La Figlia Dell’Acqua. Aidan Fox

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La Figlia Dell’Acqua - Aidan Fox

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per loro.

      Avevano ricevuto quello che meritavano, giocando con il fuoco.

      Era stupefatta dal proprio distacco. Normalmente, era una persona molto emotiva. Ma non poteva preoccuparsi per ogni partecipante. Era una competizione dopo tutto.

      E ci dovevano per forza essere dei perdenti

      . . .

      Il grande viale si allargava ancora. Naëli aveva appreso da suo padre che si chiamava Via Reale, perché era percorsa da tutti i dignitari in visita a Ys affinché scoprissero la città. Una facciata per riempirsi gli occhi prima di entrare nel vivo delle negoziazioni. Portava direttamente al porto d’Ys, dall’altra parte dell’isola, decorato con quel tappeto rosso che non finiva più.

      Un altro due ruote li seguiva da vicino e prese un po’ di velocità per portarsi alla loro altezza. Assomigliava in tutto e per tutto al Lupo di mare, ma era un po’ più grosso, e con un’effigie di una pantera sul davanti.

      Era l’Oncia di Ebano che completava la squadra di Joan e Naëli.

      -E’ andato tutto bene, gridò loro Joan cercando di coprire i rumori dei motori.

      I due personaggi seduti sul bolide inclinarono la testa. La ragazza seduta davanti sorrise attraverso le sue mèches rosso fuoco e sollevò il pollice.

      -Senza problemi!

      Poi scoppiò a ridere e spinse sull’acceleratore, evitando per poco di ribaltare il suo povero compagno.

      Naëli credette di sentire Joan lamentarsi e si mise a ridere, liberata dalla pressione dell’inizio della prova. Il sole brillava alto nel cielo, tutto andava bene.

      Ora la corsa poteva veramente cominciare!

      Tra le città più belle del mondo, si può citare La Gantja, su Hoz, la celebre Midellan de Sarmajor, città dell’arte e degli sport, Okelekey nel cuore di Kelebetokey, e sicuramente Ys l’eterna, gioiello tra i gioielli, che illumina i Sette Principati con il suo bagliore fantastico. Ricca, ma costruita con gusto, è la gemma dell’architettura moderna che riesce a mettere insieme la modernità dell’industrializzazione e la tradizione della sua estetica.

      Antoni Fergus, All’ora dell’industrializzazione

      La prima tappa della Coppa era lunga. Si trattava di attraversare prima Ys in lungo e in largo, poi di navigare attraverso il Golfo del crepuscolo verso ovest per raggiungere l’isola di Sarkoth alla sera.

      Cosa non facile, perché se il mare del Golfo del crepuscolo fosse stato calmo, la lotta tra i partecipanti sarebbe stata ancora più violenta. Dunque era meglio tenersi lontani dagli altri durante la traversata.

      Insomma, questa tappa era metà terrena e metà marittima, cosa che la rendeva straordinaria dato che non ne esistevano altre così miste.

      Il Lupo di mare e L’Oncia di Ebano arrivarono in vista delle banchine, tallonando da vicino i primi concorrenti. Il porto d’Ys era il più grande dei Sette Principati e i pontili di legno sembravano accumularsi all’infinito. Joan deviò a sinistra in direzione del bacino da diporto, eccezionalmente lasciato libero dai suoi occupanti per lasciare posto alle imbarcazioni dei partecipanti alla Coppa. Dall’altra parte, il porto commerciale lavorava a pieno ritmo come al solito, vera e propria piattaforma di scambio tra Sarkoth e gli altri arcipelaghi. Immense navi cargo andavano e venivano nervosamente secondo il volere della sirena d’ingresso.

      Quest’abbondanza di attività evocava una fabbrica colossale risuonante di un’ attività continua.

      Sotto gli occhiali da moto, Naëli sgranò gli occhi. Erano arrivati il giorno prima ed erano sbarcati in fretta in una piccola insenatura a nord dell’isola prima di raggiungere i loro quartieri, senza aver avuto il tempo di vedere altro. Erano comunque troppo concentrati sulla corsa per prendersi il tempo di passeggiare. Scoprire la città sotto questo angolo, e in questo contesto era terribilmente eccitante. Niente a che vedere con Elione, la sua isola natale a Sarmajor, dove non riusciva a immaginare la vita quotidiana di una grande metropoli.

      Davanti a lei, gli altri partecipanti raggiungevano uno ad uno le loro navi, sotto lo sguardo corrucciato di Joan che cercava con gli occhi la loro imbarcazione.

      -Che la peste colpisca gli organizzatori! Cosa ci hanno ricavato dal metterci così lontano?

      Effettivamente, il loro veliero sguazzava tranquillamente in fondo al porto, e il cammino per raggiungerlo era il più lungo. Era ingiusto, i concorrenti piazzati direttamente in fondo alla Via Reale potevano raggiungere le loro navi più velocemente, ma era così. I posti migliori per i concorrenti migliori dell’anno passato.

      Poco importava.

      Naëli aveva fiducia. Le loro performances avrebbero assicurato loro di prendere rapidamente una posizione vantaggiosa. Anche se sapeva che Joan era costantemente cosciente della situazione, gli ricordò comunque:

      -Sai bene che non siamo una squadra conosciuta. Siamo dei novellini, e non danno i posti migliori ai novellini. Dai, ci siamo quasi, aggiunse per distenderlo, piena di entusiasmo.

      Il ragazzo borbottò una frase della quale non recepì neanche una parola e rallentò mentre si avvicinavano al loro vascello.

      Era una splendida barca di una decina di metri, fatta per la velocità ma che offriva comunque un corretto confort. Modesta, ma efficace. La sua prua si incurvava elegantemente per lasciar apparire la testa di uno storione saggiamente scolpito. Il colore blu notte che ricopriva l’insieme del veliero era punteggiato da una miriade di paillettes argentate, che evocavano con una somiglianza inquietante le centinaia di costellazioni che componevano il cielo durante le notti più chiare. Il corpo dell’imbarcazione si allargava leggermente prima di restringersi di nuovo a poppa, che si elevava fino a una piccola piattaforma dove si trovava il timone.

      Da lassù, Molly faceva dei grandi segni incitandoli a sbrigarsi. Era il timoniere, il quinto e ultimo membro della squadra degli Esploratori. Joan sollevò con un balzo il Lupo di mare sul pontile di accesso e fermò i motori una volta sul ponte della nave. L’Oncia di ebano, che li seguiva da vicino, si fermò giusto dietro di loro.

      Naëli mise piede a terra e si tolse i suoi occhiali con sollievo.

      -Benvenuti a bordo dello Storione! Esclamò Molly. Non è il momento di prendere fiato! Ai vostri posti, ciurma!

      Naëli trattenne le risate. La donna anziana si comportava sempre in modo autoritario, come se conducesse la squadra, ma, in realtà, lo faceva per stimolare la loro motivazione. E una figura autoritaria non poteva che rinforzare l’efficacia a bordo.

      Così, si affrettò a raggiungerla sul retro della nave.

      Naëli si era inserita nel gruppo grazie ai solidi legami di amicizia che aveva con Joan, ma anche perché possedeva un dono prezioso nel contesto della corsa: poteva padroneggiare l’acqua in tutte le sue forme, usando un’antica magia in via di estinzione. Ignorava completamente l’origine di questo potere; sentiva solamente una potente affinità con l’elemento acquoso e aveva sviluppato da sola delle capacità sovrannaturali stupefacenti.

      Si rivelava quindi una preziosa risorsa in acqua.

      Joan era sempre

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