Cuori Infuriati. Amy Blankenship

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Cuori Infuriati - Amy Blankenship

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piacere.

      «Kyoko, fai un altro bagno.» le disse un po’ bruscamente, cogliendola di sorpresa e facendola innervosire.

      «Ma l’ho appena fatto!», i suoi occhi di smeraldo gli lanciavano scintille.

      Toya sorrise tra sé. Amava farla arrabbiar, era così carina. Poi, annusando di nuovo, le disse: «Puzzi!».

      «Toya!» urlò Kyoko, stringendo i pugni lungo i fianchi.

      Lui sentì il proprio corpo appesantirsi e si accasciò. Dio, odiava quando lei gli lanciava l’incantesimo addomesticante. «Kyoko, smettila!» la fulminò con lo sguardo. «Dannazione!».

      «Beh… sei maleducato! Io non puzzo!». Lei abbassò lo sguardo, sperando che Toya rimanesse fermo, così lo avrebbe bloccato di nuovo.

      Sentendo che gli effetti dell’incantesimo stavano svanendo, Toya si rialzò lentamente, sperando che lei non glielo lanciasse di nuovo. «Kyoko, ascolta, ti prego, fai un altro bagno. Tu non lo senti, ma io sì.», e cercò di spiegarsi, ma lei lo interruppe.

      «Toya!» sibilò Kyoko e lui si accasciò di nuovo. Era fortunato che non lo stesse prendendo a calci.

      Rimase così per un minuto, poi Kyoko abbassò lo sguardo. Lentamente, lui la guardò e sussurrò: «Hai il suo odore addosso.», poi si alzò, con i suoi occhi di argento fuso nascosti sotto la frangia scura, e i riflessi brillarono alla luce del sole. Perché Kyoko non capiva che non sopportava l’idea di sentirle addosso l’odore di Kyou e non il suo?

      Toya si voltò e s’incamminò nel bosco, lontano da lei… lasciandola lì confusa. Aveva un’aria così triste mentre parlava. Kyoko abbassò la testa, sentendosi la persona più stupida del mondo, anzi di entrambi i mondi. Sapeva che, tra tutti i suoi fratelli, quello con cui lui andava meno d’accordo era Kyou… nonostante fossero dalla stessa parte. Avevano sempre combattuto tenendosi a distanza.

      «Oh Toya, mi dispiace.» sussurrò nel vuoto che lui aveva lasciato. Tornando di nuovo in acqua, si spogliò e fece un bagno per lavare via l’odore di Kyou.

      Sorrise pensando: “Non gli piace l’odore di Kyou. Forse è geloso?”. Poi sospirò, ripensando: “ O semplicemente non gli piace Kyou?”. Ricordando ciò che era successo prima, mentre era da sola, si affrettò a lavarsi, non volendo altri visitatori sgraditi. Uscì rapidamente dall’acqua, si vestì e si diresse all’accampamento.

      Kyoko giunse alla radura dove sapeva che Toya l’avrebbe aspettata, e infatti era lì. In quel momento non voleva affatto stare da sola con lui, visto quello che era successo alla sorgente. Scrutò rapidamente l’area in cerca di Kamui, ma non lo vide. «Dov’è Kamui?» chiese nervosamente.

      Toya stava aspettando che lei tornasse, anche se era arrivato con solo pochi minuti di anticipo perché la stava sorvegliando… per assicurarsi che Kyou non tornasse per finire quello che aveva iniziato.

      Scrollò le spalle come se non gli importasse, rispondendole: «È andato da Sennin. Tornerà in mattinata così potremo proseguire.».

      Aveva mandato Kamui dal vecchio per chiedergli se sapeva qualcosa sul luogo in cui potrebbero trovarsi i talismani. Da qualche parte nel profondo della sua mente, Toya sapeva che era solo una scusa per stare da solo con lei per un po’… ma non glielo avrebbe detto.

      Kyoko sospirò e si sedette, chiudendo gli occhi e appoggiandosi all’albero. Dannazione, era di nuovo nella stessa situazione che aveva evitato con la passeggiata. Cercando di distrarsi, la prima cosa che le venne in mente fu Kyou, con i suoi occhi dorati che lasciavano trasparire un velo di emozione. Era la prima volta che lo vedeva mostrare emozioni oltre all’inespressività o alla rabbia in battaglia. E l’aveva anche baciata.

      Perché l’aveva baciata in quel modo? E perché lei non aveva cercato di fermarlo? Era come se non fosse stata in grado di pensare, ma solo di sentire. Anche se aveva ancora molta paura di lui, al tempo stesso si sentiva al sicuro. Dopotutto, era uno dei suoi guardiani. Non le avrebbe fatto del male… o sì? Era il suo primo bacio e non lo avrebbe mai dimenticato. Guardò Toya e lo sorprese a fissarla di nuovo.

      Toya aveva visto le emozioni alternarsi sul suo viso e si chiese a cosa stesse pensando. Sembrava nascondere un segreto, poi notò il leggero rossore sulle sue guance e capì di avere ragione… stava pensando a Kyou! Sentì un grido rimbombargli nella testa. Quando Kyoko si voltò, la guardò. Poi si girò e guardò dall’altra parte, incrociando le braccia sul petto e lasciandola confusa a guardargli la schiena.

      Kyoko aggrottò la fronte, poi gridò: «Che cosa dovrei fare?». Lui non si girò né le rispose. Per che cosa era arrabbiato, adesso? All’improvviso, un brivido le corse lungo la schiena e il cuore cominciò a batterle con forza… il male. Alzando il viso, chiuse gli occhi e sentì l’oscurità avvicinarsi. Si trattava senza dubbio di un demone e aveva un frammento del Cuore di Cristallo Protettore.

      Toya percepì il battito accelerato di Kyoko e si girò a guardarla. «Kyoko, che succede?», la sua voce era piena di preoccupazione, facendogli dimenticare di essere arrabbiato con lei.

      «Un talismano, molto potente e contaminato dall’oscurità. Si muove veloce… in questa direzione.», indicò verso sinistra ed entrambi scattarono in piedi e cominciarono a correre in quella direzione. Non avevano fatto molta strada quando sentirono qualcosa schiantarsi tra gli alberi, direttamente davanti a loro.

      Il corpo di Toya si mosse con armonia, gli avambracci sbatterono sui fianchi come per richiamare la sua attenzione sul potere che si nascondeva lì. Con un semplice movimento del polso, il pugnale di fuoco scivolò fuori dalla sua carne e lui balzò davanti a Kyoko, spingendola dietro di sé con l’altra mano. Si preparò, poiché la foresta di fronte a loro aveva assunto vita propria. Gli alberi e il fogliame circostanti frusciarono e sbucò un enorme demone.

      Kyoko deglutì a fatica mentre lo guardava. Era circa dieci volte più alto di loro e sembrava molto cattivo. Guardò il cielo azzurro e si chiese se si sarebbe mai abituata al fatto che i demoni vivessero lì. Poi sussultò quando quegli orribili occhi rossi fissarono lei e Toya.

      Toya annusò l’aria, facendo una smorfia. Quell’essere puzzava come se fosse stato sepolto e lasciato a marcire a lungo prima di strisciare fuori dalla propria tomba. Avrebbe giurato che fosse Hyakuhei a controllarlo, perché non percepiva un tale potere in un demone da molto tempo.

      «Un’altra delle sue maledette creature.» borbottò, sentendo la risata di scherno provenire dal profondo nel petto del demone.

      Parlava con un’imponente voce roca che dava sui nervi: «Uccidi Toya!», il demone grugnì e si lanciò in avanti con una putrida mano artigliata.

      Toya, ad una velocità sovrumana, prese in braccio Kyoko e saltò. Atterrando su una roccia che sporgeva dal terreno, desiderò che lei fosse rimasta all’accampamento e lontana dai guai. Le avvicinò le labbra all’orecchio e le chiese: «Questo essere orrendo è troppo grande per non avere un talismano. Riesci a vederlo?».

      Lei si guardò intorno per scrutare il demone, ma si muoveva così in fretta che tutto quello che riusciva a vedere era sfocato. L’essere saltò e atterrò proprio davanti a loro, sbattendo Toya a terra con un rumore di ossa rotte. Kyoko urlò quando la creatura si voltò e la sollevò dalla roccia. La sua possente mano carnosa le bloccò il respiro, impedendole di urlare.

      Lei abbassò le mani per liberarsi, cercando di divincolarsi dalla sua stretta, ma non ci riuscì. Una luce incandescente catturò la sua attenzione. Era in trappola e aveva le vertigini per la mancanza d’aria, quindi con l’ultimo briciolo di respiro rimasto, urlò: «Il talismano…

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