Incantata Dal Capitano. Amanda Mariel
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Finalmente lei sollevò gli occhi, incrociando il suo sguardo. Il coraggio e la determinazione brillavano nel profondo di quegli occhi, ma poteva scorgervi anche una tristezza innata che lo faceva sentire desideroso di aiutarla. Dannazione, non conosceva neppure il suo nome. Perché doveva importargli di cosa potesse succedere a quella signorina?
Combs le diede l'ultimo punto, poi si rivolse a Japser. “Dovrebbe guarire in fretta, se non sopraggiunge un'infezione. Nessun danno permanente, ma le resteranno delle cicatrici sul braccio e il piede.”
Jasper annuì. “C'era da aspettarselo.” Con la sua bellezza, le cicatrici non sarebbero state un problema. A differenza della guancia deturpata di Jasper, le sue imperfezioni avrebbero solo aumentato il suo fascino, dandole un limite. Gli uomini sarebbero impazziti, pur di apprendere come se le fosse procurate. Pur di conoscere tutti i suoi segreti. Anche lui voleva conoscerli.
“Ricordatevi di versare del whisky sui punti due volte al giorno, signorina.”
“Grazie, signor…”. Inarcò un sopracciglio.
“Combs.”
Lei arricciò il labbro in un mezzo sorriso. “Molto bene. Grazie, signor Combs.” La guance del dottore si imporporarono quando lei gli rivolse un saluto, prima di uscire dalla cabina.
Quando la porta si chiuse con un click, Jasper si voltò di nuovo verso di lei. “Vorrei conoscere il vostro nome.”
“Non vi devo niente.”
“Mi dovete la vita.” Le si avvicinò, deciso ad ottenere una risposta. “Se non fosse stato per me, sareste ancora prigioniera sulla Black Dawn.”
Lei era in piedi di fronte a lui, con la schiena dritta e le spalle alte. “Avrei trovato un modo per mettermi in salvo.”
“Non dubito che avreste fatto del vostro meglio. Tuttavia, sono io che vi ho portato in salvo.” Non aveva alcun dubbio che quella donna testarda e un po' folle avrebbe provato a nuotare fino alla costa più vicina, ma sarebbe morta prima di toccare terra. Se non fosse annegata per lo sfinimento, gli squali avrebbero banchettato con lei.
Lei gli fece un inchino, con l'ironia dipinta sul volto. “Vi sono molto obbligata, capitano Blackmore. Comunque, non resterò a lungo con voi.”
Quella ragazzina sfacciata aveva più coraggio che statura. Non potè fare a meno di prenderla in giro, stando al suo gioco. “E dove avete intenzione di andare?”
“In America.” Si diresse verso la porta zoppicando leggermente e appoggiandosi sul piede sinistro. Jasper sentì un tuffo al cuore al pensiero che lei dovesse trascinarsi fino al ponte. Le sue ferite dimostravano la sua resistenza e la sua forza- ed anche la sua astuzia, ma niente di tutto ciò le sarebbe stato di aiuto in mezzo ad una banda di pirati. Non sarebbe stata al sicuro tra gli uomini a bordo; la sua stessa bellezza l'avrebbe messa in pericolo. Cercando disperatamente di fermarla, le si avvicinò e l' afferrò per il gomito. “Intendete attraversare l'Atlantico a nuoto?”
Lei si fermò, ma senza guardalo. “Voglio che mi portiate in un porto, dove potrò salire su un'altra nave. Se rifiutate, vi ruberò una scialuppa e lo farò da sola.”
Lui trattenne il fiato per un attimo. Il loro scambio di battute era sfuggito al suo controllo. Doveva riuscire a domare quel caratteraccio, prima che lei facesse qualcosa che entrambi avrebbero potuto rimpiangere. “Credo che siamo partiti con il piede sbagliato. E' mio desiderio aiutarvi, persino proteggervi. Non posso permettervi di uscire dalla cabina incautamente.”
Lei si divincolò, liberando il gomito dalla sua presa. “Farò quello che mi pare. Non sono una vostra proprietà.”
“Siete qui per vostra scelta, ma ricordatevi che questa è una nave pirata.” Doveva riuscire a farla ragionare, farle capire che i ponti dalla Marion non erano adatti ad una donna che si trascinava con difficoltà, senza protezione. I suoi uomini erano brava gente, ma erano pur sempre uomini. Non ci voleva molto ad indovinare quale sarebbe stato il destino di quella ragazza sul ponte. Per quanto ne sapeva, l'equipaggio avrebbe potuto sentirsi ingannato, se avesse scoperto che c'era una donna tra loro, ed avrebbero potuto gettarla in mare. “Venite, parliamo della vostra situazione.”
La guidò fino ad una sedia di fronte alla scrivania di mogano. Da seduta avrebbe sentito meno la pressione dei punti che le aveva dato Combs tra le dita dei piedi.
Lei si morse il labbro inferiore, poi si lasciò cadere sulla sedia. “Tutto quello che desidero sapere, è come farete a portarmi in America. Oltre a ciò, non mi importa niente di quello che avete da dirmi.”
Jasper non poté fare a meno di ammirare il suo carattere. Mai nella sua vita- né come figlio cadetto di un duca, né come soldato o pirata- qualcuno aveva osato sfidarlo come faceva lei. Le sue azioni lo frustravano e lo incuriosivano allo stesso tempo. “Innanzitutto, voglio sapere il vostro nome.” Si appoggiò al muro, incrociando le braccia sul petto. “Poi potremo decidere del vostro futuro”, le fece l'occhiolino.
“Prudence.” Si sentiva il viso in fiamme.
“Molto bene. E' un piacere fare la vostra conoscenza, Prudence.” Quel nome gli rotolò lungo la lingua come se lo avesse pronunciato per tutta la vita e non poté fare a meno di chiedersi se quel nome fosse adatto a lei oppure no. In qualche modo, ne dubitava.
“Siete americana?”
“Mi avete già fatto abbastanza domande. Ora è tempo che voi rispondiate alle mie.”
“Potete chiamarmi Jasper quando siamo in privato.”
Lei si irrigidì. “Non ho bisogno del vostro nome di battesimo. Ditemi come intendete portarmi in America.”
Jasper si versò un bicchiere di brandy, prendendosi il tempo di formulare una risposta. Quella ragazza sfrontata lo divertiva. Già solo guardarla seduta lì, lo faceva sentire scosso. Avrebbe potuto diventare pericolosa per i suoi progetti, se glielo avesse permesso. Tutto quello che Jasper desiderava, era continuare la propria vita sui mari. Continuare a sostenere l'orfanotrofio e costringere gli uomini malvagi a pagare per i propri crimini. Non aveva nessun desiderio di farsi coinvolgere da una donna, anche se era così intrigante. Bevve un lungo sorso, per schiarirsi le idee. “Vi troverò un passaggio, appena avremo riparato la mia nave.”
“Riparare?”, gli fece eco Prudence. “Quanto ci vorrà?”
C'era della disperazione nel suo sguardo? Cosa c'era ad aspettarla, da renderla così ansiosa di raggiungere l'America? Non si sarebbe lasciato coinvolgere.
“Innanzitutto, dobbiamo raggiungere un porto sicuro. Una volta lì, i miei uomini faranno in fretta le riparazioni. Sarete in viaggio in meno di due settimane.”
Lei balzò in piedi. “Non va affatto bene! Devo ritornare immediatamente in America. Non potrei trovare un passaggio quando raggiungiamo il vostro porto sicuro?”
La sua reazione, la disperazione nella sua voce ed i suoi gesti, lo incuriosirono ancora di più. In quella donna c'era molto di più di quanto gli stesse rivelando. Una parte di lui desiderava scoprire cosa teneva