Se Questo È Amore. Amanda Mariel

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Se Questo È Amore - Amanda Mariel

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che non vi rompiate l’osso del collo, mentre vi arrampicate!”

      “Come volete! “ esclamò Hannah, e si mise a correre giù per il prato. Gli aveva promesso che avrebbe rispettato l’accordo, ma non che avrebbe giocato secondo le sue regole! Se proprio voleva tallonarla, almeno gli avrebbe fatto sudare sette camicie!

      Raggiunto l’albero, Hannah si arrampicò su per il tronco e poi si afferrò ad uno dei rami. Non guardò giù, mentre saliva fino alla finestra della sua camera da letto. Quando riuscì ad arrivare al cornicione, vide Ramsbury in piedi accanto al tronco dell’albero che la fissava. Non se ne curò, e prese a camminare rasente il muro di pietra, fino al balcone della sua stanza da letto. Come le sarebbe piaciuto vedere la faccia di Ramsbury, in quel momento! Ma non poteva permettersi di correre un pericolo, solo per guardare giù. Il cornicione era troppo stretto, e le permetteva solo di camminare lentamente appoggiandosi con la schiena, e la faccia rivolta verso l’alto.

      Riuscì ad arrivare alla ringhiera del balcone e vi si aggrappò con tutte le sue forze. Poi la scavalcò e finalmente poggiò i piedi al sicuro, sul pavimento. Sollevata, si sporse e sussurrò a Ramsbury, che stava ancora con la bocca aperta a guardarla.

      “Ora potete andare, caro amico! “

      Da lì e con quella oscurità non poteva vedere bene la sua espressione, ma le parole di Ramsbury le arrivarono chiare alle orecchie: “Noi non siamo amici!”

      Hannah arrossì violentemente. Cosa voleva dire, con quelle parole?

      CAPITOLO SECONDO

       G raham Fulton, marchese di Ramsbury, prese un bicchiere da whiskey e se lo riempì. Blackmore fece lo stesso, prima di parlare con lui. Ramsbury non potè fare a meno di notare le profonde borse sotto agli occhi, di sicuro dovute ad un’altra notte insonne a causa della sorella. Era sicuro che l’amico avesse trascorso gran parte della nottata chiedendosi dove si fosse cacciata quella civetta.

      Graham era tentato dal dirglielo, ma sapeva che non poteva. Quella piccola bugiarda meritava di essere punita per tutte le preoccupazioni che causava! Perché aveva stretto un accordo con lei?

      L’immagine di quel bellissimo corpo fasciato nei calzoni da uomo gli attraversò la mente come un lampo, e deglutì. Cosa diavolo gli stava accadendo? Cavolo, si trattava della sorellina matta di Seth, e lui non aveva alcuna intenzione nei suoi riguardi, tanto meno sessuali! Eppure, si scoprì improvvisamente attratto da lei.

      “Siete strano!“ gli disse Blackmore, riempiendogli nuovamente il bicchiere.

      Lui carezzò il bicchiere con un dito: “Potrei dire la stessa cosa di voi!”

      Blackmore ridacchiò: “Sì, è vero. Ma non voglio pensarci, adesso. Preferirei mostrarvi il cavallo!” esclamò.

      Graham si sentì sollevato all’idea: ”Buona idea! – disse, accompagnando Blackmore fuori dalla stanza. – Quando è arrivato lo stallone?”

      “Due giorni fa. Narissa ha già iniziato l’allenamento.” Blackmore sorrise. “Ieri ha battuto il tempo di Banshee ma lei è convinta che, a breve, riuscirà a battere anche Merlino!”

      “Fantastico!” esclamò Graham. La moglie di Blackmore era un’ottima addestratrice e, da giovane, aveva cavalcato lei stessa. Lei e Seth si erano incontrati in una di queste gare. Non era un mistero che lei e Lady Hannah fossero in sintonia, già prima del matrimonio. Peccato che Lady Hannah non possedesse un briciolo della saggezza di Lady Narissa! “ Pensate di farlo correre?“ chiese.

      “Certamente! – rispose Blackmore – Narissa lo ha chiamato Glitch e spera di farlo cavalcare da Epsom!” Blackmore fece un cenno di saluto in direzione della moglie e della sorella, che si stavano avvicinando a loro.

      Lo sguardo di Graham si fiondò su Lady Hannah e – che gli venisse un colpo! – non potè fare a meno di trovarla bellissima! Come aveva fatto a non notarlo prima? Forse perché, vestita da uomo, era molto più interessante! Ora, vestita da donna e con un bel cappello da sole in linea, era bella e basta. La dolce, perfetta donna da sposare.

      Nulla a che vedere con la realtà! Peccato, perché Lady Hannah gli era sempre piaciuta. Se non fosse per quel suo comportamento eccentrico, ci avrebbe volentieri fatto su un pensierino. Beh.. per dire! Sarebbe diventato un uomo in balia completa di una furba di tre cotte!

      Graham lanciò un’occhiata di sfuggita a Blackmore: “Come va con Hannah? Siete riuscito a trovare il giusto pretendente?” Nel medesimo istante in cui formulava questa domanda, capì che si sarebbe volentieri preso a schiaffi! Ma che cavolo gliene fregava a lui se Hannah si fidanzava o no?

      Blackmore sospirò: “Per ora niente, e lei ha bisogno di un marito più che mai. Narissa dice che mi preoccupo troppo, ma comunque Hannah prima o poi si metterà nei guai!”

      Graham pensò che l’amico non conosceva neanche la metà dei pasticci in cui si cacciava la sorella e si sentì profondamente in colpa. Avrebbe dovuto essere onesto con lui. Stava per spifferargli tutto, quando Hannah gli fece un bel sorriso, e le parole gli morirono in bocca. Quella donna lo stava portando per mano all’inferno!

      “Ieri sera è scomparsa di nuovo! – stava dicendo Blackmore – L’ho cercata dappertutto e poi, eccola lì, è ricomparsa nella sua stanza!”

      “Ma davvero? – fece finta di stupirsi Graham, lisciandosi la cravatta per l’imbarazzo – E lei, come ha spiegato la cosa?”

      “Non mi ha spiegato niente! Mi ha solo detto che mi agitavo troppo!” Si passò una mano tra i capelli. “Non riesco a capire come fa. Ho dei domestici che pattugliano continuamente la casa, eppure lei continua a scomparire!”

      “Credo che dovreste seguire il mio consiglio e proporle un buon partito, senza darle modo di rifiutare.” gli disse Graham, cercando di ricordargli quello che gli aveva suggerito già tempo fa.

      “Sapete che non posso. Ho promesso a mia madre che non l’avrei mai costretta a sposarsi!”

      “Sì, è vero.” convenne Graham. D’un tratto lo sguardo gli scivolò sull’albero che cresceva accanto alla casa.

      “Forse, dovreste tagliare quell’albero!” esclamò.

      Blackmore seguì lo sguardo dell’amico: “Che c’entra ora quel vecchio albero?” chiese.

      “E’ pericolosamente vicino alla casa” rispose Graham. Avrebbe voluto dire di più, comunque aveva gettato un seme. Si era già pentito dell’accordo stretto con Hannah, ma era uomo d’onore! Comunque sia, non avrebbe tradito la sua fiducia.

      Blackmore indugiò un attimo e poi si diresse verso l’albero contorto. Graham sbirciò verso il prato, per capire dove fossero le signore, e non vedendole si sentì più libero di raggiungere l’amico ai piedi dell’albero.

      “Pensate che lo stia usando per scappare?” chiese Blackmore, sollevando un braccio verso il ramo più in basso.

      “Certamente!” avrebbe voluto esclamare Graham, ma si limitò a scuotere il capo con indifferenza: “Non saprei. Comunque, non credo sia un grave danno abbatterlo.”

      Blackmore si arrampicò con due mani sul ramo: “ Sicuramente! E poi, se regge me, è in grado di reggere anche

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