LGBT La Pandemia Del Mondo. Andrzej Stanislaw Budzinski

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LGBT La Pandemia Del Mondo - Andrzej Stanislaw Budzinski

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grazia del Sacramento.

      ● Aspettative non soddisfate. Quando mi aspetto che il partner si comporti come voglio io. Se per esempio dico: in questo momento tu dovresti dire o fare così. Se non si comporta come voglio rimango deluso. Se questo capita spesso può portare alla ricerca delle soddisfazioni altrove.

      ● I soldi. L’aspetto economico, oppure per meglio dire la gestione dei soldi, può creare problemi tra due coniugi. Provate a immaginare le tensioni che si creano quando due coniugi sono agli antipodi della gestione delle finanze: uno vuole risparmiare e l’altro spendere, oppure uno pensa nel futuro e l’altro invece vive del presente.

      ● L’affettività. Non sto pensando soltanto al sesso, ma semplicemente del contatto fisico in genere: abbracci e baci durante la giornata. Stare insieme, parlare, ridere, preparare da mangiare, prendersi per mano o sorprendere il partner.

      ● Diversi interessi. Certamente, è importante avere il tempo per se stessi. Ma dal momento che siamo sposati non siamo da soli, ma in relazione con l’altro. Dobbiamo condividere noi stessi, la nostra vita e tutto ciò che abbiamo e che succede con il partner. E’ molto importante la condivisione con il partner dei miei progetti, problemi e chiedere la sua opinione.

      ● Risolvere i problemi. Dubito, che esista nel mondo una coppia che non litighi. Perché litigare è parte integrante della crescita nel rapporto coniugale. Certamente si può litigare in diversi modi, però in qualche modo tutti litigano. I problemi ci sono e ci saranno! L’importante è imparare a risolvere le incomprensioni nella coppia. E’ molto importante la capacita di ascoltare ed entrare nei pani dell’altro, cioè l’empatia.

      Vedete che il livello delle cause che conducono al divorzio è cambiato. Da quelle superficiali siamo scesi più in profondità. Dopo la conoscenza più profonda che riguarda le cause del divorzio, ancora una volta, vi propongo di rispondere alla stessa domanda di prima. Ognuno di noi ad essa deve rispondere personalmente. Secondo voi: quali sono le cause più gravi che portano al divorzio e perché?

      Alcuni dei motivi degli impedimenti, ce li dice Gesù stesso nel suo insegnamento: “[5] Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? [6] Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi. [7] Gli obiettarono: Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via? [8] Rispose loro Gesù: Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. [9] Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio. [10] Gli dissero i discepoli: Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi. [11] Egli rispose loro: Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. [12] Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca” (Mt 19,5-12).

      Di fronte all’insegnamento di Gesù i discepoli si comportano un po’ come bambini, immaturi e irresponsabili. Se il divorzio è vietato, allora forse è meglio non legarsi con la donna? Vediamo che il problema della separazione dalla moglie non è nuovo, era presente non solo ai tempi di Gesù, ma già ai tempi

      di Mosè, più di 1500 a.C., e ancora prima. “[10] Gli dissero i discepoli: Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi”. Da ciò che dicono si può capire che vedono il matrimonio come un pericolo che limita la loro “libertà”. Non capiscono che cos’è il matrimonio agli occhi di Dio. Dalle parole di Gesù esce un altro motivo dei divorzi:

      ● mancanza di responsabilità e fedeltà ai voti fatti,

      ● una mancanza di perseveranza,

      ● durezza dei cuori,

      ● un desiderio di libertà, però quella dopo il peccato originale, “libertà”, che in realtà è la prigione, “libertà”, che si oppone alla volontà di Dio.

      L’insegnamento di Gesù riguarda la responsabilità e un approccio maturo allo stato matrimoniale. Davanti a Dio, un uomo prende una donna come moglie e una donna prende

      un uomo come marito, e gli promette fedeltà nel bene e nel

      male. Questo è un impegno non solo tra di loro, ma anche davanti a Dio, di cui saranno chiamati a rispondere. Ogni tentativo di introdurre una deroga alla promessa di matrimonio è solo un tipico “buttare sabbia negli occhi”, un comportamento dei fariseo e ipocriti, che in ogni caso agli occhi di Dio sarà scoperto e nominato come è. Gesù ripristina il piano originario di Dio, modificato nella storia da Mosè, che ha permesso il divorzio e la separazione come concessione causata dalla debolezza umana. Mosè ha permesso al marito, fin dal primo conflitto con la moglie, di pensare alla separazione e non alla costruzione dell’unità con lei. Le delusioni e i conflitti nel piano di Dio sono un’opportunità per costruire una maggiore unità del matrimonio, nel piano umano, invece, per separarlo.

      Esiste ancora una causa molto più profonda che riguarda la nostra identità, che tocca l’epicentro della nostra esistenza, tocca proprio le viscere della nostra provenienza. Ecco! In questo momento stiamo entrando proprio nel nucleo del problema del divorzio. Parliamo della creazione. Parliamo del nostro rapporto con Dio, nostro Padre e Creatore, perché come ci insegna La Costituzione Gaudium et spes: “Dio stesso è l’autore del matrimonio”66. Nel Catechismo è scritto:

      “ 1605 Che l’uomo e la donna siano creati l’uno per l’altro, lo afferma la Sacra Scrittura: Non è bene che l’uomo sia solo. La donna, carne della sua carne, sua eguale, del tutto prossima a lui, gli è donata da Dio come un aiuto, rappresentando così Dio dal quale viene il nostro aiuto [ Cf Sal 121,2 ]. Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne ( Gen 2,24 ) [Cf Gen 2,18-25 ]. Che ciò significhi un’unità indefettibile delle loro due esistenze, il Signore stesso lo mostra ricordando quale sia stato, all’origine, il disegno del Creatore: Così che non sono più due, ma una carne sola (Mt 19,6)” 67.

      Sapiamo già, che l’autore del matrimonio è Dio che è Santissimo, in conseguenza l’intima unione coniugale tra l’uomo e la donna è santa, almeno dovrebbe essere tale. Il matrimonio è basato sulle Leggi proprie stabilite dal Creatore, che non dipendono dall’arbitrio umano, ma sono incise in modo incancellabile nella natura umana. Queste Leggi sono immutabili, irrevocabili ed eterne. Sono e basta, e soltanto seguendole l’uomo può essere felice nel rapporto coniugale. L’unione tra maschio e femmina non è soltanto una scelta umana, ma prima di tutto è la decisione di Dio. L’uomo si unisce con la donna nel matrimonio e diventano una cosa sola (cfr. Gen 2,24). Dio ha stabilito il matrimonio e gli ha dotato tutte le grazie necessarie per renderlo santo. Lo scopo del matrimonio è la santità reciproca dei coniugi a immagine e somiglianza di Dio. Queste Leggi costituiscono l’esigenza interiore dell’uomo, un richiamo che gli permette di realizzarsi pienamente nell’amore e nell’unione reciproca tra maschio e femmina. Ancora di più, l’uomo attraverso l’amore coniugale può sperimentare l’amore assoluto e indefettibile di Dio verso ogni essere umano. Soltanto in questa unione, benedetta e voluta dal Signore, è nascosto il suo scopo: “[28] Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra” (Gn 1,28) . Soltanto in questa unione l’uomo può realizzare pienamente la sua vocazione – maschio come marito e padre, e femmina come moglie e madre.

      Adesso è arrivato il momento di porci la domanda:

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<p>66</p>

Concilio Vaticano II, Cost. Gaudium et spes, 48.

<p>67</p>

Catechismo della Chiesa Cattolica 1602 – 1605