Sangue Saziato. Amy Blankenship

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Sangue Saziato - Amy Blankenship

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a risalire ad un potente cristallo noto come il “Cuore di Cristallo Protettore”. Non era stato facile, poiché la leggenda doveva essere stata scritta su carta o scolpita in una pietra per poi svanire, senza lasciare alcuna prova della propria esistenza. Era un enigma persino per un viaggiatore nel tempo come lui.

      La leggenda più antica che aveva trovato a proposito del cristallo dimensionale narrava la storia di una coppia di gemelli guardiani, due immortali che proteggevano tutti i mondi umani paralleli dalla collisione con il regno demoniaco. I due potenti uomini si erano innamorati di un’umana che, con l’aiuto di un cristallo creato da suo padre, aveva attraversato una crepa tra le dimensioni.

      I due si erano battuti per lei, quasi distruggendo il sigillo che dovevano proteggere.

      Uno di essi aveva cercato di porre fine a quel pericoloso conflitto prendendo il cristallo e fondendolo con l’anima della ragazza, per poi legare entrambi ad una statua da lui creata, che somigliava alla ragazza ed era fatta del materiale che separava tutte le dimensioni. Lui pensava che, unendo i tre elementi, lei sarebbe comparsa in ciascuno dei mondi paralleli che loro proteggevano.

      La sua intenzione era confinare suo fratello gemello in uno dei mondi paralleli e isolarlo da quello demoniaco, così avrebbero potuto averla entrambi. Ma le cose non erano andate come previsto. Quando la ragazza, la statua e il cristallo divennero una cosa sola, lei scomparve improvvisamente dal regno dei demoni e la crepa fu sigillata di nuovo.

      L’altro scoprì ciò che il gemello aveva fatto e lo uccise in un impeto di gelosia, facendo frantumare le anime di entrambi. Poiché erano immortali e non potevano morire per davvero, le loro anime rinacquero dando vita a cinque nuovi guardiani, che sentivano il richiamo della ragazza che viveva nei mondi paralleli.

      Storm continuava a guardare il soffitto, sapeva che erano gli stessi guardiani che adesso si trovavano al terzo piano del castello.

      La matassa era difficile da sbrogliare perché il cristallo non si muoveva soltanto nello spazio e nel tempo, ma anche attraverso le dimensioni. Aveva imparato tempo fa a restare fuori da cose che erano ben oltre le capacità manipolatorie di un viaggiatore nel tempo. Con i demoni che invadevano Los Angeles e i suoi poteri già in tilt, non era il momento migliore per sfidare la sorte, a meno che non volesse finire in un mondo parallelo senza possibilità di ritorno.

      Neanche per sogno... i guardiani dovevano cavarsela da soli.

      L’umore di Tasuki non era migliorato molto da quando era tornato in centrale. Lungo il tragitto non aveva sentito altro che segnalazioni via radio di avvistamenti di demoni. Continuavano a ricordargli la prima volta che aveva visto un demone... la stessa notte in cui Kyoko era scomparsa.

      Si toccò il fianco nel punto in cui la luce lo aveva trafitto quella stessa notte, e si accigliò ricordando la paura e la delusione quando il mattino seguente non aveva più trovato la famiglia Hogo. Era andato da Kyoko per accompagnarla a piedi a scuola come promesso, ma aveva trovato la casa deserta.

      Era una cosa che lo aveva tormentato per molto tempo e che non era ancora riuscito a superare. Cavolo, conservava ancora il suo regalo di compleanno per lei. Era un anellino d’oro che sua nonna, la signora Tully, lo aveva aiutato a scegliere.

      Negli ultimi undici anni aveva fatto molti sogni su Kyoko e sui demoni. Lui era cresciuto e, stranamente, nei suoi sogni era cresciuta anche lei, e quei sogni diventavano sempre più frequenti e inquietanti. Il pensiero che lei fosse in pericolo chissà dove lo teneva sveglio la notte.

      Sospirando, scacciò Kyoko dalla mente e guardò mentre quattro delle cinque guardie del magazzino venivano scortate verso la centrale per essere interrogate da Boris e i suoi uomini.

      La guardia che aveva quasi sparato a Micah sarebbe finita nella stanza speciale degli interrogatori. La stanza rinforzata era stata predisposta nel caso in cui si fossero imbattuti in una qualsiasi creatura paranormale o addirittura in demoni di basso livello.

      Guardando la squadra SWAT, Tasuki quasi sbuffò notando che alcuni agenti si stavano vantando, gonfiando il petto e scambiandosi pacche sulle spalle per il lavoro ben svolto.

      Per come la vedeva lui, avevano soltanto salvato tre delle tante donne rapite e catturato un paio di guardie che erano più muscoli che cervello. Non aveva la minima intenzione di festeggiare, a meno che una delle guardie non avesse vuotato il sacco su dove Luca teneva il resto dei prigionieri. Dubitava seriamente che quei tirapiedi sapessero granché oltre ai propri compiti da svolgere e alle sigarette da fumare.

      Si appoggiò al muro, osservando il grande furgone che entrava a retromarcia nel garage laterale dell’edificio. Scommetteva che sarebbe stato Titus a supervisionare lo spostamento della lupa fuori dal veicolo... lui era un alfa e bla bla bla. Se fosse dipeso da lui, la lupa sarebbe arrivata lì camminando sulle sue gambe... o zampe, a lei la scelta.

      Al momento i suoi soccorritori la stavano tenendo prigioniera come avevano fatto i commercianti di schiavi.

      Tasuki vide Titus scendere dal lato del guidatore e sbattere lo sportello. Il suo sguardo torvo era rivolto al gruppetto di uomini in piedi dietro il furgone, impazienti di dare un’occhiata alla lupa. La sua attenzione fu attirata da Micah, che girò attorno al veicolo insieme alla quinta guardia... con modi non proprio gentili.

      Tenendo il lupo per il bavero della giacca, lo spinse via dal furgone. Tasuki sorrise tra sé, il puma si stava prendendo la sua rivincita. I piedi della guardia erano incatenati molto stretti, dunque riusciva a fare solo un passo per volta.

      â€œTi diverti, eh?” chiese Tasuki a Micah mentre si avvicinava.

      â€œNon ancora.” rispose il puma con un ghigno e tirò con forza il colletto del lupo, in modo che la camicia gli si stringesse attorno alla gola. L’uomo emise un verso strozzato mentre si piegava all’indietro. “Ma ci sono quasi...”.

      Tasuki era perplesso per il comportamento di Micah ma dovette ammettere che, se qualcuno avesse puntato a lui una pistola alla testa, si sarebbe comportato allo stesso modo. La guardia lo vide e ringhiò, mostrandogli tutti i denti; Tasuki piegò la testa di lato, chiedendosi perché mai il lupo si credesse spaventoso nella sua forma umana.

      â€œSì, sì. Ruggisci, ringhia e sbava pure, stronzo.” esclamò Tasuki con voce annoiata.

      Micah rise per il suo coraggio davanti a un lupo mannaro incazzato. Iniziava a pensare che, molto probabilmente, il ragazzo sarebbe stato l’unico ad andarsene se fosse scoppiata una rissa. C’era qualcosa che lo incuriosiva in quel novellino, e un mutante non ignora mai il proprio istinto.

      Micah spinse la guardia verso la stanza degli interrogatori e gli diede anche un calcio sul sedere. La guardia barcollò in avanti, sbattendo con la spalla contro lo spigolo dello stipite d’acciaio. Un guaito involontario gli sfuggì dalle labbra, facendolo somigliare ad un cucciolo invece che a un feroce lupo mannaro.

      â€œOps.” disse Micah con sarcasmo. “Ti sei fatto male? Sarei più gentile ma sai, faccio difficoltà con chi cerca di piantarmi una pallottola nel cervello. Perciò, se ti sembro lunatico... prendila pure sul personale, davvero.”.

      Provò ancora più soddisfazione nel lanciare letteralmente il lupo all’interno della stanza. Sospirò compiaciuto quando l’uomo si schiantò sul tavolo di

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