Cuori Infuriati. Amy Blankenship

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Cuori Infuriati - Amy Blankenship

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E il fratello di Toya non era un angelo. Era il guardiano più temuto e potente, ed era anche uno dei suoi protettori, sebbene lo vedesse raramente.

      Kyoko smise di galleggiare, in preda al panico. Iniziò ad affondare, ma non le importava se ciò serviva a tenerla lontana da quegli occhi ipnotici. Trattenne un grido quando lui si sporse di scatto, afferrandola per la schiena, e la tirò fuori dall’acqua stringendola a sé.

      Kyou sentì che aveva paura di lui e decise che non l’avrebbe spaventata. Tutti lo temevano… anche i suoi fratelli. I suoi occhi dorati brillavano mentre la teneva stretta, portandola a smettere di dimenarsi. Molto tempo fa, il Cuore di Cristallo Protettore li aveva destinati ad essere alleati e lui non avrebbe permesso che colei che doveva proteggere avesse paura della sua protezione. Kyou usò il potere del controllo della mente per scrutare i suoi ricordi e scoprì che la sacerdotessa non era mai stata baciata da nessuno… fino ad allora. I suoi occhi s’incupirono piacevolmente a quel pensiero.

      Kyoko era così sconvolta da non riuscire a far altro che fissare quei due laghi dorati, in attesa di… non sapeva cosa, ma… Dio, quanto era bello. Le sembrò di vedere un lieve sorriso sul suo volto. Sbatté le palpebre, chiedendosi se non le avesse appena letto nel pensiero. Ora sapeva perché non era mai stata così vicino al guardiano d’oro… era un pericolo per i sensi.

      Provando un’attrazione fuori dal proprio controllo, Kyou premette le labbra sulle sue in un possente bacio, come per siglare un qualche accordo segreto. Durò solo pochi secondi ma sembrò un’eternità, poi si staccò lentamente, chiedendosi quale incantesimo lei gli avesse mai lanciato per fargli provare tali e sconosciute emozioni. Kyou la teneva stretta… non era pronto a lasciarla andare. La guardava con un’espressione strana… quasi con stupore, e i suoi occhi dorati sembravano frammenti dei riflessi dell’acqua.

      Aveva intenzione di insegnare alla sua sacerdotessa cosa sarebbe potuto accadere se fosse stata sorpresa da sola e indifesa ma, in qualche modo, la cosa si era trasformata in qualcos’altro. Avrebbe dovuto immaginarlo, prima di toccarla. I suoi sensi si estesero e sentì suo fratello avvicinarsi a passo svelto, portandolo a ringhiare silenziosamente per l’intrusione. Kyou si diresse verso la riva e la rimise delicatamente in piedi.

      Vedendo che era ancora ipnotizzata, allungò dolcemente una mano e le sfiorò una guancia con il pollice, sentendo la furia possessiva scorrere nel proprio sangue di guardiano. Preso ancora una volta dall’attrazione, avvicinò di nuovo le labbra alle sue per un ultimo bacio infuocato prima di sparire, lasciando dietro di sé solo una svolazzante piuma d’oro traslucida, che svanì a contatto con la superficie dell’acqua.

      Kyoko rimase ferma lì dopo che Kyou si era dileguato, cercando di capire cosa diavolo fosse appena successo. Poi si guardò sconvolta. Era nuda e lui l’aveva toccata, stringendola. Non poté fare a meno di sentire qualcosa nella bocca dello stomaco… calore. Un qualcosa che, fino ad allora… aveva provato solo in rari momenti con Toya.

      Alla fine, riprendendo il controllo, afferrò i propri vestiti e li strinse. “Kyou, come ha potuto?”. Sentì salire la propria collera nei confronti del sommo e potente signore Kyou. “Chi diavolo si crede di essere?”, alzò il viso al cielo mentre con le dita si sfiorò le labbra che ancora le pizzicavano.

      S’irrigidì quando sentì la voce di Toya chiamare il suo nome. “Fantastico…” pensò. Kyoko prese la camicia, infilandosela rapidamente. Quando tirò fuori la testa dallo scollo, incrociò lo sguardo di Toya, a pochissimi passi da lei. Mentre tirava giù l’indumento più in fretta che potesse, arrossì in tutte le sfumature di rosso.

      «Toya, voltati!» gridò, poi si lamentò tra sé: «Accidenti, ma i guardiani non hanno il senso del pudore?».

      Visto che Kyoko era via da troppo tempo, Toya era corso nella foresta, maledicendo la propria testardaggine per non averla accompagnata. Seguendo il suo odore, non era certo preparato a ciò che si era trovato di fronte… lei sembrava una dea. Vide il suo seno che seguiva i movimenti delle braccia e rimase raggelato.

      Sì, l’aveva sentita dire “Voltati!”, ma ciò non significava che potesse farlo. Tutto il suo sangue surriscaldato gli era appena arrivato al petto e non poteva muoversi. Quando il suo sguardo si posò molto lentamente sul suo corpo, trovò finalmente pace incontrando il suo viso. Dannazione, aveva già visto quello sguardo. Sapendo che lei stava per lanciargli l’incantesimo addomesticante, Toya si girò di scatto. La sentì brontolare alle sue spalle qualcosa a proposito dei guardiani senza pudore.

      Mentre imprimeva quell’immagine nella mente, qualcosa attirò la sua attenzione. Sentiva chiaramente il profumo di Kyoko, ma era mescolato a un altro profumo. Pagliuzze d’argento comparvero negli occhi dorati di Toya quando si voltò lentamente, assicurandosi che lei fosse vestita, così da potersi muovere. Le si avvicinò, sperando di sbagliarsi, e più si avvicinava, più forte era il profumo.

      Kyoko rimase immobile, in attesa che lui si fermasse. Sapeva che percepiva l’odore di suo fratello su di lei. Tutti i guardiani avevano sensi acuiti e, a distanza di tempo, lei stava ancora cercando di abituarsi a questa cosa terrificante. S’irrigidì quando Toya si avvicinò, provando quasi paura quando lui avvicinò una guancia alla sua e annusò. Poi le afferrò il mento e le girò il viso verso il suo, fissando la sua bocca.

      Toya la vide tremare e percepiva il forte odore della sua paura. «Kyoko, c’era Kyou qui con te?». Quando lei annuì, le guardò di nuovo la bocca, con lo sguardo fisso sulle labbra, «Lo hai morso?».

      Kyoko fu così sorpresa a quelle parole che le sue ginocchia quasi cedettero. Poi, ripensando alla domanda e immaginandosi mentre mordeva il guardiano più temuto della Terra, si mise a ridere.

      «No, Toya, non l’ho morso! Stavo facendo il bagno e galleggiavo con gli occhi chiusi. Quando li ho riaperti lui era lì, praticamente sdraiato sopra di me e… », strinse le spalle e la sua voce divenne quasi un sussurro, «… mi ha baciato.». Kyoko smise di ridere quando vide che le iridi di Toya erano diventate argentate, più che dorate.

      Lui la afferrò per le spalle e la scosse, doveva sapere esattamente cos’era successo. «Kyoko, ha fatto qualcos’altro? Devi dirmelo!», sentiva il terrore crescere dentro di sé al pensiero di Kyou che avesse baciato Kyoko… a cosa diavolo stava pensando?

      Lei rimase sconvolta per la sua furia improvvisa. Strinse le spalle e, con uno sguardo confuso, annuì: «Sì, mi ha preso in braccio e mi ha portato a riva, mi ha messo giù… e poi è sparito.». Alzò nervosamente una mano e se la passò tra i capelli bagnati, guardando da un’altra parte. In silenzio, si chiese dov’era Kyou, e se era ancora lì a guardare. Di solito la sua presenza si percepiva, non si vedeva. «Non ha detto neanche una parola.» aggiunse.

      «Kyoko, ti ha lasciato un segno da qualche parte?» chiese Toya con voce calma, mentre dentro di sé urlava, rifiutandosi di credere alla realtà. Le scostò i capelli per guardarle il collo prima che lei potesse rispondergli. Sentiva il suo cuore battere forte sotto la pelle mentre cercava eventuali segni nascosti che Kyou poteva averle lasciato.

      Kyoko cercò di respingere la sua mano, ma lui non smise, così gridò: «No, non ha fatto niente! Perché?», stava iniziando a perdere la pazienza. Che cosa voleva dire Toya con “Ti ha lasciato un segno?”. Le venne la pelle d’oca immaginando una scena di vampiri di un vecchio film in bianco e nero. Poi la scena si trasformò in un film più recente, in cui il vampiro era affascinante e… e la scacciò subito dalla mente.

      Toya scostò la mano, non avendo trovato alcun segno, ma la guardò molto intensamente, con il cuore che gli martellava ancora forte nel petto. «Non va bene.». La vide portarsi le braccia al petto come se avesse freddo. Ringhiò in gola, guardando nei suoi occhi color smeraldo.

      «D’ora in poi, starai vicino a me.». Fissò le sue

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