I Corsari delle bermude. Emilio Salgari
Чтение книги онлайн.
Читать онлайн книгу I Corsari delle bermude - Emilio Salgari страница 3
– La comprò mio nonno a Smirne, centocinquantanni or sono.
– Benissimo, – disse il baronetto. – Se riuscirò nel mio giuoco, mi regalerai quel vecchio ricordo di famiglia; se perderò ti darò cento ghinee, che andrai a raccogliere in fondo al mare dopo la battaglia, perché il baronetto William Mac Lellan morrà sul ponte di comando, ma non si arrenderà. Va’, Testa di Pietra.
Il bretone rimase qualche istante immobile, come trasognato, poi se ne andò col suo passo che marcava, ora il rollio ed ora il beccheggio.
Sir William, appena rimasto solo, era tornato a sedersi dinanzi al tavolino.
– Mary! – mormorò. – Sposa di lui? Mai, mai!.. L’infame che ha pure nelle vene il sangue di mio padre, me l’ha rapita; ma saprò riprendergliela. Sono un bastardo, dicono nella Scozia; un bastardo, dice mio fratello, perché sono nato da un’altra donna che non si chiamava lady Anna dei duchi di Lorne. Che colpa ho se mio padre si è innamorato d’un’altra donna che non era inglese e che non poteva sposare? Un marchese d’Halifax non sono, è vero. Giorgio IV mi ha creato nobile, eppure sono costretto, scozzese, a volgere le armi contro l’Inghilterra… Succeda quello che deve succedere, riavrò Mary o mi uccideranno dentro le mura di Boston.
Si accomodò i capelli fulvi, prese da un tavolino un paio di grosse pistole, e salì lestamente la scala che conduceva sul ponte, mormorando:
– Andiamo a vedere se i barbieri lavorano.
2. UN CURIOSO STRATAGEMMA
Le stelle scomparivano alla luce del sole che stava per sorgere. Il vento aveva disperso i vapori che si erano addensati prima del tramonto, sicché il giorno si presentava splendido, quantunque la larga ondata dell’Atlantico turbasse non poco la superficie del mare.
La corvetta procedeva tranquillamente con tutte le vele sciolte. Era sola, poiché la giunca che la seguiva durante la notte era scomparsa nei profondi abissi dell’Oceano insieme al suo carico di polveri.
Sulla tolda, trenta marinai stavano appoggiati alle murate, fingendo di osservare gli uccelli che salutavano l’imminente comparsa dell’astro diurno.
Sul ponte di comando il baronetto passeggiava nervosamente, insieme col suo luogotenente, il signor Howard.
Al largo, sopravento, due navi l’alto bordo, due treponti con numerosi sabordi guerniti di grosse artiglierie, cercavano, con frequenti bordate, di raggiungere la corvetta. Sulle loro maestre fiammeggiava la bandiera rossa, segnale di imminente combattimento; sull’artimone, la bandiera inglese col suo quarto screziato.
Il vento di levante le spingeva rapidamente, facendo buona presa sulle loro moli colossali e sul numero immenso di vele, alle quali erano stati perfino aggiunti gli scopamari ed i coltellacci, per ottenere maggior velocità.
– Piccolo Flocco non si era ingannato, – disse sir William, fermandosi bruscamente. – Che vista d’aquila ha quel giovane! Diventerà un buon marinaio. Che ne dite, Howard?
– Che siamo presi in una trappola.. – rispose il luogotenente.
– Invece sono convinto di fare un magnifico scherzo a quei due elefanti marini. Sono tutte tagliate le barbe?
– Anche i baffi, sir William.
– Sono tutti vestiti?
– La stiva è piena di miss e di ladies. Non saranno troppo graziose, tuttavia, vedute a distanza, faranno una rispettabile figura.
– Specialmente coi parasoli, – disse il Corsaro. Se le cose andranno male, gl’inglesi vedranno uno spettacolo curioso: due navi d’alto bordo assalite da signore dai muscoli di ferro, che maneggeranno le pesanti sciabole d’abbordaggio meglio dei vecchi filibustieri del golfo del Messico e della Tortue. Ah! Un colpo in bianco!
Una delle due navi, quella che si trovava più vicina, aveva tirato un colpo di cannone a polvere: era l’ordine di mettersi in panna e di mostrare la bandiera.
– Su in alto i colori d’Inghilterra! – comandò il Corsaro. – Che le graziose ragazze salgano tutte sul ponte ed aprano i parasoli!!
La bandiera inglese, salì, ondeggiando, fino al picco della mezzana, e mostrò al sole, la sua stoffa rossa col quadro in alto. Quasi nel medesimo tempo la coperta, il castello di prora, ed il cassero venivano invasi da un centinaio di miss, vestite elegantemente, con ampi cappelli piumati e le mani inguantate. Cento parasoli di tutte le tinte si aprirono d’un colpo solo e si agitarono festosamente
Non sarebbe necessario dire che sotto quei cappelli si scorgevano certi visi da far paura. Fortunatamente gl’inglesi erano troppo lontani per potersi accertare se tutte quelle giovani erano belle o brutte.
Il Corsaro aveva puntato il cannocchiale sulla prima nave, la quale veleggiava lentamente a circa cento gomene, tentando di portarsi sottovento della corvetta per poterla prendere fra due fuochi, mantenendosi la sua compagna sul sopravento. Essendo la distanza relativamente breve ed il cannocchiale potentissimo, sir William poté subito rendersi conto dello stupore che si era manifestato sul ponte della nave a quell’inaspettato spiegamento di forze femminili e di ombrelli multicolori. Gli uomini che la governavano si erano precipitati tutti verso la murata di sinistra, agitando i berretti ed i fazzoletti per rendere il gentile saluto.
– Buon segno! – mormorò sir William.
Alcune bandiere però salirono sull’alberetto della maestra della grossa nave, segnalando:
– Il vostro nome!
Il luogotenente del Corsaro fu pronto a far rispondere con altre bandiere:
– Il Tuonante.
– Da dove venite?
– Dalle Bermude?
– Chi sono quelle miss?
– Naufraghe che ho raccolto quarantotto ore or sono sullo scafo d’una nave francese disalberta.
– A quale squadra appartenete?
– A quella dell’ammiraglio Rodney, – rispose la corvetta.
– È già giunta alle Antille?
– Non ancora.
– Continuate pure la vostra rotta e guardatevi dai corsari americani che corrono il mare in buon numero.
Le bandiere inglesi scesero e salirono tre volte, poi la corvetta, che si era messa attraverso il vento, orientò rapidamente le sue vele e si rimise in marcia colla prora verso sud-est. Non era veramente la sua rotta, ma fu necessaria la manovra per meglio ingannare i due formidabili avversari.
Le due navi d’alto bordo la seguirono per qualche miglio, poi si volsero decisamente verso l’est, dirette probabilmente a Boston che le truppe americane assediavano da presso.
– Che cosa ne dite, signor Howard? – chiese sir William, il quale seguiva col cannocchiale le due navi per spiarne le mosse.
– Che nessuno, all’infuori di voi, avrebbe avuto più splendida idea, sir, – rispose il luogotenente. – I nostri uomini rideranno un bel pezzo