Il Cercatore Di Coralli. Mongiovì Giovanni

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Il Cercatore Di Coralli - Mongiovì Giovanni

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nni Mongiovì

      IL CERCATORE DI CORALLI

      Regnum

      Sullo sfondo: cattedrale di Palermo, decorazioni dell’abside; XII secolo.

       giovannimongiovi.com

      Copyright © 2020 Giovanni Mongiovì

      A Valentina e ai suoi sguardi...

      A Tommaso, piccola anima che non indossa maschere...

       PARTE I - L’‘AMIL DI MAHDIA

       Capitolo 1

       Capitolo 2

       Capitolo 3

       Capitolo 4

       Capitolo 5

       Capitolo 6

       Capitolo 7

       Capitolo 8

       Capitolo 9

       Capitolo 10

       Capitolo 11

       Capitolo 12

       PARTE II - NELLA RETE DELL’INGANNO

       Capitolo 13

       Capitolo 14

       Capitolo 15

       Capitolo 16

       Capitolo 17

       Capitolo 18

       Capitolo 19

       Capitolo 20

       Cronologia dei sovrani di Sicilia

       Albero genealogico Rossavilla

       Regnum - Il cielo di Nadira

       Regnum - Le tessere del Paradiso

       Opere dell’autore

       Biografia

PARTE I - L’‘AMIL DI MAHDIA

      Capitolo 1

      Tarda primavera 1148, Balermus1

      Non sono molte le parole che finiscono per contenere un significato intrinsecamente specifico quando sono spogliate di ogni susseguente descrizione. Ad esempio, se parliamo del "dio dei mari" è chiaro che ci riferiamo al pagano Poseidone. Ma se spogliamo della sua specificazione l'appellativo "dio", è subito palese che stiamo parlando del Dio delle grandi religioni monoteistiche. Proprio da quest'esempio, il più eccelso, comprendiamo quindi che il privilegio di essere considerati qualcuno o qualcosa per antonomasia riguarda solo una piccola ed esclusiva rosa di nomi e attributi.

      Tale privilegio fu concesso anche al termine Regnum. Non che il Regnum Siciliae fosse l'unico esistente, ma a causa di grandezza e splendore finì per essere annoverato tra i contemporanei della sua fondazione come il Regno per antonomasia. Creazione di Ruggero, figlio dell'omonimo Conte che aveva strappato la Sicilia ai saraceni, il Regno divenne l'icona dello splendore e del cosmopolitismo. Crogiolo di razze e culture, esso sbalordì i viaggiatori stranieri per la fertilità delle sue terre e la bellezza della sua capitale.

      L'aspetto più esemplare del Regnum andava tuttavia ricercato nell'esercizio del potere di Re Ruggero; un sovrano europeo che vestiva all'orientale e si attorniava di eunuchi mori come funzionari di stato. Mentre infatti l'Europa sperimentava più pienamente il sistema feudale, Ruggero regnava alla maniera dei re-sacerdoti delle epoche antiche, sedendo in chiesa più in alto degli stessi vescovi e precludendo perfino l'autorità del papa nei suoi territori. Mentre infatti il mondo cristiano prorompeva per la seconda volta nel grido "Dio lo vuole!" e si gettava nel massacro delle guerre sante, il Regno diveniva un esempio atipico di tolleranza.

      Ruggero dimostrava di disinteressarsi del sangue degli infedeli e dei meriti per il Paradiso non perché fosse poco cristiano, ma perché la ragion di stato e la convenienza lo portavano nell'opposta direzione. Aveva sdegnato i re d'Europa, suoi pari, che in quegli anni avevano ricevuto la croce dei cavalieri diretti in Terra Santa dalle mani di Bernardo di Chiaravalle. Aveva ritenuto infatti di dover preservare il suo esercito, composto nella quasi totalità da saraceni2 e convertiti, e la sua formidabile marina per altri scopi. Mentre infatti tutti i sovrani della cristianità marciavano verso levante per la riconquista di Edessa3 e la difesa di Gerusalemme, e altrove si adoperavano per la liberazione di Lisbona, egli si impegnava ad espandere i territori del Regno oltre i suoi confini. In quegli anni i siciliani strappavano l'isola di Corcira4 all'Impero d'Oriente e saccheggiavano perfino Atene; si sarebbero spinti oltre l'umanamente concesso, arrivando a scoccare frecce contro le finestre dell'Imperatore nell'inviolabile Costantinopoli...

      In molti definivano Ruggero un mezzo infedele e una sorta di sultano cristiano per via dello stile di vita della corte palermitana e dei numerosi islamici di cui si serviva per l'esercizio del potere. Aveva infatti un harem composto da donne siciliane, calabresi, lombarde, franche e saracene d’Africa, il quale, similmente a quanto avveniva nei palazzi orientali, era sorvegliato da eunuchi. Inoltre, il suo primo ministro si chiamava Emiro degli Emiri e i suoi ministeri erano i dīwān

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