The House Of Angels. Emmanuelle Rain
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Читать онлайн книгу The House Of Angels - Emmanuelle Rain страница 4
Magda decise di andare prima al supermercato.
Aveva paura del tempo libero, che all'improvviso, si era ritrovata quel giorno. Tutto questo tempo per pensare non le avrebbe fatto bene, così comprò un bel po' di cose e decise che avrebbe passato il pomeriggio a cucinare: questa era un'attività che riusciva a calmarla, anche se non ci si dedicava quasi mai.
Dopo aver pagato, si avviò verso casa.
"Sai, ho uno strano presentimento, non so come spiegarlo… è come se stessi aspettando qualcosa".
"Magari è proprio quello che stai facendo", le rispose Mori.
"Tu dici? Staremo a vedere... intanto ci attende una noiosissima giornata da passare ai fornelli".
Entrata in casa trovò i suoi due gatti, uno grigio a pelo lungo e una nera con un bel pelo corto e lucido, a dormire sul divano, e il cane, un meticcio a pelo lungo nero e bianco, raggomitolato sul tappeto rosso.
"Ehi! Sono a casa", disse rivolta ai suoi animali, questi si misero subito sull'attenti e le andarono incontro.
"Sorpresa! Oggi staremo insieme un po’ più del solito, contenti?".
Giocò un po' con loro, distribuendo carezze e grattatine dietro le orecchie, dopodiché si preparò per fare una bella doccia e mettersi comoda...
"Ragazzi io esco, non so a che ora tornerò". Jess scese le scale, diretto al grande portone.
"Stai andando da lei, vero?", chiese Terence.
"Non sono affari vostri".
"Senti Jess, so che per te non è facile, ma non prendertela con noi", lo rimbeccò subito Sante.
"Scusa, hai ragione... non ci speravo più ormai. Dopo tutto questo tempo pensavo mi fosse passata, invece non è cambiato niente".
"Sai almeno dove cercarla?", gli chiese Otohori.
"Io potrei aiutarti, i tuoi poteri ormai sono limitati".
"No, ma in qualche modo la troverò, grazie lo stesso... ora vado".
Una volta uscito di casa, corse il più in fretta possibile verso il grande cancello di ferro battuto nero, questo si spalancò permettendogli di uscire e di seguire la tenue scia aurea lasciata da Magda. Tecnicamente non era più un angelo custode, e comunque non lo era mai stato per lei, ma nonostante tutto, sentiva un legame molto forte con la ragazza.
Seguendo il suo istinto prese il sentiero da lei percorso, fino ad arrivare in un quartiere non troppo pulito, alla periferia della città, fermandosi nei pressi di un negozio di animali.
"Beh! Questo era ovvio...", pensò, ricordando il suo amore per gli animali, e senza attendere oltre, entrò.
"Buon pomeriggio", lo salutò il negoziante.
"Salve. Magda non c'è?", chiese, scrutando il locale.
"No, si è presa mezza giornata di riposo, non si sentiva troppo bene. Sei un suo amico?".
"Sì", disse sfoderando il più amabile dei sorrisi.
"Piacere, io sono Mark, il suo capo", Il proprietario del negozio sorrise al nuovo arrivato.
Il negoziante era felice di sapere che Magda non si era estraniata del tutto dalla vita sociale...
"Piacere mio, mi chiamo Jess".
"La conosci da molto? Sono quasi tre anni che lavora da me, ma non l'ho mai vista con nessuno... ".
"Io non sono di qui", mentì l'angelo...
"Conosco Magda da molto, ancor prima che si trasferisse da queste parti, mi ha scritto che lavorava qui, così sono passato".
Jess si guardava intorno, apparentemente incuriosito dalla merce in vendita, sperava di risultare il più rilassato possibile.
"Visto che non c'è, proverò a passare la prossima volta che il lavoro mi riporterà in città...", speriamo che se la beva e mi dia il suo indirizzo.
"Perché non passi da lei? Tanto la troverai sicuramente a casa, non esce molto... ".
"Non ho il suo indirizzo, a dire il vero da quando si è trasferita in questa città, ci siamo tenuti in contatto tramite email e telefono, ho provato anche a chiamarla ma non risponde, magari sta riposando".
Chissà se gli avrebbe detto dove viveva Magda, si sarebbe risparmiato un sacco di tempo, visto che ne aveva sprecato già abbastanza per arrivare a quel punto.
"Aspetta...", Mark prese un foglio e una penna e scrisse l'indirizzo.
"Tieni, penso che un po' di compagnia le farà bene, mi è sembrata molto giù questa mattina".
Un così bel ragazzo non può che mettere di buon umore chiunque, pensò.
"Grazie Mark, sei molto gentile".
Così dicendo uscì e s’incamminò verso la casa di Magda.
Non sapeva nemmeno lui cosa le avrebbe detto, ma doveva comunque vederla. Non poteva perdere altro tempo, adesso che l'aveva ritrovata non l'avrebbe più lasciata andare.
Capitolo 4
Per non pensare
"Ecco fatto, la cheesecake è pronta, ora preparo anche i muffin che piacciono tanto a Nathan".
Magda era intenta a preparare una marea di dolci, solo per perder tempo e tenere la mente occupata. Non voleva ricordare...
"E dopo aver infornato i muffin, comincerò a preparare la cena", disse rivolta a nessuno in particolare.
Mentre tirava fuori gli ingredienti dal frigorifero, il suono del citofono la fece trasalire, si pulì le mani sul grembiule rosso e andò a rispondere.
"Chi è?".
"Magda, sono Jess".
"Jess?", il suo cuore cominciò a battere forte, per la sorpresa.
"Ci siamo incontrati questa mattina, ecco… io volevo sapere come stavi".
Jess non era sicuro su cosa dire, sperava solo che Magda lo lasciasse entrare.
Passarono alcuni secondi, che a lui sembrarono un'eternità, e finalmente sentì la serratura del portone scattare.
"Terzo piano", lo informò la ragazza.
Con il cuore in gola, l'angelo salì le scale e bussò alla sua porta.
"Arrivo, solo un secondo".
Che faccio adesso, sono un disastro, tutta sporca di farina...
"Ormai è fatta bambina!", disse Mori, ridacchiando.
"Non hai tempo per