Tragedie dell'anima. Bracco Roberto

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Tragedie dell'anima - Bracco Roberto

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lei – lei moglie, lei donna, donna nel senso più complesso della parola – e non so pensare al bene del prossimo che subordinatamente ad un egoismo, che non avevo mai provato e che in lei concentra l'attività più essenziale e più sincera del mio spirito.

Francesco

      (con umorismo freddo e sarcastico) Glielo hai mai detto che ne sei innamorato?

Ludovico

      Che sciocchezza! Non sono forse suo marito, io?

Francesco

      Ragione di più per dirle delle cose di cui i mariti sono raramente capaci. Come fa una povera moglie a sapere che suo marito è innamorato di lei? Quando l'amore è un dovere, è molto facile dubitarne.

Ludovico

      Caterina non ne dubita.

Francesco

      Ma non ti contraccambia.

Ludovico

      Non è esatto neanche questo. Se tu sapessi quante volte io sorprendo, in un suo sguardo quasi furtivo, o in un tremito di voce, o nella frase interrotta, un sentimento uguale al mio, un orgasmo di vera femminilità palpitante! Se tu sapessi quante volte la vedo penare come me, più di me, in una tensione nervosa che pare l'attesa febbrile della passione! Eppure… appena io mostro di essermene accorto, ella si chiude in sè e s'immerge sempre più nella sua malinconia glaciale e misteriosa.

Francesco

      (seguendo il corso delle proprie idee, sogghigna e ride un po') Ah ah!

Ludovico

      E tu ti diverti?

Francesco

      Sì… piuttosto…

Ludovico

      Ti ringrazio.

Francesco

      Ma non è di te che io mi diverto: è di me.

Ludovico

      A che proposito?

Francesco

      Idee che mi passano pel capo; non ci badare. (Pausa.) E la tua malinconica sfinge non è visibile, stasera? Già, con me ella è d'una scortesia deliziosa.

Ludovico

      (senza convinzione) Con te? T'inganni! Probabilmente, non sa che tu sei qui. (Tocca il bottone del campanello due volte.)

Francesco

      Che è?

Ludovico

      La faccio chiamare.

Francesco

      Ma no… Ho scherzato… E poi, vedi, me ne vado, me ne vado subito…

Betta

      (entra dal fondo.)

Ludovico

      Dite alla signora Caterina che il signor Moretti, prima d'andarsene, vorrebbe salutarla.

Betta

      (esce per la prima porta a destra.)

Francesco

      Non era il caso d'incomodarla.

Ludovico

      Lascia che venga. Fa piacere anche a me di trarla fuori dalle sue stanze. Quando vi si rincantuccia, diventa più lugubre del solito.

      (Oltre la seconda porta a destra, si vede Betta attraversare la stanza attigua.)

Francesco

      Se è per l'incremento della felicità coniugale, sta benissimo.

      SCENA II

FRANCESCO, LUDOVICO e la signora TERESATeresa

      (dalla prima porta a destra, fa capolino, curva, con la sua testa bianchissima, dal profilo sereno.) È permesso? (La sua vocetta è tanto dolce.)

Francesco

      (piano, a Ludovico) Ah ah! Viene la vecchia.

Ludovico

      (festosamente) Avanti la bisnonna.

Francesco

      Buona sera, signora Teresa!

Teresa

      Vengo proprio per voi…

Francesco

      Un'eccellente idea!

Teresa

      Eh! Lo so che non vi vado a genio.

Ludovico

      Come! Come! (A Francesco) Non le fai più la corte?

Francesco

      Se sono stato respinto!

Teresa

      Meglio tardi che mai!

Ludovico

      Ah dunque, fraschetta, lei confessa che ce n'è stato del tenero!

Teresa

      Che volete! Con un seduttore di quella forza c'è poco da scherzare! (Ride ostentatamente) Ah ah ah!

Francesco

      (sarcastico) Parlate d'oro, parlate! E la signora Caterina?

Teresa

      Stavo appunto per dirvelo… Sono qui per farvi le sue scuse. Il bimbo è un po' inquieto stasera, ed ella non si scosterà da lui se non quando lo vedrà addormentato. Ci è anche la balia, è vero, ma quattro occhi vedono meglio di due.

Francesco

      È giusto, è giusto, è molto giusto! (A Ludovico) Mi duole, caro signor marito, ma non siamo riusciti a snidare la selvaggina.

Ludovico

      Poveretta, se sta vicino al suo figliolo, bisogna perdonarla.

Teresa

      E io chiedo licenza e vado a letto.

Francesco

      Di già? Restate, restate un pochino con noi. Fate le veci di quella scontrosa di vostra nipote. Tanto, parlando con voi pare sempre di parlare, in certo modo, anche con lei.

Ludovico

      È vero, è vero: due corpi e un'anima.

Francesco

      Deve essere imbarazzante per quest'anima il trovarsi contemporaneamente in un corpo di venticinque anni e in un altro di… Suggeritemi voi, signora Teresa…

Teresa

      Di ottantadue, se non vi dispiace.

Ludovico

      Non credere a ciò che ti dice questa civettona. Ne ha appena… ottantuno. L'accrescersi gli anni è una civetteria della vecchiezza.

Francesco

      Non è una noia il vivere a quest'età, signora Teresa?

Teresa

      (con devota dolcezza, guardando il cielo) Si vive per obbedire a Dio.

Francesco

      E questo è il divertimento!

Teresa

      (avviandosi per uscire) Vado a dormire, io, vado a dormire…

Francesco

      E chi dorme non fa peccati.

Teresa

      (uscendo) Ah, se dormiste un poco di più, voi!

      SCENA III

FRANCESCO, LUDOVICOFrancesco

      (astioso) È arguta la vecchietta!

Ludovico

      Tu la tormenti troppo.

Francesco

      Di': perdo di rispetto anche alla vecchiaia? Non è

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