The House Of Angels. Emmanuelle Rain
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Mark era un bell'uomo e si manteneva bene per la sua età, ma quello che piaceva di più a Magda, oltre al fatto che fosse gay, il che le garantiva una certa tranquillità sul lavoro, era che amava sul serio quello che faceva, e non avrebbe mai venduto un animale solo per soldi: prima di effettuare una vendita si accertava sempre di come e dove venissero sistemati gli animali, e proprio come lei, non era un gran chiacchierone.
Di conseguenza, il rapporto tra loro era sereno e tranquillo…
"Magda ti senti bene?".
"Come scusa?".
La ragazza si riscosse dai pensieri che le turbinavano nella mente.
"Sì Mark, grazie. Sto bene e tu?".
"Benissimo, Nathan tornerà da Montreal fra pochi giorni, odio tutte queste conferenze...".
Bene, pensò Magda, avrebbero sicuramente fatto una bella cenetta romantica sul bordo piscina della loro grande villa...
"Vi darete alla pazza gioia, quando tornerà...", disse sorridendo.
"Ti va di venire a cena da noi, sabato prossimo?".
Mark la guardava con preoccupazione.
“Puoi anche portare un amico, se vuoi".
"Mi farebbe piacere, è da un po’ che non vedo Nathan".
Il compagno di Mark, di cinque anni più giovane di lui, aveva capelli lunghi color mogano e occhi verde chiaro, era un famoso chirurgo molto impegnato, estremamente divertente e pieno di fascino, non vedeva l'ora di rivederlo.
"Sì, mi ci vuole proprio un po’ di svago... ".
"È il nostro anniversario, il decimo... così abbiamo pensato di festeggiare".
"Dovresti comprargli un bel mazzo di rose rosse, a Nathan piacciono queste cose", caspita! Pensò Magda, dieci anni sono un bel po' di tempo...
"E anche una bella bottiglia di champagne, che berrete nell'idromassaggio… wow! Immagino già la scena".
Mark ridacchiò.
"Mi stupisci tesoro, non ti facevo così romantica".
"Non lo sono infatti, almeno per quanto mi riguarda, non voglio complicazioni io. Però mi piacciono le persone innamorate, e voi due siete proprio una bella coppia".
"Potresti innamorarti anche tu, se solo ti facessi una vita al di fuori di questo negozio e della tua casa... mi dici come farai ad incontrare qualcuno se non esci mai?".
"No grazie, sto bene così".
Già! Non ho molta scelta, comunque... non potrei mai stare con qualcuno, pensò.
Al solo pensiero di essere toccata le veniva la nausea...
"Ci sarà pur qualcuno degno della tua fiducia", le disse Mori.
"Ti dovrai pur avvicinare a qualcuno, prima o poi...".
"Ehi! Guarda un po’ chi c'è, non ti sentivo da un po’".
"Come scusa?", chiese Mark.
"No niente, stavo pensando ad alta voce... senti non è che posso prendermi una mezza giornata libera? Non mi sento troppo bene".
Mark la guardò con preoccupazione.
"Non ti sarai mica presa l'influenza? Gira in questo periodo".
"No no, mi fa solo un gran male la testa, niente che una bella aspirina e una dormita come si deve, non possano far sparire".
"Ok, vai pure se vuoi, oggi è lunedì e non ci sarà molta gente, in caso ti chiamo".
"Sicuro? Posso aspettare fino alla chiusura, mi prendo solo il pomeriggio".
"Ho detto che puoi andare, tranquilla. Per una volta non succede niente, rilassati e pensa solo a rimetterti in sesto".
"Grazie mille Mark, sei un tesoro".
Prese la giacca e la borsa e uscì dal negozio per andare a casa.
"Mori, ci sei?".
"Sì, sono qui, dove vuoi che vada... senti, come fai a conoscere Jess?".
Magda si fermò di colpo.
"Vuoi dirmi che non lo sai?".
"Perché dovrei saperlo?".
"Perché sei nella mia testa, sicuramente saprai molte cose di me, o sbaglio?".
"No, non è così che funziona, comunque non mi permetterei mai di spiare i tuoi ricordi, tanto più, da quello che ho capito, fai di tutto per nasconderli anche a te stessa... ".
"Mori! adesso basta parlare di me, non ho proprio niente da nascondere... comunque ti ringrazio, per non aver curiosato".
"Ehi! Jess, allora ti decidi a scendere? Il pranzo è pronto".
"Kira non rompere... non ho fame...".
Jess si passò una mano tra i folti capelli mossi, camminando avanti e indietro nella sua camera.
"Non ci credo ancora di averla ritrovata, sono stato così in pena in questi anni, devo andare da lei oggi stesso. Devo sapere come sta e cosa ha fatto in tutto questo tempo... ".
Parlando tra sé e sé, s’incamminò verso la doccia, aprì l'acqua, e quando fu a temperatura ci s’infilò sotto.
Insaponandosi sentì sotto le mani le due cicatrici sulle spalle, non aveva più le sue ali, ma ne era valsa la pena. Avrebbe perso volentieri anche una gamba o un braccio per salvarla, quello che le avevano fatto era indicibile: era stata violata e picchiata, tradita da colui che invece avrebbe dovuto proteggerla...
Le lacrime cominciarono a scendere giù sulle sue guance, lacrime di rabbia.
Avrebbe voluto uccidere tutti loro, se solo... se solo... ma non importa, era un angelo e gli angeli non uccidono, sono i loro nemici a fare queste cose.
Tecnicamente la ragazza non aveva un angelo custode, Magda aveva i suoi spiriti guida, e lui non avrebbe dovuto intromettersi nella sua vita, poiché lei, se pure inconsciamente, aveva rinnegato il suo Dio, ma era stato attratto da questa ragazza dagli occhi color giada, occhi di un altro tempo, che appartenevano sicuramente a un'anima antica, e si era lasciato catturare da lei, dai suoi capelli rossi, dal suo profumo di cannella e miele, da quella pelle così chiara da sembrare di porcellana. La spiava di notte mentre dormiva e la seguiva di giorno, e quando le cose precipitarono, non molto tempo dopo la morte di sua madre, lui non poté fare altro che cercare di aiutarla, anche a costo di sacrificarsi, anche a costo di sacrificare la sua natura di angelo. Ecco come aveva perso le ali... era caduto, ma lo avrebbe rifatto mille volte, per Magda avrebbe dato la sua vita.
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