Altri Mondi. Il Trono Dell'Anima. Libro 1. Elena Kryuchkova
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Dopo aver preso la valigetta, Zima si recò in corridoio e poi uscì di casa con sua madre: avrebbero fatto un po’ di strada assieme. Poi la mamma si sarebbe diretta verso la biblioteca presso cui lavorava e Zima avrebbe proseguito per la casa della sua amica del cuore, Vera. Entrambe le ragazze sarebbero andate poi a prendere la loro amica comune Mira, e infine si sarebbero recate tutte insieme a scuola.
Ecco che Zima esce di casa con la mamma. Sia lei che la madre indossano giacche leggere. perché fa molto caldo..
Nel tirare fuori le giacche dall’armadio, prima di uscire di casa, la mamma aveva lanciato una triste occhiata in direzione della sua grigia pelliccia ecologica, e aveva fatto un gran sospiro.
La donna aveva cucito da sola quella pelliccia circa quattro anni prima, poco dopo quel fatidico giorno in cui Zima aveva fatto conoscenza con gli hippy e i loro volantini “da non leggere”. Quel giorno lei aveva posato lo sguardo sognante su quella meravigliosa pelliccia di visone che non si sarebbe mai potuta permettere. Così aveva acquistato il materiale necessario per realizzarne una in economia, e se ne era fatta una su misura. A dire il vero, la pelliccia era venuta molto bene.
La donna aveva preso spunto da un modello adocchiato su una rivista di cucito, la "Confederation Fashion". Dopo avergli apportato le dovute modifiche, adattandolo al materiale che aveva a disposizione in modo da farlo assomigliare alla lussuosa pelliccia della vetrina, si era messa al lavoro.
La donna era solita usare una vecchia ma solida macchina per cucire meccanica prodotta nel Regno di Seltsam. Una di quelle poche cose che non veniva né della Confederazione né dall'Alleanza.
Il regno di Seltsam era governato da una persona molto eccentrica, il Kaiser Wilhelm o, come lo chiamavano in molti, “l'artista pazzo”, un soprannome ormai noto a tutti.
Il motivo per cui Wilhelm era stato chiamato così era perché dipingeva degli strani quadri. E lo faceva anche durante le riunioni di Stato con i suoi ministri. Cosa ancora più bizzarra, il Kaiser dipingeva nudo pretendendo che anche i suoi ministri si spogliassero, per non perdere l’ispirazione. E sulla scia del suo estro dipingeva ministri nudi sullo sfondo di rose e amorini, o anche di golem meccanici o mitragliatrici. Inoltre, per suo stesso ordine, una grande sala del palazzo reale era stata adibita a mostra permanente dei suoi dipinti. Così tutti i cortigiani avrebbero potuto deliziarsi senza sosta delle pazze creazioni del loro Kaiser...
Il Regno di Seltsam faceva parte delle isole occidentali, dove una volta esisteva il continente che, a seguito del movimento attivo delle placche tettoniche, si era alla fine frantumato. Seltsam non entrava mai nelle questioni interne degli altri regni…almeno ufficialmente. In realtà, forniva a tutti segretamente armi e MeG, malgrado i suoi Golem meccanici non fossero raffinati come quelli della Confederazione o dell’Alleanza. Ma molti Stati preferivano acquistare da Seltsam piuttosto che da altri.
Pertanto, quando scoppiava una nuova guerra, Seltsam faceva affari d’oro: dopotutto, si trattava di vendere delle armi! E si sussurrava che, al fine di incrementare i suoi guadagni, Seltsam stesse prendendo accordi segreti con diversi paesi del Continente meridionale, molto al di là del mare.
Malgrado ciò, la Confederazione dei Regni faceva volentieri affari con il piccolo Stato del Kaiser folle, rifornendosi di veicoli blindati e molto altro per le sue guerre. Chiaramente, uno Stato così piccolo non poteva soddisfare tutte le esigenze di una Confederazione di dieci regni. Inoltre, in basse alle rigide disposizioni di legge di CK, non era possibile acquistare da un paese straniero più del venti per cento delle merci di cui si necessitava per il mercato interno.
... Quindi era dal piccolo Stato di Seltsam che la madre di Zima aveva acquistato quella macchina per cucire. Ma funzionava ancora benissimo, e la donna era riuscita a tirarci fuori proprio una bella pelliccia sintetica.
Ne aveva molta cura, la lavava regolarmente, la teneva pulita e la pettinava per mantenerla perfetta. In quei tempi di crisi c’erano ancora molte donne che si giravano a guardarla con invidia, quando la mamma di Zima la indossava. Ma la donna sognava ancora la pelliccia lussuosa della vetrina. Non capiva perché ne sentisse così fortemente il bisogno, ma la desiderava davvero. Pet renderla più calda e simile al modello originale, la madre di Zima aveva anche realizzato una fodera nella sua creazione, ma la sua creativitò le si era rivoltata contro, perché indicava un certo status sociale e una parvenza di ricchezza che purtroppo non corrispondevano alla realtà.
Zima, notando la tristezza della madre, cercò di scuoterla dai suoi cupi pensieri.
“Mamma, andiamo! Altrimenti faremo tardi!” le disse.
“Sì, figlia, andiamo!” sorrise la donna, chiudendo finalmente l'armadio.
E mamma e figlia uscirono di casa.
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