Un Natale Difficile. Amanda Mariel

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Un  Natale Difficile - Amanda Mariel

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Duca si accomodò sulla sedia di fronte a lui. “Molto bene. Allora vi perdono.” Ma Adam non perse altro tempo in odiose conversazioni. Si precipitò fuori dal castello e dai “ desideri “ dello zio più in fretta che potè, attraversando sale e corridoi, e finalmente arrivò alle stalle, per andarsi a prendere il cavallo. Perfino un whiskey poteva aspettare, ma prima fuggiva dal castello di Danby meglio era!

      Saltò sulla groppa del cavallo senza aspettare che gli sistemassero la sella, e si diresse al galoppo verso le campagne dello Yorkshire, fino al palazzo di Cristiana. Se fosse stata ancora libera, l’avrebbe amata con la stessa passione con cui l’aveva lasciata due anni prima! Le immagini di quel bel corpo sinuoso gli si ripresentarono alla mente, e si domandò perché mai l’avesse mollata così all’improvviso!

      Loro due avevano vissuto notti travolgenti. E nessuno aveva posto condizioni, né sessuali né sociali. Per lo più aveva trascorso quei pochi giorni con lei a fare sesso o a pascolare tranquillo accanto al fuoco. Ma ora? Quella donna poteva ancora essere per lui una valvola di sfogo da Danby? Magari, era passato troppo tempo: due anni possono dire tanto. Poteva anche essersi risposata.

      C’era solo un modo per saperlo. Arrivato a casa della donna, saltò giù dal cavallo e salì a due a due i gradini della veranda. Bussò alla porta. Se proprio gli fosse andata male, avrebbe trovato un’altra amica con cui divertirsi.

      La bella porta di mogano si aprì e un maggiordomo s’inchinò: “Signore.” disse. Adam gli porse il suo biglietto da visita.

      “Vorrei parlare con Lady Cristiana.”

      “Mi dispiace, ma la Signora non è in casa.” rispose il maggiordomo.

      “E quando posso trovarla?” chiese Adam, rendendosi conto che l’uomo lo aveva riconosciuto. Molto strano, dato che era parecchio tempo che non si faceva vedere!

      “La Signora è partita per un periodo di vacanza.” chiarì l’uomo.

      Adam guardò il servo con diffidenza: “ E dov’è andata?”

      “Mi dispiace milord, ma non sono autorizzato a rispondere.” disse il maggiordomo, inchinandosi e apprestandosi a chiudere la porta.

      “Aspettate! – esclamò Adam, appoggiando una mano sullo stipite del portone, per impedire all’uomo di chiuderlo – Sono qui per farle una sorpresa. Credo che alla Signora farà piacere. Sicuramente voi ricorderete la nostra… amicizia…” aggiunse, schiarendosi imbarazzato la gola. Ma il maggiordomo lo guardò con durezza.

      “Mi spiace, signore, temo di non ricordare. Vi auguro una buona giornata.” esclamò. E gli chiuse la porta in faccia.

      “Molto bene!” esclamò stizzito Adam. Ritrasse con violenza la mano dalla porta e si avviò verso il cavallo. Fu così veloce che il click della porta che si chiudeva raggiunse i suoi orecchi dopo che aveva sceso gli scalini della veranda. Non si sentiva offeso, no! Non era la prima donna che mollava, e di sicuro non sarebbe stata l’ultima. Nessuna relazione era fatta per durare. Almeno, questo era quello a cui voleva credere, e la cosa gli andava più che bene, per adesso!

      Balzò a cavallo e si voltò un attimo a guardare la casa. Un rapido movimento della tenda alla finestra attirò subito la sua attenzione, e aguzzò lo sguardo per vedere meglio. Eccola lì. Potè scorgere per una frazione di secondo il viso di Cristiana, prima che la tenda tornasse al suo posto. Si sentì confuso. Perché il maggiordomo era sembrato così offeso, quando lui aveva fatto cenno alla sua amicizia con la padrona? Forse Cristiana aveva saputo che lui non era a Londra, bensì a pochi passi da lei. Possibile che avesse frainteso i sentimenti della donna e l’avesse lasciata con il cuore spezzato?

      Ma no. Cristiana gli era sembrata ancora più contraria di lui ad una relazione impegnativa! Quando lui se n’era andato non si era opposta, e non aveva fatto nulla per tenerlo legato a sé. Volevano entrambi divertirsi un po’, e basta. L’unica spiegazione era che Cristiana si fosse rifatta una vita, com’era accaduto a molte delle sue amanti. Meglio quindi metterci una pietra sopra e andare alla ricerca di un’altra avvenente signora.

      Si recò in città e si diresse verso la Taverna LA SPADA e LA ROSA BIANCA , dove poteva affogare i suoi guai. Si sedette nell’angolo in fondo, per dare meno nell’occhio: comunque la taverna, che era anche locanda, era il luogo ideale per alcool e divertimenti. E, soprattutto, sua zio non avrebbe mai pensato di andarlo a cercare lì.

      Dopo un po’, una ragazza ben tornita si strusciò verso il suo tavolo. Adam l’accolse con gioia sulle sue ginocchia e le offrì del whiskey. Al secondo bicchiere, un certo languorino gli salì su dal ventre, così sussurrò all’orecchio della donna:

      “ Che ne diresti di andarcene di sopra?”

      Lei lo guardò, con aria concupiscente e furbetta: “ Perché no?” rispose ridendo. Lui la fece scendere dalle ginocchia e le mollò una bella pacca sul sedere. Poi si alzò, le cinse la vita con un braccio e insieme si diressero verso le scale che portavano al piano di sopra, passando intorno ai tavoli. Il brusio degli avventori fu coperto dalle urla degli avvinazzati, che cantavano canzoni da ubriachi, ma Adam non ci fece caso, concentrato com’era sul modo di inzuppare il biscotto.

      Si aggrappò forte al braccio della donna e iniziò salire i gradini, mentre la sbaciucchiava e la guardava con occhi lascivi. Ma, arrivato al piano, si fermò di colpo: una strana conversazione catturò il suo interesse.

       Mary mi ha detto che la bambina è di Lady Kendal!” stava dicendo una voce maschile lì accanto.

      Possibile? Cristiana aveva una figlia? Scosse il capo, temendo di essere troppo ubriaco, e si sforzò di ascoltare il seguito della conversazione.

      “ E chi è, questa Mary?” chiese un’altra voce maschile, più profonda.

      La ragazza con cui era in compagnia lo tirò per il braccio. “Dai, andiamo!” gli sussurrò.

      “Schhhh! “ la ammonì Adam, cercando di sforzarsi ancora di più per ascoltare quello che dicevano le voci. Si trattava di tangheri malvestiti, che confabulavano tra loro ai tavoli bassi. Uno era castano e muscoloso, l’altro magro e biondo. Chi erano? E perché stavano parlando della bambina, che gli importava?

      “Mary è una delle serve che lavora lì. Magari ci sono anche andato a letto, chi se lo ricorda!” esclamò l’uomo dai capelli castani.

      “E il padre, chi è?” chiese l’altro. L’omone scolò il suo alcool, poi si avvicinò all’amico con fare da complotto. “ Il padre? Solo la signora sa per certo chi è…. Ma la mia amica Mary mi ha detto che forse si tratta del nipote del Duca di Danby!”

      Il biondo ridacchiò: “ Figurati che direbbe il Duca, se lo sapesse!”

      “Tirerebbe fuori una di quelle licenze speciali e costringerebbe il nipote a fare il suo dovere!” rise a sua volta l’omone dai capelli castani.

      Adam aveva sentito abbastanza. Si voltò verso la donna e si scrollò di dosso il suo braccio. “Mi spiace, sarà per un’altra volta!” le disse.

      Quella mise su il muso: “Potrebbe non girarmi giusto, carino!”

      “ Come ti pare, tesoro. Ora scusami, ho qualcosa da fare.” disse Adam. Poi si diresse verso i due uomini e si prese una sedia, mettendola in mezzo a loro. Il biondo

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