Terapia Fisica. Carol Lynne

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Terapia Fisica - Carol Lynne

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nel suo ufficio prima di imbattersi in Isaac o Sam.

      Erano trascorse quasi tre settimane dal suo crollo di fronte a entrambi gli uomini. Da allora, Isaac aveva provato in diverse occasioni a prenotargli un appuntamento con Ben Zook, lo strizzacervelli della città.

      Matt ridacchiò tra sé e sé. Che diavolo poteva saperne un tizio del Wyoming della PTSD? Scosse la testa mentre infilava la chiave nella serratura del suo nuovo ufficio. Aprendo la porta, fu accolto dall’odore dell’intonaco fresco e da due splendidi dottori appoggiati alla sua scrivania.

      «Ta-Daaa» disse Sam, allargando le braccia.

      Le pareti azzurre esaltavano alla perfezione gli occhi di Sam. Matt era ben consapevole che avrebbe potuto facilmente perdercisi. Fece un passo involontario verso il dottore.

      «Cosa ne pensi?» chiese Isaac.

      La domanda fermò Matt. Merda. Addio alla sua determinazione ad agire in modo professionale. Si voltò verso il dottore più giovane. «È fantastico» gli rispose, notando il modo in cui la vernice azzurra gli metteva in risalto i capelli neri e la carnagione abbronzata. Oh, diavolo, era nei guai.

      I dottori si separarono come il Mar Rosso e gli indicarono la grande scrivania di legno. «È bellissima» disse lui un po’ in soggezione davanti a quel mobile che sembrava di mogano antico e aveva le gambe intagliate. Matt pensava che fosse la scrivania più bella che avesse mai visto.

      «È il nostro regalo di benvenuto» spiegò Sam.

      Matt scosse la testa. «Non so cosa dire.»

      «Un grazie è sufficiente, per noi» intervenne Isaac.

      «Grazie. Eh. Wow.» Girò attorno a Sam e si sedette sulla sedia da ufficio in pelle con lo schienale alto. Impossibile non fare paragoni con il minuscolo ripostiglio delle scope che aveva usato come ufficio a Denver.

      Passando le mani sulla superficie lucida, Matt guardò Isaac. «Dove l’avete presa?»

      «Non siamo stati noi» rispose Isaac. «L’ha trovata Ryan Bronwyn del negozio di antiquariato. Gli abbiamo solo detto che volevamo qualcosa di speciale.»

      «Beh, direi proprio che ci ha azzeccato» disse Matt con un sorriso. Non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che quei due uomini gli avessero fatto un regalo così generoso e costoso.

      Sam gli mise una mano sulla spalla e strinse appena un po’. «Ryan ha detto di riferirti che può procurarsi una credenza abbinata, se sei interessato.»

      Matt fu così scioccato da quel tocco intimo che non sentì nemmeno una delle parole uscite dalla bocca di Sam. Vide le labbra muoversi, ma tutto ciò a cui riuscì a pensare fu quella mano esperta che si faceva strada lungo il suo petto per appoggiarsi sulla patta dei suoi pantaloni. Cazzo, il pensiero gli fece venire un’erezione, che cercò di coprire con nonchalance. «Ehm, scusa, cos’hai detto?» chiese a Sam.

      «Ryan ha una credenza che si abbina alla scrivania, se sei interessato» ripeté Sam.

      «Va bene» disse Matt con un cenno del capo. «Ci farò un salto per dare un’occhiata.»

      Girò lo sguardo su Isaac e fu sorpreso di vedere gli occhi del dottore fissi sulla sua erezione intrappolata dietro la patta dei pantaloni color cachi. Improvvisamente preoccupato che Sam potesse notare quell’indiscrezione, si alzò.

      «Penso che mi piacerebbe controllare le attrezzature terapeutiche, adesso.»

      Isaac sbatté le palpebre e diventò di una bellissima sfumatura di rosso. Sembrava sapere che Matt lo aveva sorpreso a guardare. Se solo Isaac avesse saputo che Matt voleva che lui facesse di più che guardare...

      * * * *

      Mentre Matt supervisionava ogni apparecchiatura, Isaac controllò di nascosto il giovane fisioterapista. Si vergognava un po’ di se stesso, ma non aveva appuntamenti per un’altra mezz’ora e Sam non era in giro, quindi non lo avrebbe sorpreso a guardarlo.

      Mentre dava un’occhiata al fondo della stanza, Matt si voltò e lo guardò. «Avete comprato dei pesi?»

      Isaac sorrise e si avvicinò al bellissimo uomo più giovane. «Spero che non ti dispiaccia, ma Sam e io abbiamo pensato che sarebbe stato bello poterci allenare per conto nostro ogni tanto.»

      Matt scosse la testa. «Non mi dispiace affatto. Ho passato due anni ad allenarmi usando solo pesi come questi.»

      «Sembra che tu abbia fatto un sacco di allenamento» commentò Isaac. Non appena quelle parole gli uscirono di bocca, desiderò potersele rimangiare.

      «Grazie.» Matt fece un paio di passi finché non si trovò faccia a faccia con lui.

      Si guardarono negli occhi. Isaac sentiva chiaramente la scintilla della corrente sessuale tra di loro. Quando iniziò ad avvicinarsi a Matt, puntando su quelle labbra perfette, la voce di Maggie arrivò dall’interfono.

      «Dottor Singer, è richiesto al pronto soccorso.»

      Isaac non era sicuro se essere grato per quell’interruzione o no. Fissò gli occhi verdi di Matt per un altro momento. «Meglio che vada.»

      «Sì, forse è meglio» rispose Matt, leccandosi le labbra.

      Isaac poté solo soffocare un gemito quando la punta di quella bella lingua rosa fece capolino.

      «Dottor Singer, è richiesto al pronto soccorso.»

      Isaac fece un passo indietro. «Sam e io facciamo un barbecue più tardi, se ti interessa.»

      Matt sbatté le palpebre alla menzione del nome di Sam. «Ehm, no, mi dispiace. Ho un impegno.»

      «Oh, va bene.» Isaac indicò la porta. «Sarà meglio che vada prima che Maggie venga qui e mi trascini fuori per i capelli.»

      Matt annuì e alla fine interruppe il contatto visivo. «Io devo comunque cambiarmi per il mio primo appuntamento.»

      Senza un’altra parola, Isaac si voltò e praticamente corse fuori dalla stanza. Che diavolo gli prendeva? Girò l’angolo e andò a sbattere contro Sam.

      «Ehi, c’è un incendio?» chiese Sam ridacchiando.

      «Hanno bisogno di me al pronto soccorso» disse Isaac e diede al suo amante un rapido bacio sulle labbra. «A dopo» gli disse mentre ripartiva di gran lena.

      Dannazione, amava Sam. Allora che diavolo stava succedendo tra lui e Matt?

      * * * *

      Dopo il lavoro, Matt andò alla palestra per allenarsi. Sapeva che era stupido ora che aveva un posto dove farlo, ma aveva dovuto escogitare qualcosa per impedirsi di tornare a casa.

      L’ultima cosa che pensava di poter sopportare era sedersi a un tavolo di fronte ai due dottori. Era ancora teso per quello che era successo prima con Isaac. Era evidente che entrambi volessero la stessa cosa, e se non fosse stato per quell’interruzione... diavolo, chi poteva dire cosa sarebbe successo?

      Entrato nell’edificio che ormai gli era familiare, Matt vide Nate e Rio dietro il bancone del

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