Vampiri Gemelli. Amy Blankenship
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Читать онлайн книгу Vampiri Gemelli - Amy Blankenship страница 10
Là… appoggiato al muro in fondo, appena fuori dalla portata dei lampioni, c'era un giovane forse sui vent'anni. Hyakuhei guardò con sospetto il suo look da studente del college, sapendo che si nascondeva ben altro sotto quei vestiti. Poteva sentirgli addosso l'odore del sangue anche attraverso la finestra chiusa. Il viso in ombra si voltò appena e Hyakuhei poté vedere il bagliore di una luce innaturale emanare dai suoi occhi.
Se c'era una cosa che Hyakuhei non sopportava era che qualcuno sconfinasse nel suo territorio. Per quel motivo lui e il fratello gemello si era divisi nei due lati della città. Non poteva permettere a quei mezzosangue assassini di nutrirsi proprio sotto casa sua. Se era questo ciò che suo fratello desiderava vedere...che ammazzasse i suoi figli…bene, lo avrebbe accontentato!
Hyakuhei allungò la mano e aprì la finestra senza emettere un suono.
Prima che potesse saltare nel vicolo, udì dei passi provenire dal fondo e si fermò. Attese che lo stupido umano cadesse nella trappola mortale. Chiunque fosse ... se lo meritava, solo per il fatto di essersi addentrato in quel vicolo buio.
I demoni non erano gli unici pericoli della notte in città ... anche la marmaglia umana composta da rapinatori e stupratori si nascondeva nell'oscurità dei vicoli. Forse avrebbe lasciato che il vampiro facesse il suo ultimo pasto prima di ucciderlo ... era il minimo che potesse fare. Non doveva niente a quella stupida popolazione umana. Non doveva niente a nessuno.
Si appoggiò al davanzale della finestra con occhi scuri e minacciosi. La prima cosa che Hyakuhei notò fu una massa di lunghi capelli ramati, mentre l'umano usciva dall’ombra e veniva illuminato dalla luce dei lampioni. La metà di quella folta capigliatura era legata in una coda di cavallo che le rimbalzava sulle spalle, mentre il resto le cascava come un manto sulla schiena in onde setose.
Indossava una minigonna nera corta che lasciava intravedere del pizzo nero sulle cosce e una camicetta bene abbinata ad una giacca a coda a forma di V, e bordata anch’essa di pizzo nero, che sussultava leggermente ad ogni suo passo.
La studiò per bene, mentre con lo sguardo accarezzava le minuscole zone di pelle nuda che sembravano brillare alla fioca luce stradale. La sua aura era grande quanto quella di un centinaio di umani e le si allargava intorno, spandendo la sua luce nell’intero vicolo. Man mano che l’umana camminava e la sua aura investiva gli oggetti intorno a sé, questi cambiavano colore, sembravano prendere vita per un attimo, e poi tornavano alla loro forma originaria.
Era così ipnotizzato da quella visione che quasi rimase invischiato nella sua stessa trappola mortale.
Kyoko camminava lentamente, come se non avesse un pensiero al mondo. Sapeva di sembrare delicata e indifesa ... e giovane, poco più che una bambina. Era la vittima ideale. La notti cittadine sembravano vive e pulsanti, ma se ti addentravi nel vicolo sbagliato potevano colorarsi di sangue…per un umano.
Sorrise con perfidia, mentre si incamminava volutamente in quel vicolo nero e minaccioso. Anche quando sentì l’eco di passi dietro di sé non si voltò, e continuò a camminare. Poi vide un’ombra staccarsi da un muro.
Lanciandogli uno sguardo di traverso, in modo che lui non se ne accorgesse, vide il suo bell’abito da studente del college ma non si lasciò ingannare. Sembrava un giovane rampollo della parte ricca della città. Una cosa che aveva notato di quei vampiri era che si trattava per lo più di bei ragazzi, che avrebbero potuto essere anche fotomodelli o indossatori prima di essere trasformati in…sexy vampiri.
Alzò di scatto la testa, sapendo che il demone stava per fare la sua mossa. Calata nella parte di fanciulla indifesa lanciò un piccolo urlo…non abbastanza forte da richiamare l’attenzione di qualcuno, ma abbastanza teatrale da farla passare per una ragazzina spaventata, che stava per mettersi a correre.
Con un balzo superò il vampiro e si mise a fuggire davanti a lui, poi si rintanò in un angolo buio del vicolo in attesa che lui le piombasse addosso. Ma il vampiro apparve dall’ombra all’improvviso, la sbatté contro il muro e le sollevò le braccia sulla testa, per tenerla ferma.
Poi si spinse contro di lei, e la fissò con quei suoi freddi e sensuali occhi di ghiaccio. "Posso invitarti a cena?" le sussurrò, con un pizzico di sarcasmo che lei, in condizioni normali, non avrebbe potuto cogliere.
Kyoko quasi sorrise mentre gli rispondeva, con altrettanto sarcasmo. "Perché no?...Tanto, la notte è ancora giovane.” Continuò a sorridere, mentre lui allentava la presa su di lei. Ne approfittò per fargli scivolare le mani dietro la schiena con fare languido, quasi volesse abbracciarlo…e sorrideva ancora quando colse nei suoi occhi un’espressione di dolore, mentre lo pugnalava. Il vampiro abbassò incredulo lo sguardo sulla punta della lama che gli aveva bucato il petto e che sembrava brillare, alla luce della luna. Provò a dire qualcosa, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.
Vedendo la ragazza inchiodata al muro, Hyakuhei si aggrappò al davanzale della finestra, decidendo che quella volta sarebbe stato egoista e non avrebbe permesso al vampiro quell'ultimo pasto. Si librò in volo e atterrò delicatamente proprio davanti alla ragazza, che in quel momento stava uscendo dall’ombra.
Non lo aveva visto e Hyakuhei preferì non mostrarsi, anzi indietreggiò per nascondersi nell’ombra. La guardò mentre armeggiava con…qualcosa che gli sembrarono un paio di calzoni. Poi, aguzzando lo sguardo, si accorse che quello che la ragazza stava trascinando era il mezzosangue di poco prima, che l’aveva attaccata.
"Deve esserci un modo migliore per sbarazzarsene! - stava borbottando Kyoko - Comunque sia, chi aveva mai sentito parlare di un vampiro che si scioglie? Non mi ci abituerò mai. Diamine, perché non è come si vede nei film? Li ammazzi e -puff! - svaniscono!” Continuò a trascinarlo per un po’, poi si abbassò su di lui, gli frugò nelle tasche e ne tirò fuori un pacchetto di sigarette. "Ah, se li teneva in tasca per dopo. Magari per ricambiare un favore. Cavolo, ma che bisogno ha di fumare, un vampiro?”
Lo voltò dall’altro e continuò a frugargli nelle tasche. Poi fece una smorfia, quando il sangue cominciò a gocciolarle sulle mani. "Bleah!" disse con ribrezzo, poi ricominciò a frugare. "Vediamo che c’è qui. - sussurrò - "Pettine, accendino ... tessera della palestra... filo interdentale?" Kyoko fissò il minuscolo oggetto, prima di gettarlo via. "Un vampiro che ci teneva all’igiene, senza dubbio!” mormorò, con macabro sarcasmo.
Lasciò perdere i pantaloni, e iniziò a frugargli nelle tasche della giacca. "Ah, questo è decisamente meglio. Tiffany and Co., sicuramente vale la pena di scavare meglio. Ah, bingo!” esclamò Kyoko, tirando fuori il portafoglio gonfio.
Lo aprì e ne tirò fuori le carte di credito. " MasterCard, Visa ... whoa, carta American Express ... Non uscire mai di casa senza! " Lasciò perdere le carte di credito e tirò fuori i contanti. "CENTRO! - esclamò con entusiasmo - Ecco un altro mese di affitto pagato senza essere costretta a fare sesso con quello stronzo di Yohji! Ah, la vita è bella!" Mise i soldi in tasca e gettò la giacca nel cassonetto dell’immondizia, insieme alle carte di credito.
Hyakuhei guardò con orrore la giovane donna. “E’ pazza!” pensò. La guardò ripulire il vampiro con un sorrido gelido sulle labbra. Quando se ne fu andata uscì dall’ombra, e si accostò a ciò che ormai rimaneva del vampiro: un grosso mucchio di cenere.
Si frugò in tasca per prendere un fiammifero e l'accese, poi lo gettò sui miseri resti. Il bagliore delle fiamme illuminò il vicolo per qualche secondo, poi esse si spensero…cancellando per sempre ogni traccia del mezzosangue.
Non riusciva a digerire che una semplice fanciulla umana avesse fatto questo a uno della sua stirpe…anche se di basso lignaggio. Per giunta una vestita da puttana, con qualche rotella fuori