Tornanti. Pamela Fagan Hutchins

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Tornanti - Pamela Fagan Hutchins

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a terra che ricoprivano i bordi della radura. «Perché tutti quei pezzi d’albero sono per terra?»

      Patrick gli spiegò: «Molto probabilmente sono stati gli scoiattoli. Mordono e fanno cadere i rami nuovi e poi si nutrono delle gemme comodamente a terra.» Alzò bene la gamba per passare oltre le bisacce. Ne colpì una comunque. Reno si mosse di lato. Patrick fece leva sulla sella e scese. «Allora questo è il nostro posto. Ottima scelta, Perry.»

      Perry sospirò. Scivolò giù da Duke, improvvisamente stanco, come se avesse appena finito di giocare un’intera partita di calcio come attaccante.

      «Un po’ di vita, ragazzi. La luce del giorno sta calando e c’è un campo da montare.»

      Perry sospirò di nuovo, questa volta più forte.

      «Io mi occupo dei cavalli.» Trish stava già togliendo la sella a Goldie. La cavalla si voltò a guardarla e Trish le accarezzò il muso.

      «Allora tu e io ci occuperemo della tenda.» Patrick arruffò ancora una volta i capelli di Perry.

      Perry si sfilò da sotto la sua mano. Avrebbe voluto che suo padre smettesse di farlo.

      Trish fece un sorrisetto di scherno. «Mi spiace per te, mostriciattolo.»

      Il fratello le mostrò il dito medio alle spalle di suo padre, e lei arricciò le labbra e si batté la mano sul sedere.

      Mezz’ora dopo, i cavalli erano stati abbeverati a un vicino torrente e messi a brucare l’erba con le pastoie alle zampe. La tenda era montata, con i sacchi a pelo srotolati all’interno, in un punto per lo più pianeggiante senza troppe pietre. Le montagne bloccavano la maggior parte della luce del sole, anche se era ancora alto nel cielo.

      Patrick issò le bisacce che contenevano i viveri in alto su un albero all’estremità dell’accampamento. «Se ceniamo tardi, abbiamo tempo per fare un giro d’ispezione per la nostra caccia di domani.»

      Quelle parole elettrizzarono Perry. La stanchezza era solo un ricordo. Era per lui il primo anno in cui aveva l’età per cacciare legalmente. Aveva sparato a un sacco di animali nocivi con la sua pistola a pallini di gomma, per scacciarli, e suo padre gli aveva permesso di premere il grilletto del fucile durante la caccia al cervo, standogli a fianco, ma questa volta era diverso. Avrebbe scelto il suo cervo e usato l’arco compound da solo e reclamato il suo trofeo; se fosse riuscito a prenderlo, ovviamente. Si era esercitato con l’arco per tutta l’estate ed era diventato veramente bravo, ma suo padre gli ricordava sempre che un animale in movimento era diverso da un bersaglio fisso.

      I suoi pensieri furono interrotti da una voce proveniente dal sentiero che lo colpì come una frustata.

      «Questo è il nostro campo.» La voce apparteneva a un uomo alto e massiccio con le guance incavate e una barba rada. Aveva i capelli neri e brizzolati. Indossava una salopette mimetica con sotto una maglietta nera, dello stesso colore del suo cavallo.

      Perry non l’aveva nemmeno sentito arrivare e provò pietà per il cavallo, che doveva portare qualcuno così pesante. In ritardo, Goldie, Duke, Cindy e Reno iniziarono a nitrire e a sbuffare. Perry immaginò che fosse per quello che non esistevano cavalli da guardia. Desiderò che avessero portato Ferdinand. Abbaiava a tutto, ma era proprio per quel motivo che suo padre aveva detto “niente cani durante una gita di caccia”.

      Ma questo era il suo accampamento. L’aveva scelto lui.

      Gonfiò il petto. «È nostro.»

      Patrick tese una mano verso Perry con il palmo rivolto verso il basso, dicendogli di stare zitto. «Buongiorno. C’è qualche problema?»

      Perry e Trish si scambiarono un’occhiata. Gli occhi di lei dicevano: «Che diavolo sta succedendo?» e il fratello sapeva che anche i suoi dicevano la stessa cosa.

      Altri due uomini a cavallo apparvero da dietro la curva del sentiero. I due erano come il primo, dovevano essere una famiglia. Scuri di carnagione. Alti. Uno della stessa età del primo, ma magro e con i capelli completamente bianchi; l’altro sembrava abbastanza giovane da frequentare le scuole superiori. Quello più vecchio aveva uno stuzzicadenti in bocca e mostrava i denti. Il giovane aveva il capo chino e guardava dalla parte opposta all’accampamento.

      Il primo uomo ripeté quello che aveva detto: «Questo è il nostro campo. Lo è sempre stato. Per tutta la stagione.»

      Patrick scosse la testa. «Non c’era niente qui quando l’abbiamo trovato. L’avete prenotato?»

      I due uomini più anziani sghignazzarono. Il giovane non reagì.

      Il primo disse: «Divertente. Una prenotazione per un campeggio libero nel mezzo del nulla. Sei un comico, forse?»

      «No, sono un medico.»

      Il ragazzo si mosse sulla sella.

      «Forse potrebbe guardare la zampa di Blue.» Il tipo con i capelli bianchi era su un roano bluastro con un grande taglio aperto sulla zampa posteriore.

      Patrick sorrise. «Beh, ho curato un cavallo con una zampa rotta la scorsa notte in ospedale, ma vi avverto, non sono un veterinario.»

      «No.» Di nuovo la voce sferzante del primo tipo. Fissò Patrick, uno strano sguardo negli occhi.

      Perry non sapeva cosa pensare di quello sguardo. La gente rimaneva spesso piuttosto colpita dal fatto che suo padre fosse un medico. In chiesa, si mettevano in fila per parlargli, mostrandogli disgustose braccia con irritazioni cutanee e piedi nudi con le unghie incarnite. Quest’uomo non sembrava per niente impressionato.

      Rispose: «Tutto ciò che vogliamo da te è il nostro accampamento.»

      «Stai parlando sul serio?» chiese Patrick. Questa volta alzò la voce.

      Perry e Trish si avvicinarono al loro papà. Reno iniziò a scuotere la testa e a scalpitare.

      «Sì.»

      «C’è un posto davvero buono proprio sul sentiero», suggerì Trish. «Meglio di questo. L’ho visto mentre abbeveravo i cavalli. Più vicino al torrente. Più grande.»

      L’uomo grugnì. «Allora, potete prenderlo voi.»

      Perry vide suo padre dare un’occhiata alla tenda. L’arco era appoggiato a un albero a fianco e la pistola era nel cinturone appeso a un ramo dell’albero.

      «Non ci sposteremo», disse con calma. «È meglio che ve ne andiate.»

      Il suo tono fece rizzare i peli sulle braccia di Perry. Quando era infuriato, suo padre diventava più tranquillo. Gli uomini si spostarono sulle loro selle e quello con i capelli bianchi guardò il capo, il quale sputò il tabacco che stava masticando, facendolo schizzare sui sassi.

      Dei motori ruppero il silenzio teso, e due motociclette apparvero da dietro la curva del sentiero sbandando a gran velocità. Non le ruggenti moto da strada, come le Harley che Perry aveva visto in precedenza, ma delle moto da cross. Moto fantastiche, una rossa, l’altra gialla, che sembravano piuttosto nuove. Si avvicinarono due uomini con la testa rasata, i volti quasi interamente coperti dagli occhiali da cross. Non avevano il casco, come quelli delle Harley, si rese conto Perry. Suo padre aveva detto che questo aveva qualcosa a che fare con la

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