Sangue Saziato. Amy Blankenship

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Sangue Saziato - Amy Blankenship

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di star piangendo. “Non sto piangendo.” trattenne le lacrime e si asciugò le guance con il braccio. Dovette asciugarsi di nuovo, incapace di trattenere altre lacrime. “Ma promettimi che non ti tufferai di nuovo in acqua finché non avrai imparato a nuotare.”.

      Sentiva di star già abbandonando quel mondo ma, adesso che lei era viva, non gli importava.

      Kyoko si alzò e guardò il laghetto, poi si voltò verso di lui. “Avevo dimenticato che non so nuotare.” sussurrò, chiedendosi come si potesse dimenticare una cosa del genere.

      Toya vide il bagliore della statua dietro di sé e capì che il suo tempo lì stava per scadere. Le mani della Vergine avevano iniziato a brillare più forte e, in lontananza, poteva sentire i mostri del suo mondo che cercavano di attraversare la crepa. La barriera tra i mondi era sempre più debole nel punto in cui si trovava Kyoko.

      All’improvviso, lui allungò le braccia e strinse forte Kyoko, sentendo già la sua mancanza. Strofinando la guancia sui suoi capelli ramati, sussurrò con voce tremante “Devo tornare dall’altra parte e impedire ai demoni di venire qui.”.

      â€œSembri mio nonno... lui sa tutto sui demoni.” disse Kyoko, premendogli un orecchio sul petto per sentire il suo battito cardiaco. Fece scivolare un braccio intorno alla sua schiena e si chiese perché non sentisse le sue ali, sapeva che c’erano.

      Notando di nuovo la sua innocenza, Toya le prese il mento e guardò in quegli splendidi occhi color smeraldo. “Non temere i demoni, Kyoko... tu hai il potere di scacciarli da questo mondo.”. Con quella confessione, Toya guardò la statua della fanciulla. Poteva sentire i demoni attraversare il Cuore del Tempo ad un ritmo pericolosamente veloce.

      Adagiando Kyoko sull’erba, si alzò e si diresse verso la statua, estraendo i suoi pugnali gemelli nel mentre. “E io non sono un angelo... sono il tuo guardiano. Il mio nome è Toya.”.

      Ancora inginocchiata sull’erba, Kyoko si sporse in avanti per guardarlo mentre entrava nel tempio, che fu pervaso da una nebbia blu. Lei gridò quando un paio di braccia emersero all’improvviso dalla luce e afferrarono l’angelo, poi emersero anche diversi demoni. Mentre il suo grido e il ringhio dell’angelo echeggiavano nella notte, la luce della statua iniziò ad implodere come se fosse risucchiata da un aspirapolvere

      Kyoko sentì la porta di casa sbattere ma non riuscì a staccare gli occhi dall’angelo e dai demoni. Barcollando, si avviò correndo verso la porta aperta del tempio. Sentiva suo nonno e suo fratello gridare il suo nome, mentre Tasuki le si stava avvicinando.

      Mentre lei allungava la mano per afferrare quella dell’angelo, Tasuki la prese tra le braccia, trascinandola via un secondo troppo tardi. Quando l’indice di Kyoko sfiorò a malapena le mani tese della statua, eruppero dei raggi di luce dal punto esatto in cui l’aveva toccata. A Tasuki sembrò come se gli fosse appena esploso in faccia un barile di fuochi d’artificio del 4 Luglio.

      Uno di quei raggi luminosi lo colpì al fianco, facendolo sussultare. Invece di provare dolore per l’impatto, provò un senso di completezza... come se per tutta la vita gli fosse mancato qualcosa che adesso, finalmente, era tornato al proprio posto.

      Spalancò gli occhi quando vide un bellissimo raggio di luce blu fluorescente che univa le mani della statua alle dita di Kyoko, come se stesse cercando di tenerle insieme. Tasuki rimase sorpreso quando, per una frazione di secondo, vide un bellissimo cristallo volteggiare all’interno del raggio luminoso. Volendo allontanare Kyoko, si lanciò all’indietro tenendola ancora tra le braccia.

      Il cristallo fluttuò sempre più velocemente finché non esplose, emanando frammenti di luce in quella dimensione e in quella città... sembrava un’esplosione di stelle in una notte buia.

      Tasuki respirò profondamente. Quando era tornato di soppiatto alla finestra della sua camera, aveva visto lo strano uomo che teneva Kyoko tra le braccia e, vedendola priva di sensi, era andato nel panico. Non era sicuro di cosa le avesse fatto quel tale ma si era sentito soddisfatto quando la luce lo aveva risucchiato, trascinando con sé quei demoni dagli occhi rossi.

      â€œL’angelo ha bisogno del nostro aiuto!” urlò Kyoko, cercando di liberarsi da Tasuki, ma lui era troppo forte. Vedendo suo nonno mettersi tra lei e la statua, gridò “Ci sono dei demoni dentro quella statua, lo feriranno! Tu combatti i demoni, vai ad aiutarlo... ti prego!”.

      Appoggiandosi a Tasuki, singhiozzò quando vide di nuovo l’espressione spaventata sul volto di suo nonno, solo che, stavolta, lo era ancora di più. “Non... non puoi aiutarlo?”.

      Nonno Hogo si voltò e si guardò intorno. Le pergamene di protezione che aveva posizionato all’interno della piccola struttura emanavano ancora fumo, erano ridotte quasi in cenere. Uscendo dal tempio, lanciò un’occhiata al ragazzino che teneva la sua nipotina e sentì i brividi strisciargli lungo la spina dorsale. Gli occhi di Tasuki erano sempre stati castano chiaro... adesso, invece, il ragazzino stava fissando la statua con occhi di un furioso color ametista.

      Il sangue gli si era gelato più del ghiaccio quando aveva assistito alla creazione del legame tra Kyoko e la Statua della Vergine, e capì che il loro tempo era scaduto. L’apparizione del cristallo era già abbastanza grave, ma vederlo andare in frantumi lo terrorizzò. Aveva anche notato che un pezzo della gemma si era conficcato nel torace del giovane Tasuki.

      â€œLe pergamene avevano ragione.” sussurrò con voce roca, desiderando che, invece, fosse il contrario.

      Poi alzò gli occhi al cielo e inviò una silenziosa preghiera a qualunque divinità lo stesse ascoltando, affinché lo guidasse. Doveva portare i bambini via da lì e, cosa ancora più importante, doveva allontanare Kyoko da Tasuki. Anche senza volerlo, quel ragazzo avrebbe portato i demoni dritti da lei e presto i guardiani del cristallo li avrebbero seguiti.

      Tasuki sussultò quando Kyoko gli fu strappata dalle braccia. Rivolse il suo sguardo color ametista verso colui che gliel’aveva portata via... il nonno. Non avrebbe dovuto afferrarla in quel modo.

      â€œTasuki, non dovresti stare fuori dopo il tramonto. Se non vuoi che svegli tuo padre allora ti consiglio di tornare a casa. Subito.” ordinò nonno Hogo con voce aspra. Mise Kyoko in braccio a Tama e si allontanò con i due nipotini che gli erano stati affidati.

      Tasuki guardò Kyoko e la vide affondare il viso nel petto di Tama, continuava a piangere per l’angelo che secondo lei era stato ucciso dai demoni.

      â€œKyoko, ci vediamo domani mattina per andare a scuola.” disse Tasuki, lanciando un’ultima occhiata al tempietto prima di avviarsi verso casa.

      Il nonno aspettò che Tasuki si arrampicasse fino alla finestra della sua camera da letto. Poi fece un respiro profondo, sapendo che avrebbe assistito ad una scenata quando i suoi nipoti avrebbero capito cosa stavano per fare.

      â€œPreparatevi, bambini... si parte tra un’ora.” ordinò.

      *****

      Tornando al presente... il castello, quartier generale del PIT.

      Storm era appoggiato allo schienale della poltrona e fissava il soffitto, perso nei suoi pensieri sui guardiani. La leggenda dei primi guardiani narrava di una strana e paradossale

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