Cuori Maledetti. Amy Blankenship

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Cuori Maledetti - Amy Blankenship

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aveva sempre desiderato: una casa tutta sua! All'interno della cartella c'era la foto di una grande villa con un giardino fiorito ben curato e un lungo vialetto. Casa ... aveva una casa, un luogo in cui una volta la sua famiglia aveva vissuto ed era stata felice.

      Guardando di nuovo il signor Sennin, sorrise con gioia e gli disse: "Quando partiamo?"

      *****

      Kyoko era in piedi sul prato davanti la casa dove il signor Sennin le aveva detto che una volta ci viveva la sua famiglia. La casa era a due piani, di un bianco candido, con enormi colonne che sostenevano il tetto del portico anteriore che attraversava tutta la facciata della casa. Era rimasta lì per quasi dieci minuti a guardare tutto, ma il sole stava tramontando rapidamente e alla fine fu costretta a concentrare la sua attenzione sulla porta d'ingresso.

      Era stata così nervosa, quando aveva lasciato il collegio in cui era cresciuta e ad era salita su un aereo per solcare l'oceano, ma ora che era a casa una tranquilla serenità l'aveva assalita. Il signor Sennin era stato di grande aiuto, spedendole i bagagli prima che lei partisse e facendoli consegnare a casa da sua moglie. Aveva persino fatto mandare i suoi documenti scolastici al liceo in città, in modo che l’indomani l’unica cosa che avrebbe dovuto fare era presentarsi a lezione.

      Vedendo dei fari che si riflettevano sui vetri delle finestre della sua casa, Kyoko guardò la villa dall’altra parte della strada a due corsie. La villa aveva all'incirca le stesse dimensioni della sua, ma era molto diversa. Tutte le luci dell'altra casa erano accese e con così tante macchine nel vialetto ... sembrava piena di vita. Entrambe erano situate vicino alla strada con nient'altro che terra intorno a loro a perdita d'occhio. Era come se fossero gli unici segni umani tra tutte quelle foreste e quelle montagne.

      I fari in questione appartenevano ad una grande jeep che aveva parcheggiato con fracasso quasi sulla soglia dell'altra casa. Sentì il motore vibrare, prima di vedere la portiera della jeep che si apriva. Quando tornò con lo sguardo a casa sua, si rese conto di quanto fosse davvero sola e abbandonata.

      Sentendo sbattere la portiera della jeep, salì i gradini che davano sulla sua porta, aprì con la chiave e richiuse l’uscio dietro di sé con furia, prima ancora di accendere la luce. Per qualche ragione, non era pronta a conoscere i suoi rumorosi vicini e la loro famiglia felice. Premendo l'interruttore della luce, Kyoko fece un grande sospiro di sollievo.

      *****

      Toya spinse la jeep nel parco e uscì per dare un’occhiata alla casa dall'altra parte della strada. Poteva giurare di aver appena visto qualcuno in piedi nel cortile anteriore. Un sopracciglio scuro si sollevò sotto la frangia, quando una luce si accese nella stanza di fronte a lui. Si appoggiò alla jeep chiedendosi chi ci fosse in casa Hogo.

      "Hai preso la pizza?"

      Toya quasi fece un balzo, quando Kamui parlò da meno di trenta centimetri alle sue spalle. “Dannazione Kamui! Un giorno o l’altro ti mozzerò la testa, così perderai il vizio di arrivarmi alle spalle di sorpresa!”

      Kamui sorrise: "Uccidermi una volta non ti è bastato?" I suoi occhi color polvere di stelle si illuminarono, vedendo le scatole della pizza sparse sul sedile posteriore. Conoscendo come guidava Toya, era un miracolo che fossero arrivate integre. Afferrò i cartoni e si avviò verso la casa, solo per rendersi conto che Toya non si era ancora mosso.

      Seguendo il suo sguardo, fissò la casa dall'altra parte della strada, ma non vide nessuna macchina nel vialetto. Scorse a malapena una debole luce al piano di sotto. “La vecchia signora ha fatto tardi con le pulizie, oggi! O forse si è dimenticata di spegnere la luce. " Kamui si strinse nelle spalle. "Vieni?"

      "Cosa sei, la mia babysitter?" lo ammonì Toya, senza nemmeno guardarlo.

      "No, ma io sono il guru della pizza e ti avverto che se non ti sbrighi, non ne troverai." Kamui se ne andò ridendo, quando sentì il ringhio di Toya.

      Toya attese di essere solo nel vialetto, prima di avviarsi verso la tenuta di Hogo. Era stato in casa molte volte negli ultimi quindici anni, alla ricerca di indizi su dove fosse scomparsa la sacerdotessa. Quando erano entrati per la prima volta nel regno umano e avevano trovato la casa, i guardiani pensavano che fosse troppo tardi. Capirono subito che fortunatamente la sacerdotessa non era stata uccisa. Potevano ancora sentire la sua forza vitale all'interno di questo regno, e anche i demoni la stavano ancora cercando.

      Il primo ricordo che Toya ebbe di questa casa, furono le ambulanze e le auto della polizia ovunque. La madre e il padre erano morti, i bambini e il nonno erano scomparsi. Senza rivelarsi agli umani, i guardiani avevano atteso e controllato. Non appena la casa fu vuota, vi entrarono ... annusando il cattivo odore che i demoni avevano lasciato dietro di sé.

      Un paio di giorni dopo, il corpo del nonno era stato ritrovato con il collo spezzato. L'ufficio del medico legale stabilì che si era trattato di un incidente, ma i fratelli sapevano che non era così. Il vecchio stringeva una pergamena che Shinbe aveva rimosso dalla scena prima di chiamare il 118. Shinbe aveva poi decifrato la pergamena. Il vecchio era tornato di soppiatto nella proprietà e aveva cercato di benedire la casa e il terreno per tenere lontani i demoni, ma era stato interrotto dai demoni stessi e ucciso.

      I demoni non si erano mai allontanati da quel luogo, e nel corso degli anni la casa era stata dimenticata e il caso archiviato. Ma tutta la città intorno sembrò infestata dai fantasmi. I federali avevano persino inviato molte volte i loro investigatori paranormali e perfino gli ufologi, per verificare di che tipo fosse l’infestazione, ma non avevano trovato nulla. Toya e i suoi fratelli arrivavano sempre prima di loro e cancellavano ogni traccia dell’attività diabolica..

      Per quindici anni i guardiani avevano vissuto nella casa di fronte, e si erano mescolati al resto della gente come meglio potevano. Kamui era diventato persino un fanatico del computer per impedire al governo di segnalarli in rosso. Nessuno si era mai chiesto come facessero cinque giovani scapestrati ad avere una scorta infinita di denaro e una casa enorme ai margini della città.

      Toya rimase nell'ombra, mentre girava sul retro della casa. Guardando la piscina, notò che era stata riaperta di recente. Il suo sguardo si restrinse sull'acqua cristallina e vide una specie di ombra rossa scivolarvi attraverso, come se cercasse di afferrarlo. Stringendo gli occhi dorati, fece un passo indietro.

      La visione raccapricciante scomparve mentre lui rimaneva a guardare il vapore che si alzava dall'acqua che ribolliva, e cercava di scrollarsi di dosso la sensazione di essere appena entrato nella sua tomba.

      Eliminò mentalmente la possibilità che qualcuno potesse aver venduto la casa. Se mai fosse stata messa in vendita, i guardiani l’avrebbero saputo per primi e l’ avrebbero acquistata. Se fosse stato uno straniero a comprarla, i demoni lo avrebbero presto tolto di mezzo…o l’avrebbero tormentato con le loro apparizioni. Era giunto il momento di vederci chiaro.

      Toya fece scorrere la mano sulla serratura della porta di vetro scorrevole fino a che udì un leggero clic. Scivolò in casa e richiuse la porta dietro di sé, rimanendo in silenzio ad ascoltare. La casa inizialmente era così silenziosa che pensava di essersi sbagliato, ma poi sentì una voce dolce provenire dal soggiorno. Seguendo il suono, si fermò vicino alla porta in ombra.

      C'era una ragazza in piedi davanti al caminetto spento, che guardava il muro sopra la sua testa. Toya alzò lo sguardo vedendo l'enorme ritratto di famiglia che era sempre stato lì. Ritraeva un uomo con i capelli d'argento, quasi come quelli di Kyou. Ma i capelli di quest'uomo erano più corti, gli arrivavano solo alle spalle. Il suo viso sembrava molto giovane, ma c'era uno sguardo nei suoi occhi che racchiudeva una saggezza superiore a quella di un semplice umano.

      Il muscolo nella

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