Il Guerriero Depravato. Brenda Trim

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Il Guerriero Depravato - Brenda Trim

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nel profumo unico di lei, di agrumi e vaniglia. Gli sarebbe piaciuto farle del male.

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      * * *

      Un incubo. Fu l’unica spiegazione che si diede Mack. Era stata svegliata dalle fiamme che stavano divorando casa sua, e quando stava per saltare dal secondo piano, era apparso un uomo strano nella stanza. Inizialmente aveva pensato si trattasse di un pompiere in quanto l’aveva presa in braccio sistemandosela sulla spalla. Poi era stata tutta una confusione di fiamme e fumo, e si era ritrovata nel proprio giardino sul retro.

      Le era andato il sangue alla testa e aveva sentito lo stomaco agitarsi minacciosamente. Le erano bastati due secondi per comprendere che quel tizio non era un pompiere. Non l’aveva messa giù appena dopo averla allontanata dalle fiamme, nonostante le numerose richieste. Quando l’uomo non aveva obbedito Mack aveva preso a colpirlo, percependo sotto di sé un corpo talmente muscoloso da darle l’impressione di star infierendo su un muro.

      Qualche istante più tardi le era sembrato di trovarsi in caduta libera, e credette che l’uomo la stesse facendo scendere. Si era quindi preparata per l’impatto con il suolo, e nello stesso momento aveva visto delle luci accecanti davanti a sé. L’improvvisa assenza di rumori e di luce le aveva fatto capire che era successo qualcosa, e la ragazza si era messa subito in allerta. Era perfettamente cosciente che nulla al mondo fosse come sembrava. Ciò che la spaventava di più erano le creature che si aggiravano con il favore delle tenebre.

      Non sapeva per certo per quanto avesse tenuto gli occhi chiusi, ma quando Mack li aveva riaperti si era ritrovata in un luogo sconosciuto; indubbiamente non era più nel suo giardino. Si trovava ancora sulle spalle dell’uomo che l’aveva salvata.

      Non era il tipo da farsi scombussolare facilmente da un bel ragazzo. Dopo tutto non aveva importanza quanto qualcuno fosse attraente, ciò che contava era la bellezza interiore. Mackendra doveva però ammettere che lo sconosciuto aveva il sedere più bello che avesse mai visto, e le era risultato difficile concentrarsi sulla propria richiesta di venir messa giù quando con le mani continuava a raggiungere la carne soda del didietro di lui.

      Inizialmente, quando l’uomo era apparso in camera della ragazza, quest’ultima era stata sollevata dalla presenza di lui in quanto l’aveva scambiato per un pompiere, ma in quel momento le sovvenne dove l’aveva già visto. Lo sconosciuto aveva presenziato a un incontro dove Mackendra si era recata con la sua amica Elsie, ma non si era trattenuto molto a lungo.

      Quando le aveva inveito contro nel suo accento scozzese sexy e aveva osato sculacciarla per la seconda volta, si era dimenticata di averlo già incontrato e aveva protestato con più forza per farsi mettere giù. Non le importava di quanto quel ragazzo fosse bello, non aveva il diritto di metterle le mani addosso.

      Non aveva provato rimorso quando gli aveva dato un calcio all’inguine, e non era rimasta sorpresa dal fatto che l’avesse lasciata cadere di conseguenza. Quel tizio si meritava un trattamento simile. Mackendra non era riuscita a trattenere il ghigno che si era fatto strada sul proprio volto, ma quando si era alzata in piedi aveva vissuto il secondo shock di quella notte.

      Quando vide la luna viola nel cielo scuro convenne che non si trovassero più in Kansas. Sapeva che i pericoli si nascondevano al buio, ma quelle circostanze erano completamente diverse. Mackendra non era più nel suo territorio e non aveva idea di che cosa aspettarsi. Il sapere che il proprio coltello preferito era al sicuro nella cinta che indossava le aveva dato una sorta di conforto prima che l’ansia le facesse provare una scarica di adrenalina.

      Era stata diffidente nei confronti di quel tizio, ma aveva dedotto che restare con lui sarebbe stato l’unico modo per essere sicura di fare ritorno a casa; almeno fino a quando le aveva mostrato i canini. Era un dannato vampiro e quindi un nemico! A quel punto non aveva nemmeno dovuto pensare: avevano avuto il sopravvento anni di allenamento e l’istinto. Odiava i vampiri e li voleva tutti morti, quindi aveva estratto il coltello e l’aveva affondato nel cuore di lui. Era così che eliminava i vampiri. Quando però l’uomo non si era fatto cenere come Mack si aspettava, prendendo invece a sanguinare, la ragazza era andata nel panico. Aveva trasalito alla vista del rivolo scarlatto, incredula. Nelle altre uccisioni non era mai comparsa nemmeno una goccia di sangue.

      Nello stesso momento la mente di lei era stata pervasa da un migliaio di pensieri diversi. Non sapeva se si trattasse di una nuova razza di vampiri, ma di una cosa era certa: non voleva restare per scoprirlo, quindi era corsa via.

      L’ultima immagine di lui era quella in cui il coltello di Mackendra gli fuoriusciva dal petto e il sangue gli colava dalla ferita. Il commento di lui che si difendeva sostenendo di non essere un Skirm la assillava, e le fece risalire la bile in gola. Non era la prima volta in cui sentiva il termine Skirm. Aveva quindi accelerato il proprio passo, volendo frapporre una certa distanza tra sé e il nemico—era ciò che era diventato. Se fosse sopravvissuto all’attacco di lei non avrebbe provato affetto nei suoi confronti.

      Inciampò nella propria corsa, finendo faccia a terra. Nel cadere colpì una roccia con la guancia, e percepì un dolore lancinante; indubbiamente si sarebbe formato un livido. Tentò quindi d’issarsi sulle braccia, ma gli arti tremanti non ressero il peso, quindi collassò nuovamente a terra. L’effetto dell’adrenalina scemò, lasciandola senza energie. Riuscì a girarsi di schiena e soppesare le proprie opzioni guardando il cielo violaceo oltre le fronde degli alberi.

      Mack non sapeva che cosa avrebbe incontrato, ma sapeva di avere almeno un nemico. Non poteva permettersi di abbassare la guardia. Sfortunatamente, a causa dello shock, la ragazza era fuggita abbandonando la sua unica arma. Tornò con la mente agli eventi precedenti, nel tentativo d’individuare qualcosa da usare contro il vampiro. All’incontro avevano presenziato due altri ragazzi oltre a Mackendra, Elsie e lo sconosciuto. Oltre allo shock dovuto dal fatto che la sua amica si era risposata, uno dei ragazzi era un detective della Polizia di Seattle che le aveva comunicato che uno dei colleghi del SOVA era morto.

      Mack chiuse gli occhi nel tentativo di ricordare che cos’altro si fossero detti. Il detective le aveva detto che uno Skirm aveva ucciso Ellen, non l’aveva definito un vampiro. Aveva insistito sul fatto che i vampiri non fossero malvagi come gli Skirm. Inizialmente Mackendra non credeva ci fossero differenze tra una specie e l’altra, almeno fino a quando non aveva visto quelle donne che erano state tenute prigioniere nelle gabbie sotto a Pioneer Square. Una di loro aveva asserito la stessa cosa circa gli Skirm, insistendo affinché Mackendra trovasse il Re Vampiro e i Guerrieri Oscuri che le avrebbero salvate.

      Quando la ragazza ritornò sul fatto che Kyran non si era dissolto in un cumulo di cenere, non riuscì a non chiedersi se quella donna non le avesse detto la verità. Forse in quel momento l’uomo stava morendo dissanguato. I pensieri di Mackendra vennero interrotti quando udì qualcosa sopra di sé; aprì gli occhi e portò l’attenzione verso gli alberi, ma non vide nulla.

      Dopo anni trascorsi a dare la caccia ai vampiri, il suo istinto l’avvisava immediatamente quando rilevava un pericolo. Rotolò in posizione prona e restò in silenzio. Il suono svanì, quindi si mise a sedere, limitandosi ad ascoltare per qualche minuto. Una volta certa che Kyran non la stava seguendo, si tolse lo zaino dalle spalle e cercò qualcosa da poter usare come arma.

      Grazie a Dio si era sistemata lo zaino in spalla prima che lo sconosciuto infrangesse il vetro della finestra. Ne aveva sempre uno pronto per le emergenze. Imprecò quando non vi trovò nemmeno un’arma all’interno. Tutto ciò che aveva sistemato nella sacca era un piccolo kit di pronto soccorso nella tasca frontale, un paio di bottigliette d’acqua, delle barrette proteiche e dei vestiti di ricambio. Non aveva portato con sé altro, oltre a qualche spicciolo e i documenti. Non aveva nulla con cui potersi difendere.

      Si guardò

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