Cattura. Блейк Пирс

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Cattura - Блейк Пирс

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      “Riley Sweeney, è con mio grande onore che ti conferisco il Premio del Direttore per l’Eccellenza nella Leadership.”

      Riley era stupita.

      Il direttore aprì la piccola scatola ed estrasse un nastro al quale era attaccata una medaglia. Esplose un fragoroso applauso, mentre Cormack le metteva la medaglia intorno al collo. Cormack elogiò Riley per il suo spirito di iniziativa e la sua leadership durante le sue settimane all’Accademia.

      Riley provò ad ascoltare attentamente quelle parole, ma si sentì stordita.

      Non svenire, si ordinò. Resta in piedi.

      Sperava che qualcuno stesse registrando qualunque cosa il direttore stava dicendo, perché era tutto confuso per lei.

      Cormack le diede qualcosa.

      Il mio distintivo dell’FBI, comprese Riley e l’accettò.

      Poi, l’uomo le porse la mano. Lei la strinse, e poi si voltò per andarsene.

      Mentre, da nuova agente dell’FBI, scendeva dal palco, Riley Sweeney vide che non tutti i diplomati sembravano felici per lei. Infatti, aveva appena finito di lavorare ad un caso di omicidio ed era stata premiata come team leader per le attività in Accademia. Non era un segreto che alcuni studenti sentivano che il recente lavoro sul campo svolto da Riley le avesse dato un ingiusto vantaggio su di loro. Era sicura che qualcuno, nell’ambiente delle forze dell’ordine, dovesse esserne particolarmente infastidito.

      Riley tornò al proprio posto, sentendosi arrossita per l’emozione provocata dal premio conferitole. Non riusciva a ricordare che qualcosa di simile le fosse mai accaduto prima. Nel frattempo, le ultime reclute salivano ad una ad una sul palco, prestando il giuramento e ricevendo i distintivi. Quando fu il turno di John, Riley sorrise e gli fece un cenno di un saluto, ricambiato timidamente.

      Dopo che gli ultimi studenti avevano prestato giuramento, il Direttore Cormack si congratulò di nuovo con le reclute per il risultato raggiunto e la cerimonia si concluse. Gli studenti si alzarono dai loro posti, cercando impazienti i loro amici.

      Riley trovò rapidamente John e Frankie, raggianti d’orgoglio, mentre stringevano i loro nuovi distintivi.

      “Ce l’abbiamo fatta!” John disse, abbracciando Riley.

      “Siamo davvero agenti dell’FBI!” Frankie aggiunse, abbracciando anche lei Riley.

      “Certo che lo siamo” Riley replicò.

      Frankie aggiunse: “E la cosa migliore di tutte è che lavoreremo alla Sede Centrale di Washington DC. Potremo stare insieme!”

      “Che cosa grandiosa!” Riley acconsentì.

      Poi fece un respiro profondo. Dopo quell’estate difficile, tutto stava procedendo proprio bene. Meglio di quanto aveva immaginato.

      Si guardò intorno, cercando Ryan, e lo vide muoversi attraverso la folla, verso di lei.

      Era riuscito a venire dopotutto, e aveva un piacevole sorriso sul volto.

      “Congratulazioni, tesoro” le disse, dandole un bacio sulla guancia.

      “Grazie” Riley rispose, baciandolo a sua volta.

      Prendendo la mano di Riley, Ryan soggiunse: “E ora, possiamo andare a casa.”

      Riley sorrise ed annuì. Sì, quella era davvero una gran cosa in quella giornata. Durante tutte le sue settimane all’Accademia, aveva dovuto dormire nel dormitorio, mentre Ryan era rimasto nel loro appartamento di Washington DC. Non avevano passato molto tempo insieme, come entrambi avrebbero voluto.

      La sua assegnazione alla Sede Centrale di Washington dell’FBI significava che avrebbe lavorato a poche fermate di metro dal loro appartamento. Potevano stabilirsi lì e creare una vita insieme, forse persino programmare presto il loro matrimonio.

      Ma, prima che Ryan e Riley potessero andar via, John la chiamò.

      “Aspetta un attimo, Riley. C’è ancora una cosa di cui occuparsi.”

      Riley sgranò gli occhi, ricordando …

      Sì, c’è ancora una cosa da fare.

      Lei e i suoi amici uscirono nella fredda aria invernale; i nuovi agenti erano tutti allineati e attraversavano il cortile interno, diretti al poligono di tiro dell’FBI. Riley e gli amici si precipitarono a unirsi alla fila, mentre Ryan li seguì.

      Riley si accorse che Ryan sembrava alquanto perplesso.

      Non capisce che cosa sta succedendo, pensò.

      Non c’era tempo per discutere in quel momento. Riley e gli amici si stavano avvicinando al quartiermastro.

      Quando lo raggiunsero, l’uomo diede ad ognuno di loro un’arma di servizio, una pistola Glock calibro 22.

      Ryan spalancò la bocca, sorpreso e anche un po’ agitato, Riley ne era sicura.

      Dovrà abituarsi al fatto che io abbia un’arma da fuoco, lei pensò.

      Riley gli sorrise e disse: “OK, possiamo andare a casa ora.”

      Tirò un sospiro di sollievo, quando comprese che l’uomo non intendeva dire alcunché il fatto che stesse portando con sé un’arma letale. Entrambi salutarono i suoi amici e attraversarono di nuovo il cortile interno.

      Andrà tutto bene, pensò.

      Poi, improvvisamente, un ragazzo le si avvicinò, dandole una busta.

      “Sei Riley Sweeney?” il giovane chiese.

      “Sì” Riley rispose.

      Il giovane le porse la busta e disse: “Mi hanno chiesto di darti questo. Devi firmarlo.”

      Riley firmò per la busta, poi la aprì frettolosamente.

      Lei barcollò, indietreggiando di alcuni passi, mentre leggeva.

      “Di che cosa si tratta?” Ryan chiese.

      Lei deglutì e gli disse: “Mi hanno cambiato incarico.”

      “Che cosa significa?” lui chiese.

      “Non lavorerò più alla Sede Centrale del Bureau di Washington DC. Sono stata assegnata all’Unità di Analisi Comportamentale, proprio qui a Quantico.”

      Ryan balbettò: “Ma, ma tu hai detto … che avremmo vissuto insieme.”

      “Lo faremo” Riley gli rispose in fretta, rassicurandolo. “Dopotutto, non è un viaggio così lungo.”

      Nonostante le sue parole rassicuranti, sapeva che il cambiamento avrebbe senz’altro complicato le loro vite: non avrebbe reso impossibile la loro convivenza, ma non l’avrebbe resa facile.

      Ryan scattò: “Beh, non puoi farlo. Dovranno cambiarlo.”

      “Non posso far cambiare

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