si era immaginata il viso di Ryan illuminarsi a sentirli parlare della loro giornata, e aveva sperato che lui potesse guardarla con gratitudine e magari farle anche un complimento.

      “Ci torniamo la settimana prossima”, ripetè, conscia del fatto che quella era una consolazione minima per una bambina di nove anni che credeva che nel suo prossimo futuro ci sarebbero stati bastoncini di menta piperita.

      “E magari riusciamo a trovare dei dolci in altri negozi”, aggiunse.

      “Dai, Madison”, Dylan disse con impazienza, e la prese per mano, facendola allontanare dalla porta chiusa. Poco

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