Viaggi di Ali Bey el-Abbassi in Africa ed in Asia, v. 2. Ali Bey

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Viaggi di Ali Bey el-Abbassi in Africa ed in Asia, v. 2 - Ali Bey

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ma lasciate alquanto in riposo sono assai buone. Le rive sono basse e coperte di alberi nel luogo in cui eravamo jeri.

      Il fiume Enzà, oltre d'avere naturalmente poche acque, viene impoverito di più dai canali che servono all'irrigazione. Era per me un vero piacere il contemplare in mezzo ad un deserto queste tracce dell'umana industria. Le sue acque scendono all'O.

      A principio il suolo pare una continuazione della stessa pianura argillosa, deserta, osservata nel precedente giorno. Ma alle dieci del mattino si discese in un altro paese alternativamente composto di strati argillosi e calcarei che formano delle colline. A mezzogiorno passai innanzi ad una montagna che mi sembrò formata di basalto, e che lasciai sulla diritta. Ad un'ora e mezzo entrai in un bel paese, ben coltivato, coperto di belle messi nel di cui centro vedesi l'Alcassaba, ed al N. l'Enzà, sulla di cui riva diritta feci far alto.

      Il cielo era mezzo coperto, ed un forte vento di N. E. rinfrescava l'aria. Questo deserto è noto sotto il nome di Angad. Sembra che si dilati nella direzione di N. O. dall'Alcassaba di Temessouinn fino al Sud d'Algeri.

Sabbato 8

      La mia gente levò il campo alle sette ore ed un quarto, e prendemmo la direzione di N. O. seguendo lo stesso deserto. Alle otto trovammo un ruscello di acqua assai buona. Alle nove e mezzo il paese si andava restringendo tra piccole montagne calcaree ed argillose. Ad un'ora e tre quarti dopo mezzogiorno si passò un piccolo fiume, e volgendomi all'E. camminai alcun tempo lungo la riva destra; alcun tempo dopo si cominciò a vedere qualche terreno coltivato, ed in seguito un dovar. Alle tre e mezzo si alzarono le tende vicino ad un Alcassaba, e ad un dovar chiamato l'Aaïaun Maylouk.

      Il suolo attraversato questo giorno è a vicenda argilloso e calcareo. Due linee di montagne che fanno parte del Piccolo-Atlante chiudono l'orizzonte al N. ed al S.

      In tutto questo deserto non si videro altri animali che alcuni piccoli ramarri, alcuni ragni morti o addormentati sui rami spinosi di una piccola pianta abbrucciata.

      Sopraggiunsi colà nell'atto che gli abitanti facevano la ceremonia d'un convoglio funebre. Il cadavere posto in parata sopra un luogo eminente era circondato da una quarantena di donne, che divise in due cori gridavano in misura avvicendando: Ah-ah-ah ah. Tutte le donne del coro pronunciando il loro ah rispettivo, graffiavansi, e guastavano la cute del volto in modo che grondavano sangue. Stavano al loro fianco sei uomini in linea cogli occhi rivolti al paese d'una tribù nemica, che aveva ucciso l'uomo cui facevansi i funerali: gli altri Arabi a piedi, che formavano il corteggio, le circondavano interamente.

      Rimasero mezz'ora in tale attitudine; e le donne dopo avere continuate per tutto questo tempo le loro grida e le loro graffiature, separaronsi dal morto piangendo in battuta. Gli uomini sepellirono il morto nello stesso luogo, e tutti ritiraronsi senz'altra ceremonia.

      Il tempo sempre fresco fu costantemente coperto.

Domenica 9

      Alle sei ore del mattino si riprese la via verso il N. E. Alle sette ore attraversammo un fiumicello; e piegando poi all'E. N. E., alle due dopo mezzogiorno si passò altro fiumicello uguale al primo, ed alle quattro meno un quarto entrai in Ouschda.

      Qui il suolo conserva la stessa natura di quello della pianura deserta di cui abbiamo parlato. Alle otto del mattino vidi per altro una buona terra vegetale, ma mal seminata. Le due catene d'alte montagne continuavano a limitare l'orizzonte al N. ed al S. ad una ragguardevole distanza.

      Alle sett'ore e mezzo del mattino avevo scoperto in lontananza sopra una eminenza presso al cammino due uomini armati a cavallo, che avanzavansi lentamente verso di noi. Le mie genti incominciavano ad allarmarsi, ma io li acquietai, e quando giungemmo presso di loro seppimo ch'erano scolte della tribù nemica che aveva ucciso l'uomo Aaïaun Moylouk, e che dietro di loro trovavansi le truppe della tribù.

      Scontraronsi poi alcuni uomini che mietevano le biade che avevano tutti presso di loro i cavalli sellati ed imbrigliati. Più lontano vedevasi la truppa armata.

      Alle dieci ore eravamo nel territorio di questa tribù: è questo uno spazio d'una lega di diametro, tutta coltivata, ed avente più di venti dovar. Ci vennero incontro quattro uomini armati a cavallo, che mi chiesero una preghiera, indi mi licenziarono cortesemente. Questa tribù nominata Mahaïa parvemi composta di gente armigera; e credo che il Sultano di Marocco non eserciti su di lei un precario potere.

      CAPITOLO XVIII

      Descrizione d'Ouschda. – Difficoltà per proseguire il viaggio. – Detenzione per ordine del Sultano. – Partenza da Ouschda. – Avventure del deserto. – Arrivo a Laraïsck e sua descrizione. – Partenza dall'impero di Marocco.

      Ouschda, villaggio che contiene cinquecento abitanti all'incirca, è come gli altri luoghi popolati che trovai al di qua dell'Alcassaba di Temessouin, nel deserto d'Angad.

      Le case fatte di terra, sono piccole, e così basse che a pena vi si può stare in piedi. Sono inoltre così succide, e piene d'insetti, ch'io preferj di rimanere sotto la tenda nell'Alcassaba che è assai grande e posto a canto del villaggio: passeggiai alcun tempo entro un piccolo ma grazioso orto di sua pertinenza.

      Un'abbondantissima fonte che scaturisce mezza lega al di là d'Ouschda somministra un'eccellente acqua, ed inaffia gli orti del villaggio. Offrono questi una bella verdura e varie specie d'alberi fruttiferi, tra i quali il fico, l'ulivo, la vite, la palma, tengono il primo rango. Il paese produce pure deliziosi popponi, e carni d'una squisita qualità; nè può immaginarsi quanto sia delicato il montone del deserto. Questi animali sono lunghi, magri, hanno poca lana, e vivono in un paese ove trovano appena di che vivere; ma la loro carne è forse la migliore del mondo.

      Sia nel villaggio, sia ne' contorni trovansi pochi polli, e nessun selvaggiume; ma abbondano le carni, il riso, la farina, i legumi.

      L'esatte osservazioni astronomiche da me fatte collocano Ouschda nella longitudine orientale dall'osservatorio di Parigi di 4° 8′ 0″; e nella latitudine settentrionale di 34° 40′ 54″. In una latitudine così elevata il clima dovrebb'essere poco diverso da quello d'Europa, ma il deserto che la circonda ne riscalda l'aria a dismisura. Vi ebbimo non pertanto alcuni giorni abbastanza freschi nel mese di giugno, totalmente coperti, ed anche piovosi.

      Osservai ad Ouschda un'eclissi della luna. Avrei dovuto fare alcune altre osservazioni, ma sgraziatamente non mi furono dalle circostanze permesse, perchè io doveva tutto sagrificare all'oggetto principale del mio viaggio.

      Quando arrivai, il capo ed i principali del villaggio mi avevano dichiarato ch'io non potrei proseguire il viaggio, perchè in questo stesso giorno avevano avuto avviso della rivoluzione manifestatasi nel regno d'Algeri, e che a Tlèmsen, o Tremecèn dov'ero io diretto scorreva il sangue Turco ed Arabo.

      Dopo molti discorsi, e dopo avere maturamente riflettuto, mi determinai di spedire un corriere, che al suo ritorno mi portò la notizia, che i torbidi nati in Tlèmsen erano sedati, ma che la strada era infestata dai ribelli che rubbavano ed assassinavano. Chiesi all'istante una scorta al capo del villaggio, il quale mi rispose non aver forze bastanti, ma che cercherebbe ad ogni modo di assecondare il mio desiderio.

      Avanti che passassero due giorni il capo ed i principali d'Ouschda fecero venire il Schèk el Boanani che è il capo di una vicina tribù, e gli proposero di scortarmi a Tlèmsen. In sulle prime il Schek non vi acconsentì, e dopo avere lungamente discusso l'affare, partì senza nulla decidere.

      Erano già scorsi più giorni in trattative inutili; ed intanto i rivoltosi erano venuti fino sotto le mura d'Ouschda, tirando alcuni colpi di fucile che uccisero due uomini. La mia situazione diventava sempre più difficile, perchè da una parte si esaurivano tutti i miei mezzi di sussistenza, e dall'altra io non ignoravo che i miei nemici

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