Jolanda, la figlia del Corsaro Nero. Emilio Salgari
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Читать онлайн книгу Jolanda, la figlia del Corsaro Nero - Emilio Salgari страница 21
«Tanta paura avete di quell’uomo?»
«È l’anima dannata del conte di Medina».
«È impossibile che voi lo troviate a Gibraltar» disse Carmaux. «Io sono certo che è rimasto nascosto nei sotterranei del monastero…»
«Uhm!» fece il piantatore, crollando il capo. «Non lo conoscete».
«Orsù, finitela colle vostre paure» disse Morgan. «Voi porterete al governatore di Gibraltar un mio messaggio, che ho già scritto, col quale invito la guarnigione e la popolazione a consegnarmi il conte di Medina, sotto pena, in caso di rifiuto, di distruggere la città da cima a fondo. E voi sapete che Morgan ha sempre mantenute le sue promesse».
«E se non fosse ancora giunto, signore?» chiese don Raffaele.
«M’indicheranno dove si è rifugiato. Io d’altronde sono convinto che egli si trova già in quella città. Carmaux, fa’ armare una scialuppa con dodici filibustieri, onde conducano quest’uomo a terra. Non siamo che a sei miglia dalla costa, e se alle dieci non riceveremo risposta, parola di Morgan, la popolazione si ricorderà per lunghi anni di me e dei filibustieri delle Tortue. A voi la lettera e v’auguro buona fortuna, don Raffaele».
«E se anche il governatore di Gibraltar facesse impiccare i vostri uomini?» chiese il piantatore.
«Ci saremo noi a proteggerli colle nostre artiglierie. D’altronde, sbarcherete solo voi. Andate».
Il filibustiere mise la nave attraverso il vento, onde permettere di calare in mare la scialuppa, poi, quando la vide allontanarsi, segnalò alle navi della squadra di stringere la fila e di entrare in porto.
Cosa appena credibile: gli spagnoli di Gibraltar, pur sapendo che i corsari si erano impadroniti di Maracaybo ed avendo già provati gli orrori del saccheggio commessi dall’Olonese, non aveva presa misura alcuna per opporre una lunga difesa, sicché alle sette del mattino le sette navi di Morgan poterono entrare tranquillamente nella piccola baia e gettare le àncore dinanzi alle mura ed ai fortini che si prolungavano lungo le rive della laguna.
La scialuppa, dopo d’aver sbarcato don Raffaele, era tornata a bordo della Folgore, senza essere stata disturbata, però pareva che gli spagnoli, quantunque molto meno numerosi di quelli di Maracaybo, si preparassero alla difesa, vedendoli piazzare le artiglierie di fronte alla squadra e coronare le cime degli spalti e le merlature dei castelli.
Morgan, dopo aver fatto disporre i suoi corsari ai posti di combattimento e d’aver fatto calare in acqua, bene armate con petrieri, tutte le scialuppe, si era seduto tranquillamente su un mucchio di cordami, sull’alto castello di prora della sua nave, aspettando la risposta del governatore.
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