Assassino Zero. Джек Марс
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“Pensate alla situazione in cui ci troviamo”. Il tono di Maria si addolcì, ma non guardò direttamente nessuno dei due. “È in corso una guerra commerciale con la Cina. I nostri legami con la Russia sono quasi recisi. L'Ucraina non è contenta. Il Belgio e la Germania sono ancora in collera per quella che considerano un'operazione non autorizzata sul loro territorio. Nessuno si fida del nostro governo, né tantomeno della nostra gente. Non abbiamo nemmeno un vicepresidente”. Maria scosse la testa, e continuò: “Non possiamo permettere che ci sia un attacco sul suolo americano, anche se questa per il momento è solo una possibilità. Non se possiamo evitarlo”.
Zero voleva protestare. Voleva sottolineare che l'efficacia di due uomini più o meno qualificati, era irrisoria rispetto a uno sforzo congiunto delle forze dell'ordine. Poteva capire che non volessero che l'attacco avesse una forte risonanza pubblica, ma se volevano davvero trovare queste persone, se pensavano davvero che un attacco agli Stati Uniti fosse probabile, avrebbero potuto emanare un mandato di cattura, a partire dalle aree costiere di Florida, Louisiana, Texas, gli obiettivi più probabili considerando l'attacco dell'Avana. Chiedere al governo cubano di indagare sulla nave scomparsa. Lavorare insieme per proteggere i propri cittadini e chiunque altro possa essere ferito.
Zero stava per suggerirlo a voce alta, ma prima che ne avesse l'occasione, il cellulare di Maria suonò.
“Un attimo”, disse loro prima di rispondere: “Johansson”
Immediatamente il suo viso sbiancò e il suo sguardo incontrò quello di Zero. Aveva già visto quell'espressione prima, molte volte, troppe a dire il vero. Era uno sguardo di shock e orrore.
“Mandami tutto”, disse Maria al telefono, con voce tremante. Poi terminò la chiamata, e Zero sapeva già cosa stesse per riferire loro.
“C'è stato un attacco sul suolo americano”.
CAPITOLO OTTO
Di già? Zero era sbalordito dalla velocità con cui era arrivato un attacco successivo: aveva chiaramente sottovalutato la gravità della situazione.
Ma fu ancora più scioccato quando Maria disse loro dove si era verificato.
“L'attacco è avvenuto in una piccola città nel Midwest”. Maria scrutò lo schermo del tablet, leggendo rapidamente le informazioni che arrivavano in tempo reale. “Un posto chiamato Springfield, nel Kansas, ottocento cinquantuno abitanti”.
“Kansas?” Ripeté Zero. Se erano arrivati fino in Kansas dopo aver attaccato all'Avana, ciò significava che… “Devono aver viaggiato in aereo”.
“Il che significa che è un attacco pianificato”, aggiunse Strickland. Il giovane agente si alzò all'improvviso, come se ci fosse qualcosa che potesse fare in quel momento. “Ma perché? Cosa potrebbe esserci di significativo in un piccolo paesino nel Kansas?”
“Non ne ho idea”, mormorò Maria. Poi si portò una mano alla bocca. “Dio mio”. Guardò nuovamente Zero, con gli occhi spalancati. “Si stava svolgendo una parata. Con i ragazzi del college, famiglie e … bambini”.
Zero fece un respiro profondo, cercando di mantenere distaccata la sua sensibilità di padre ed ex professore dal suo ruolo di agente. “Vittime?”
“Non è chiaro”, riferì Maria, fissando il tablet. “È appena successo. La prima chiamata di emergenza si è verificata ventitré minuti fa. Ma…” aggiunse, poi s'interruppe. Fece un respiro profondo. “I resoconti dei primi soccorritori stimano sedici morti sulla scena. Probabilmente sono anche di più”.
Strickland camminava lungo la breve sala riunioni come una tigre in attesa di essere liberata da una gabbia. “Non possiamo presumere che le vittime siano tutte dovute agli effetti dell'arma. Alcune potrebbero essere state causate dal panico”.
“Ma forse è proprio questo il punto”, mormorò Zero.
“Aspetta, ci stanno mandando un video”. Maria inclinò il tablet e i due agenti si avvicinarono per vederlo insieme a lei. Lei premette play e sullo schermo comparve l'inquadratura traballante di qualcuno che filmava con un telefono cellulare. Stavano riprendendo la strada principale di una piccola città; si potevano vedere chiaramente i marciapiedi stipati di persone e sedie su entrambi i lati del viale.
Da dietro l'angolo arrivò un gruppo di giovani in divisa bianca e verde: una banda in marcia, che avanzava al ritmo dei propri strumenti; la musica si avvicinava sempre di più, sovrastando il frastuono degli applausi e delle grida.
“Sono quasi arrivati, Ben!” disse allegramente una voce femminile, presumibilmente la voce della donna che stava filmando. “Sei pronto? Saluta Maddie!”
La telecamera si abbassò brevemente, mostrando un ragazzino che non avrebbe potuto avere più di cinque o sei anni con un enorme sorriso sul suo volto mentre salutava la banda in arrivo. Poi ritornò a inquadrare la strada, mostrando un gruppo di giovani in magliette verdi che seguivano la banda: una squadra di calcio che lanciava manciate di caramelle da enormi secchi.
Un nodo di terrore si formò nello stomaco di Zero, sapendo del disastro che stava per colpirli.
Tuttavia, la transizione non fu improvvisa. Al contrario, fu lenta e bizzarra e si sviluppò in vari secondi. Zero si avvicinò, apprensivo ma anche rapito.
Prima di tutto, la telecamera si abbassò leggermente e la donna che la azionava mormorò: “Qualcun altro lo sente? Che cos'è?”
Quasi allo stesso tempo, diversi membri della band smisero di suonare. La musica cessò progressivamente e venne sostituita dalle grida confuse delle persone.
Una tromba cadde per terra. Poi un corpo. I membri della banda incespicavano. Dietro di loro, caddero anche alcuni giovani in maglietta. La telecamera tremò terribilmente mentre la donna si muoveva ansiosamente guardando a destra e a sinistra, cercando l'origine del suono o forse cercando semplicemente di capire cosa stesse succedendo.
“Ben?” strillò. “Ben!”
Molte urla si levarono dalla folla in tumulto. Per alcuni secondi, Zero fu testimone del caos assoluto; gente che correva l'uno sopra l'altro, tenendosi la testa e lo stomaco e cadendo rovinosamente. Poi il telefono cadde in strada e lo schermo diventò nero.
“Gesù”, mormorò Strickland.
Zero si strofinò il mento mentre si allontanava dal tavolo. In parte aveva ragione; era vero che un singolo fucile d'assalto avrebbe fatto più danni, ma questo, una forza invisibile, un'arma nascosta, nessun assalitore in vista, era decisamente straziante. Aveva semplicemente spazzato la strada come una brezza lenta, colpendo centinaia di persone in pochi secondi. Se un video del genere venisse diffuso…
“Questo video è pubblico?” chiese.
“Spero di no”, disse Maria, pensando chiaramente ciò che pensava lui. “Veniva dal dipartimento di polizia di Springfield, che è …” Consultò di nuovo il tablet. “Composto solamente da cinque ufficiali. Noi facciamo ciò che possiamo, ma dubito che riusciranno a tenerlo nascosto”.
“Se questo video viene divulgato, la gente andrà nel panico”, osservò Strickland.
“Esatto”, concordò Zero mentre elaborava una teoria ad alta voce. “All'Avana, hanno colpito