Il Suo Lupo Imprigionato. Kristen Strassel

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Il Suo Lupo Imprigionato - Kristen Strassel

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così vicini alla libertà.

      L'aria era densa di odore di birra, tabacco e sudore: il pubblico che aveva pagato per vedere la nostra distruzione. Ma non mi importava di loro. Avevo sognato quel momento da quando Ryker e i suoi scagnozzi ci avevano sparato con pistole tranquillanti e fatti prigionieri.

      Ryker ci usava da allora a proprio vantaggio con la sua arena da gladiatori personale.

      Il sangue e pessime scelte erano ciò che faceva riempire le tribune ogni mese. Ogni scontro era differente. Negli ultimi sei mesi eravamo stati condizionati a essere preparati al peggio in ogni momento.

      Ryker passò in rassegna tutti noi sette.

      “Tu.” Tirò la catena di Shea. Merda, Shea non aveva limiti o coscienza. Era stato un pazzo assetato di sangue fin da quando eravamo piccoli. Major doveva tenere a freno suo fratello. Nel branco c’era spazio solo per un alfa.

      Non mi importava contro chi di loro avrei combattuto, ma quella sera sembrava che gli avversari fossero già stati scelti. Ryker odiava i combattimenti alla pari. La folla aveva piazzato le sue scommesse e il bastardo voleva proteggere i soldi del banco.

      “E tu.” Le nostre catene erano aggrovigliate tra loro e tutti e quattro scivolammo in avanti. Ryker sospirò forte, spingendo via uno dei suoi scagnozzi in modo da poter districare le catene, tirandole bruscamente mentre lavorava. Quando le catene si liberarono perdemmo tutti l’equilibrio. Un altro tiro chiarì chi voleva:

      Archer.

      “No!” Mi gettai verso Ryker, che rispose dandomi un calcio nelle costole. Quando mi attaccai alla sua caviglia il vecchio si innervosì. Il mio collo schioccò all'indietro mentre faceva leva sulla sua gamba insanguinata per liberarsi dalla mia presa. Uno stivale mi atterrò sulla testa. Lo scagnozzo mi tenne fermo senza premere troppo forte e Ryker mi sferrò un ultimo colpo allo stomaco.

      Archer si rifiutò di muoversi, facendo dei solchi con le zampe nella terra e fissando i miei fratelli Baron, Dallas, e me.

      “Risparmia le forze per il ring”, gli urlai.

      Il dolore in quegli occhi azzurri mi avrebbe perseguitato per sempre.

      Ryker trascinò Archie attraverso la terra. Gli feci un cenno. Sei mesi in cattività mi avevano reso debole, ma avrei dato a mio fratello tutto quello che avevo.

      Archer capì. Sollevò le zampe e la coda, camminando con tutto l'orgoglio che un lupo picchiato poteva mettere insieme vicino a Ryker.

      Gli scagnozzi ci tirarono ai bordi del ring. La folla urlava e ogni mese ero disgustato nel vedere così tante facce familiari uscire per vederci combattere. Quando eravamo nelle nostre sembianze umane, chiamavamo alcune di quelle persone “amici”. O avevamo chiamato.

      “Mi dispiace, amico”, disse Major mentre gli scagnozzi ci agganciavano ai nostri posti lungo il bordo del ring. “Archer non se lo merita. Shea non gli mostrerà alcuna pietà. Vuole la sua libertà.”

      Tirai con forza la catena. Quando ero forte l'avrei rotta. “Se non desse il massimo non avrei per lui nessun rispetto.”

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      Capitolo secondo

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      Trina

      “È disgustoso”, mormorai a Randy, il sergente di polizia che si era offerto di venire da Ketchum ad aiutarci nell’operazione di salvataggio. Granger Falls non era abbastanza grande da avere un proprio ufficiale della protezione animali e avevo dovuto chiamare i pezzi grossi. Ero stanca di dovermi affidare sempre agli altri per sistemare le cose. Quando mi era giunta voce di possibili combattimenti tra cani alla fattoria di Ryker, avevo immediatamente messo in moto un’operazione su larga scala. Se quella testa di cazzo trattava quei cani così male, chissà la condizione degli altri animali.

      Avevo sentito parlare per la prima volta dei combattimenti il mese prima, ma non avevamo gli uomini per andarci o lo spazio che serviva. Il rifugio per animali Forever Home era per gli animali domestici ed eravamo sempre pieni. Inoltre, prima di poter fare qualsiasi cosa, dovevo raccogliere informazioni. Avevo solo una possibilità di fare le cose giuste. La posta in gioco era troppo alta per un errore e ogni secondo era importante. Ora che conoscevo l'esatto numero di capi di bestiame presenti nella proprietà, avevo un piano per portare tutti gli animali al sicuro.

      “Non vedo l'ora di fermare questo pezzo di merda.” Randy bevve un sorso della sua birra analcolica e scrutò la folla. Avevamo fatto del nostro meglio per mimetizzarci. Troppe facce conosciute riempivano i posti. Persone che avevo considerato amiche prima di quella sera. Alcuni di loro avevano persino fatto donazioni al rifugio. Che razza di idioti malati di mente potevano venire a una rissa tra cani per divertirsi? Se non fosse stato per gli animali che avevano tanto bisogno del nostro aiuto, sarei sgommata via da quella città maledetta.

      Ma ero già scappata dalla mia vita una volta. Non avevo nessun altro posto dove andare.

      La gente del paese sedeva fianco a fianco con i poliziotti in incognito, aspettando che quei poveri cani si facessero a pezzi a vicenda. Le mie dipendenti del rifugio, Kiera e Lyssie, erano una fila davanti a me. Mi ero travestita per assicurarmi che nessuno venisse informato del nostro piano: il direttore di un rifugio per animali non sarebbe andato lì per divertirsi. I miei lunghi capelli erano nascosti sotto un berretto degli Oregon Ducks e la cerniera del mio giubbino era chiusa fino alla punta del colletto per nascondermi il più possibile la faccia.

      Al vedere i cani entrare rimasi senza fiato e afferrai il braccio di Randy. Il suo braccio era grande e solido e se quegli animali non fossero stati in grave pericolo mi sarebbe piaciuto passare un po' di tempo con lui. Le prospettive di uscire con qualcuno a Granger Falls erano pessime, come dimostrava l'affluenza a quella farsa. Meno male che non volevo uscire con nessuno.

      “Ce n’è abbastanza per intervenire adesso. Li guardi! Pelo arruffato, pelle viva per quelle catene. Riesco a vedere le loro costole, maledizione!”

      La faccia di Randy impallidì e bevve un sorso del suo drink, probabilmente desiderando che fosse vero alcol. Una volta sistemati quei cani avrei decisamente bevuto qualcosa. Qualsiasi cosa pur di cancellare quell’immagine dalla mia memoria.

      “Se li lasciamo combattere, anche solo per un secondo, possiamo denunciarlo per reati più gravi.” L’uomo strinse le labbra distogliendo lo sguardo dal ring. “Voglio inchiodare quello stronzo al muro.”

      “Anch'io.” Quasi cinque anni di lavoro nel recupero animali e non era mai stato facile. Ogni volta che pensavo di aver visto tutto, qualcuno arrivava a farmi venire gli incubi. A volte mi sembrava di non poter mai migliorare le cose.

      Ryker, il proprietario della fattoria, era al centro del ring con gli avversari di quella sera, in catene ai suoi lati. Meschino, sguaiato e ignorante,

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