Cuori Svelati. Dawn Brower

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Cuori Svelati - Dawn Brower

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contrasse la mascella con forza. “Dallo a me”.

      Ren porse a Matt il foglietto. Dopo averlo stretto nella mano lo infilò nella tasca dei pantaloni. “Voglio che tu dica a Claire che sto abbastanza bene per non avere una babysitter in pianta stabile”.

      “Sei sicuro che sia una buona idea?”

      “Non posso più averla nella mia casa” Matt voleva che lo lasciasse in pace—il che non era completamente vero, ma era per il meglio. Lei si meritava molto di più di ciò che lui aveva da offrirle. Se fosse riuscito a riacquistare la vista, allora forse…non ci voleva pensare. Desiderare qualcosa non la faceva accadere, e gli conveniva andare avanti come meglio poteva. Senza Claire. “Non sarò in grado di concentrarmi con lei in casa. Sono assistito anche da altri, ma non voglio qualcuno in casa mia tutto il giorno”.

      Ren tamburellò sulla scrivania con qualcosa. Forse una penna? Cliccava in un ritmo che era quasi ipnotizzante, riempiendo il silenzio mentre attese che il dottore rispondesse. Tap. Tap. Tap. Matt si concentrò sul suono e si ricordò di avere pazienza, il che non era il suo forte, ma era qualcosa di necessario tutto il tempo. Dopo qualche secondo Ren interruppe finalmente il tamburellare e rispose, “Accetterò ad una condizione”.

      “Tutto quello che vuoi” rispose Matt. Avrebbe venduto la propria anima pure di ottenere ciò che voleva. “Dimmi”.

      “Chiamami se avrai bisogno di qualcosa. Mi sentirò meglio sapendo che avrai qualcuno che ti controllerà almeno una volta al giorno. E prima che tu possa obiettare, non deve essere Claire. Fissa degli appuntamenti con Lana o Dani quando si sarà ripresa. Non m’importa chi sia, a patto che tu accetti. Non sei pronto per stare completamente solo”.

      “M’inventerò qualcosa” a Matt non piaceva la cosa, ma avrebbe preferito che fosse un medico a controllarlo piuttosto che Claire. “La terapista occupazionale viene già tre giorni alla settimana. Lana due volte. Ho i weekend liberi”.

      “Io e Dani possiamo venire di domenica. Trova qualcun altro per il sabato e siamo a porto”.

      Matt sorride. “Grazie, Ren. Come sta Dani?”

      “Bene. È un po’ testarda, irascibile e autoritaria”.

      “E la ami” gli angoli della bocca di Matt si contrassero in alto. Era geloso, ma anche felice per la sua migliore amica.

      “La amo. L’ho sempre amata” commentò Ren. “So che le piacerebbe vedere come stai, quindi sarà felice di sapere che ti verremo a trovare tra un paio di giorni”.

      “Mi manca. Dille di non fare troppo” scoppiò a ridere. “So che è più facile a dirsi che a farsi. Sono consapevole di quando possa essere testarda”.

      Matt aveva incontrato Dani al college, ed erano diventati migliori amici. Frequentarono la stessa facoltà e poi aprirono lo studio associato nella loro città natale. Ren era stato il suo migliore amico alle superiori e l’uomo che avrebbe sempre conservato il suo cuore. Dani pensava di aver perso la sua occasione con lui, ed era andava avanti come meglio aveva potuto. La vita però aveva avuto altri piani per lei, e si era assicurata che ritrovassero il modo per stare insieme. Ora erano gioiosamente innamorati e stavano programmando di trascorrere il resto della vita insieme.

      “È vero. Vuoi che chiami Claire?”

      Il sorriso di Matt scomparve dal suo viso. Claire sarebbe stata incazzata con lui. Non aveva voluto lasciarlo solo con Ren, ma non aveva avuto scelta. Era stato l’unico modo per assicurarsi che non si sarebbe intromessa quando Matt avrebbe chiesto a Ren di supportare la sua decisione di stare solo.

      “Sì, scrivile. Forse risponderà più velocemente in tal modo” disse. Doveva affrontare la realtà. “Sono pronto per andare a casa”.

      E spiegare a Claire perché doveva lasciarlo stare e vivere la propria vita. Non era stupido. Sapeva che lei lo amava tanto quanto lui amava lei. Ma questo era l’unico modo. Con il tempo avrebbe compreso.

      CAPITOLO SEI

      Claire fissò il telefono. I minuti erano trascorsi lentamente, e la facevano sentire come se si fosse trovata fuori dallo studio di Ren da ore, piuttosto che da venti minuti. Perché Matt le aveva ordinato di uscire? Le faceva più male di quanto volesse ammettere. Era stata al suo fianco per tutto il tempo, eppure sembrava irrilevante. A volte si domandava perché si disturbasse. Niente che lei faceva lo rendeva felice.

      Subito era stata in grado di accantonare tale sensazione. Lui era ferito, spaventato e stanco. Tutti esageravano quando vivevano un periodo stressante. Non poteva incolparlo per quello. Oh, ma voleva. Esalò e si appoggiò al muro. Camminare avanti e indietro non aveva aiutato, e non le sembrava sensato proseguire con il futile esercizio.

      “Claire, che ci fai qui?”

      Si voltò al suono del suo nome. Accidenti. Doveva proprio essere lui. “Ciao, Nolan”. Il suo stupido, buono a nulla, traditore e complessivamente un coglione di un ex fidanzato. Si guardò attorno, e poi riportò l’attenzione su di lui. “Rincorri ancora le ambulanze? Hai bisogno di altri clienti?”

      “Non è nemmeno lontanamente divertente”. Alzò il mento. “Lavoro per una compagnia molto rispettabile, come tu ben sai. Non dobbiamo cercare i nostri clienti. Loro vengono da noi”.

      Claire era al corrente della reputazione della compagnia per la quale Nolan lavorava. Lo studio legale era stato il primo luogo in cui aveva fatto domanda quando si era laureata. Era una buona compagnia. Se non fosse stata per la disastrosa relazione con Nolan, forse sarebbe ancora lì. Ovviamente non avrebbe mai lavorato con Matt e Dani. Alcune cose succedono per un motivo.

      Guardò dietro di sé e vide che la porta era ancora chiusa. Come mai ci stavano mettendo così tanto? L’incontro improvvisato con Nolan non era di suo gradimento. Prima se ne sarebbero andati meglio sarebbe stato. Guardò nuovamente il suo telefono—Ren le aveva scritto che Matt aveva finito. Come mai ci stava mettendo così tanto? Perché era ancora dentro?

      “Aspetti di vedere il Dottor Sousa?” domandò Nolan. “Ho sentito che è fidanzato. Forse dovresti trovare un altro uomo da tormentare”.

      Claire alzò gli occhi al cielo. “Sì, infatti è fidanzato con il mio capo. Prova ad indovinare chi non è invitato al matrimonio?” alzò ed abbassò le sopracciglia. “Ti do un indizio. Il suo nome inizia con la N, e oh sì, finisce anche con una N”. Poi si guardò le unghie comportandosi con più disinvoltura possibile. “Che peccato, veramente. Sarà l’evento mondano della stagione. Dani è la Brady persa—pensa quante mancate opportunità per lisciare qualcuno” sospirò. “Che peccato”.

      Le sue narici si dilatarono. “Come se avessero invitato te. Non sei niente”.

      “Aw”. Si mise la mano sul cuore. “Che cose dolci che mi dici. Perché ci siamo lasciati?”

      Claire si rifiutò di permettergli di farle ancora del male. Sarebbe stato uno spreco di tempo. Se avesse potuto tornare indietro ai sei mesi in cui si erano frequentati, l’avrebbe fatto. Era stato un errore, ed era rimasta abbagliata dal suo bel viso. Nolan aveva dei bellissimi capelli biondo oro e caldi occhi color cioccolato. Quando l’aveva visto per la prima volta ne era rimasta colpita. Ora si rendeva conto di quanto lui fosse sbagliato per lei. La sua ambizione significava di più di quanto Claire significasse per lui. La vedeva come un modo per ottenere di più. Ciò di cui lei non era al corrente era la sua inclinazione ad essere un arrampicatore sociale. Sua madre era stato il suo biglietto d’ingresso ad eventi esclusivi. Claire non si era resa

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