Cattura. Блейк Пирс
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“Sono onorato di presentare i diplomati di quest’anno dell’Accademia dell’FBI di Quantico. Congratulazioni a tutti voi per aver affrontato tutte le sfide delle ultime diciotto settimane.”
Riley rimase colpita da quelle parole.
Diciotto settimane!
Se solo avessi avuto diciotto settimane complete!
Aveva saltato quasi due settimane, trascorse ad inseguire un brutale killer, anziché a partecipare alle lezioni ed ai vari addestramenti alla base.
Il suo mentore, l’Agente Speciale Jake Crivaro, l’aveva strappata via dall’Accademia, senza molti complimenti, per farla lavorare ad un caso in West Virginia: si era trattato di un caso davvero orribile di un killer che uccideva le sue vittime, avvolgendole nel filo spinato.
Dopo quell’esperienza, recuperare il tempo perso all’Accademia era stato difficile. Aveva invidiato gli altri studenti, che avevano più tempo per un compito così impegnativo. Ma, alla fine, Riley sapeva che quel giorno non si sarebbero diplomati tutti i 200 studenti che avevano iniziato con lei: alcuni avevano fallito e altri avevano semplicemente gettato la spugna.
Riley era orgogliosa di essere riuscita ad ottenere il diploma, nonostante tutto; tornò a rivolgere la sua attenzione al discorso del Direttore Cormack.
“Ripenso con stupore al viaggio che io e molti altri agenti abbiamo fatto prima di voi, e a quello che state per intraprendere oggi. Posso dirvi, per esperienza personale, che è un viaggio profondamente gratificante, ma, talvolta, non si ottiene molta riconoscenza. Le vostre azioni altruiste non sempre saranno accolte pubblicamente con gratitudine.”
Si fermò per un istante, come se riflettesse sulle esperienze personali.
Poi riprese: “Ricordate che ben poche persone, al di fuori del Bureau, hanno idea delle vostre importantissime responsabilità. Sarete criticati per come svolgerete il vostro lavoro; ogni vostro errore sarà soggetto ad un’analisi spietata, spesso sotto lo sguardo dei media. Quando non riuscirete a risolvere un caso, vi sembrerà di essere messi all’indice da tutto il mondo. Quando invece avrete successo, spesso vi sentirete trascurati e sottovalutati.”
Si protese appena in avanti, aggiungendo quasi in un sussurro …
“Ma ricordate sempre, non sarete soli. Ora siete parte di una famiglia, la famiglia più orgogliosa, leale e rassicurante che possiate immaginare. Ci sarà sempre qualcuno qui a confortarvi nella sconfitta e a celebrare con voi in caso di trionfo.”
Riley sentì formarsi un nodo in gola al semplice suono di quella parola …
Famiglia.
Di fatto non ne aveva più avuta una, dal momento in cui sua madre era stata uccisa proprio davanti ai suoi occhi, quando era ancora una bambina. Suo padre era vivo, già, un ex-Marine inasprito e solitario, che viveva sugli Appalachi. Ma non lo aveva visto da …
Quando?
L’ultima volta era stato prima di laurearsi, al college, nell’autunno precedente, ricordò. E quell’incontro non era stato affatto piacevole. In realtà, con ogni probabilità, suo padre non sapeva quasi nulla di quello che lei aveva fatto da allora, in quei mesi. Gliene avrebbe mai parlato? Si chiese, incerta anche sulla sola prospettiva di rivederlo.
E, ora, il Direttore Cormack le stava offrendo la promessa di qualcosa che aveva sognato, ma non aveva mai avuto.
Famiglia!
Era davvero possibile?
Si sarebbe sentita come parte di una grande famiglia nei giorni a venire?
Si guardò intorno, osservando i volti dei colleghi diplomati. Molti si sorridevano tra loro, altri invece sussurravano l’uno all’altro, mentre il discorso del Direttore Cormack proseguiva. Riley sapeva che molti avevano creato delle amicizie durevoli in Accademia.
Soffocò un sospiro, consapevole di non aver davvero trovato una “famiglia” in quel luogo. Impegnata totalmente dall’ultimo caso di omicidio, non aveva avuto molto tempo a disposizione per socializzare e uscire con gli amici.
Tuttavia, aveva scoperto due amicizie molto solide nel tempo che aveva trascorso in Accademia: la sua coinquilina, Frankie Dow, e John Welch, un ragazzo idealista e bello che aveva imparato a conoscere durante l’estate, quando entrambi avevano partecipato alle dieci settimane del Programma d’Internato dell’FBI.
Anche John e Frankie erano presenti. Visto che la classe di diplomati era seduta in ordine alfabetico, Riley e i due amici non avevano potuto sedersi insieme e lei non conosceva i colleghi che le erano accanto.
Riley ricordò a se stessa che lei e il suo fidanzato, Ryan Paige, erano già, o quasi, una famiglia. Si doveva presto trasferire con lui nel loro appartamento di Washington DC ed avevano progettato di sposarsi presto. Riley aveva subito un aborto all’inizio della sua gravidanza, ma sicuramente avrebbero avuto figli negli anni a venire.
Si domandò se Ryan fosse lì tra il pubblico. Era sabato e poteva essere un giorno lavorativo per un avvocato all’inizio della sua carriera come Ryan. Inoltre, Riley sapeva che l’uomo nutriva sentimenti misti nei confronti della carriera che lei aveva scelto.
Il discorso del Direttore Cormack giunse al termine; era arrivato il momento del giuramento di tutti i nuovi agenti. Ad uno ad uno, l’uomo avrebbe pronunciato i loro nomi. Ognuno di loro avrebbe raggiunto il palco e prestato il giuramento dell’FBI; una volta ricevuto il proprio distintivo, sarebbe poi tornato a sedersi.
Furono chiamati in ordine alfabetico, e, mentre Cormack proseguiva a leggere la lista, Riley si ritrovò a desiderare che il suo cognome non iniziasse con la diciannovesima lettera dell’alfabeto. Fu una lunga attesa. Frankie, naturalmente, salì sul palco prima di lei; le fece um cenno di un saluto, sorridendo, mentre tornava al proprio posto.
Quando, finalmente, il direttore chiamò il nome di Riley, sentì le ginocchia diventare deboli, mentre si alzava e si faceva strada passando davanti agli altri diplomati seduti, fino ad imboccare il corridoio. Quando salì sul palco, le parve di distaccarsi dal proprio corpo.
Finalmente, si ritrovò sul palco, sollevò la mano e ripeté dopo il Direttore Cormack …
“Io, Riley Sweeney, giuro solennemente di sostenere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti contro tutti i nemici, stranieri e interni …”
Dovette soffocare una lacrima, mentre continuava.
E’ tutto vero, si disse. Sta succedendo davvero.
Il giuramento era breve, ma a Riley sembrò che la voce potesse cederle prima che di giungere al termine. Infine, pronunciò le ultime parole …
“… e che adempierò bene e fedelmente ai doveri del servizio in cui sto per entrare. Che Dio mi aiuti.”
Riley protese la mano, aspettando che il Direttore Cormack le consegnasse il distintivo. Invece, l’uomo robusto le rivolse un largo sorriso, in qualche modo malizioso, e poggiò il distintivo sul podio.
“Adesso, aspetta, ragazza. Abbiamo una piccola questione di cui occuparci.”
Riley sussultò. Non